Con la collaborazione di Mattia Schiavone

Che significato può avere andare a sentire un concerto dei Bullet For My Valentine il giorno di San Valentino? Una simpatica collisione di astri? Ironia della sorte? Un estremo tentativo di scalzare definitivamente il mito dell’amore romantico ormai obsoleto nella società contemporanea? Forse nessuna di queste, ma, in fondo, noi speriamo tutte.

Simpatie a parte, martedì sera il palco dell’Alcatraz di Milano ha ospitato il ritorno italiano di uno dei mostri sacri del metalcore britannico, i Bullet For My Valentine. Con l’omonimo e più recente album che compie ormai più di un anno, la band ha portato nella venue milanese un’interessante numero di spettatori, che si sono intrattenuti già dalla primissima serata con Atreyu e Jinjer.

La serata inizia infatti con il botto: la prima band ad esibirsi non è certo composta da novellini, ma piuttosto da veterani ben abituati a calcare palchi importanti. Sebbene negli ultimi anni siano un po’ spariti dal panorama metalcore più mainstream, gli Atreyu possono ancora contare su una fanbase solida, oltre che su una resa live invidiabile. Nella mezz’ora a propria disposizione il quintetto si diverte e gioca con pubblico, che dimostra di apprezzare la performance e di conoscere bene molti dei pezzi proposti, che spaziano attraverso tutta la corposa discografia della band. Dopo uno show del genere, la curiosità di rivederli su un palco tutto loro dopo diversi anni continua a crescere.

Setlist

Strange Powers of Prophecy
Becoming the Bull
The Time Is Now
Ex’s and Oh’s
Save Us
Drowning
Battle Drums
Blow

Pochi minuti di pausa e tocca subito ai Jinjer salire sul palco. La band ucraina conta ormai su un’ottima fanbase in Italia, tanto che una buona parte degli spettatori è accorsa più per loro che per gli headliner. Lo show è impeccabile: i Jinjer sono tecnicamente perfetti, è un set privo di qualsiasi sbavatura. Il sound si muove tra momenti più geometrici e breakdown dirompenti, con Tatiana che passa con agilità e disinvoltura da melodie sinuose e violenti growl. A tutta questa perfezione corrisponde però anche una dose di freddezza. Poche parole con il pubblico e, per quanto ci riguarda, poca politica, solo la dedica di un brano “alla nostra terra, alla nostra amata Ucraina” prima di “Home Back”. Un set quindi impressionante musicalmente ma piuttosto distaccato emotivamente.

Setlist

Who’s Gonna Be the One
Copycat
Home Back
Judgement (& Punishment)
Pit of Consciousness
Perennial
Dead Hands Feel No Pain
Vortex
Call Me a Symbol

Arriviamo dunque agli headliner, ai grandi attesi della serata: i Bullet For My Valentine. Guardando il parterre dell’Alcatraz, ci accorgiamo di quante persone, in tutti questi anni, si siano affezionate alle loro canzoni scegliendole come espressione delle proprie emozioni più profonde, di quella tristezza che ci si insegnano a ripudiare ma che invece desideriamo gridare a gran voce.  Ed eccoli qui, sul palco dell’Alcatraz, con la presenza e la sicurezza di chi ormai calca palchi da una vita e come se fosse la cosa più semplice del mondo. L’esperienza e gli anni passati a suonare la propria musica ovunque nel mondo si mostrano in tutta la loro solidità e in questo modo la band può mostrarsi in tutto il proprio essere, spaziando tra pezzi che attraversano tutte le fasi della propria carriera e accontentando in questo modo tuti i fan, dai più giovani ai quelli più nostalgici e maturi – che ci perdoneranno per questa definizione, ma sono ben 25 gli anni di esperienza accumulati dalla band. Tutti i pezzi, compresi quelli più nuovi vengono accolti con gioia e calore e la band si diverte sul palco, lasciando ovviamente “Tears Don’t Fall” e “Waking The Demon” per il gran finale.

Setlist

Knives
Over It
Piece of Me
4 Words (to Choke Upon)
You Want a Battle? (Here’s a War)
Hearts Burst Into Fire
The Last Fight
Shatter
All These Things I Hate (Revolve Around Me)
Scream Aim Fire
Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do)
Rainbow Veins
Don’t Need You
Death By A Thousand Cuts
Encore:
Your Betrayal
Tears Don’t Fall (Acoustic intro)
Waking the Demon

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