Dopo i Bring Me The Horizon e i Bullet For My Valentine, questa domenica 19 febbraio si terrà all’Alcatraz di Milano uno dei più attesi appuntamenti del panorama alternative metal di questo inverno: lo show dei Trivium. Che sia la nostra prima volta dal vivo con l’energica band di Orlando o già rodati, come prepararci al meglio se non ascoltando una raccolta delle canzoni basata sulla più probabile setlist?

Rain

Luci soffuse e un’intro di note alle tastiere che simulano gocce di pioggia sempre più copiose creano il clima di attesa perfetta per fondersi all’unisono con i quattro elementi: l’atmosfera viene improvvisamente trasformata dalla luce e dalla presenza di dragoni che compaiono nell’allestimento scenico, e un tifone di blast beat alternati alla quiete della melodia ci riporta alla terra, su cui ci si ritrova a cantare e a saltare a tempo nel finale.

A Crisis Of Revelation

Il quarto estratto dall’ultimo album “In The Court Of The Dragon” vede le solide fondamenta della sezione ritmica Gregoletto-Bent su cui sono costruite scale di tapping in cui i polpastrelli dell’accoppiata Heafy-Beaulieu si muovono senza sosta sui manici di chitarra, e i cui registri canori opposti si interfacciano continuamente. Solidissima.

Strife

Il grande cavallo di battaglia da “Vengeance Falls” non fa prigionieri: è la nostra grande occasione per mostrare la resistenza delle nostre corde vocali così come i muscoli nei ripetuti moshpit. Tritaossa, ma usciamo schiacciati da questo conflitto volentieri.

Pillars of Serpents

“Ember To Inferno” è il titolo dell’album a cui il brano è correlato e proprio come l’angelo caduto delle lyrics viene trascinato verso il profondo inferno dantesco, così crolliamo anche noi nella voragine che si apre sotto i nostri piedi: ma sono quegli “I’m alive” che si elevano come colonne verso il cielo a ricordarci di essere ancora vivi.

A Gunshot to the Head of Trepidation

Dal capolavoro “Ascendancy”, il brano, suonato con il chitarrista Josh Baines dei supporter Malevolence, passa per heavy metal nella prima parte fino a che non subentra uno spartiacque sonoro per poi assumere venature più hard rock. Uno dei colpi del quartetto statunitense più riusciti, che sbaraglia il pubblico nella dimensione live.

The Defiant

Dal penultimo “What The Dead Men Say”, sono risaltate in live le caratteristiche della sua versione in studio: insolenti alternanze tra stacchi e ripartenze, cambi tempo ben studiati ed eseguiti, alternanza tra growl e clean, con una menzione speciale al riuscitissimo, seppur breve, assolo messo a punto da Beaulieu.

Beyond Oblivion

Qui la sezione ritmica è irrefrenabile e il breakdown decisamente memorabile. Inoltre nella versione live abbiamo modo di apprezzare un Heafy tenore e la seconda voce di Gregoletto nel registro basso, dunque con i ruoli invertiti rispetto alla registrazione in studio.

Down From The Sky

Un pezzo che in termini sonori inizia e si costruisce lentamente, si forma e si trasforma, fino a sfociare nella violenza, riflessa anche nei testi brutali cantati a squarciagola e accompagnati da headbanging spezzacollo. Neanche in questo caso possiamo trovare una minima tregua.

To The Rats

Dall’album “The Crusade”, la violentissima “To The Rats”, che non veniva suonata da diversi anni e solo recentemente è stata rispolverata, è ciò che di più vicino al thrash alla “Kill ‘Em All”ci sia, soprattutto in termini di riff. Entrambi le devote schiere dei Trivium e dei Metallica possono gioire e godere.

The Heart From Your Hate

Il pezzo simbolo di “The Sin and The Sentence” è il classico da “un colpo al cerchio ed uno alla botte”: si salta e si scuotono le teste, ma è anche molto singalong nel ritornello. Tutte le tipologie di fan non possono rimanere affatto deluse.

In Waves

Ci si avvicina verso la fine e per par condicio è il momento del turno del chitarrista degli Heaven Shall Burn, Alex Dietz, a salire sul palco: con la title-track del quinto album in studio veniamo ripetutamente sbattuti da una parte all’altra da voluminose ondate sonore. Semplicemente travolgente.

Pull Harder on the Strings of Your Martyr

Come d’abitudine è “Pull Harder on the Strings of Your Martyr” a chiudere la carrellata, in cui il clou è rappresentato dal ritornello dove il clean di Heafy viene inframmezzato da tessiture power metal. Anche nel finale non manca occasione per la band di esprimere il loro eclettico modo di fare musica.

Attenzione, però. Nell’ultima data a Vienna dello scorso 15 febbraio, nuove perle si sono aggiunte al lotto: “Shattering The Skies Above” che fa il suo primo ingresso nella setlist dell’attuale tour, e “Kirisute Gomen“ che non faceva la sua apparizione sui palchi dal lontano 2017.

Non ci resta dunque che indossare le cuffie e trascorrere gli ultimi giorni rimanenti in trepidante attesa. A domenica!

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