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Machine Head – Of Kingdom and Crown

Il ritorno dei Machine Head, a quattro anni dal controverso “Catharsis”, è finalmente arrivato e, ne siamo sicuri, farà parlare di sé quanto il predecessore. “Of Kingdom and Crown” è un disco in puro stile Machine Head, pensato interamente dal mastermind Robb Flynn e nato nel burrascoso periodo del Covid, ispirato, tra le altre cose, alla passione da pandemia del frontman per l’anime “Attack On Titan”.

Del disco erano già state condivise ben sei tracce sui social della band già a partire dal 2020, segno del voler accattivarsi sempre più pubblico grazie all’esposizione sulle varie piattaforme sfruttando i periodi di lockdown, come del resto moltissimi altri artisti hanno fatto. Ma è ben altra cosa ascoltare il prodotto compiuto, composto da 13 tracce di cui due interludi, un album denso, fatto di atmosfere cupe e spettrali; “Of Kingdom and Crown” non è sicuramente un disco immediato, nel suo complesso, ma va approfondito nell’ascolto, bisogna immergersi totalmente nelle sue profondità e vedere se si è capaci di uscirne. E si capisce subito dalla prima traccia, “Slaughter The Martyr” che non sarà facile. È un brano decisamente stratificato, con un preludio che dura oltre 3 minuti prima di esplodere in un breakdown che sa di cavalcata thrash che a sua volta porta ad un ritornello decisamente catchy.

Flynn dosa con sapienza questi elementi per tutta la durata della canzone e getta le basi di tutto il materiale prodotto insieme ai compagni di avventura Wacław Kiełtyka, ex Decapitated e sostituto dello storico Phil Dammel, che ha lasciato la band nel 2019, Jared MacEachern e, dietro le pelli, almeno per questo disco, abbiamo Navene Koperweis, ex Animals As Leaders, al posto di Matt Alston, che resta membro ufficiale della band ma non ha partecipato alle registrazioni.

La prima traccia descrive anche la prima parte del concept alla base del disco: in un mondo futuristico e dilaniato dalle guerre e dai vari mali della società, due personaggi, Ares ed Eros, si scontrano, l’uno per vendicare la morte della persona amata e l’altro per conquistare il potere assoluto su questa nuova realtà. Con “Choke On The Ashes Of Your Hate” i Machine Head si muovono tra velocità e pesantezza, con una linea ritmica poderosa che sostiene la furia delle chitarre, sempre con un occhio di riguardo al ritornello che è fatto su misura per la resa dal vivo. Le tristi vicende dei personaggi chiave del disco proseguono con l’interludio “Overdose” e la successiva “My Hands Are Empty”, singolone già pubblicato nel 2020 con relativo video: in questo brano si dipana la storia di Ares, impazzito di dolore per la perdita, a causa di un’overdose, della madre e deciso a sfogare contro tutto e tutti la rabbia di cui è ormai totalmente preda.

“My Hands Are Empty” si apre con un lungo coro che ripropone la melodia portante della canzone ed è la vera protagonista, fatta per incastrarsi nelle meningi dell’ascoltatore: anche questa è una delle caratteristiche principali del disco che è fortemente improntato ad esaltare il cantato di Robb Flynn, dal pulito al growl, e a privilegiare la sua presenza rispetto agli altri strumenti. Questo è però anche il difetto dell’ultimo lavoro dei Machine Head e lo si vede bene in brani come “Kill Thy Enemies” o “Bloodshot” che tirano fortissimo sulla parte vocale ma non convincono del tutto sul lato strumentale, risultando a tratti eccessivamente ripetitivi.

“No Gods, No Masters” alterna momenti da mid tempo a sfuriate sia vocali che sonore, mentre il solito Flynn sciorina il suo inno anti clericale, sempre incastonato nel mondo futuristico e violento in cui imperversano i personaggi della sua storia. Nel finale “Arrows In Words From The Sky” i Machine Head omaggiano ufficialmente “Attack On Titan” ricamando sulle note della sigla dell’anime un mid tempo poderoso, che riporta in alto il livello del disco e ne è degna conclusione.

In soldoni, “Of Kingdom and Crown” è un buon disco, che richiede tempo e ascolti per carpire tutti i suoi dettagli e strati nascosti, come è già stato con la produzione più recente dei Machine Head, ma che però non riesce mai a decollare del tutto, ha diversi momenti stagnanti in cui sarebbe necessario un quid in più per spingere davvero. Aspettiamo dunque i Machine Head per la loro prova live insieme agli Amon Amarth il prossimo 4 ottobre al Fabrique di Milano.

Tracklist

1. Slaughter The Martyr
2. Choke On The Ashes Of Your Hate
3. Become The Firestorm
4. Overdose
5. My Hands Are Empty
6. Unhallowed
7. Assimilate
8. Kill Thy Enemies
9. No Gods, No Masters
10. Bloodshot
11. Rotten
12. Terminus
13. Arrows In Words From The Sky

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