Mentre la fine dell’anno si avvicina e le giornate si fanno sempre più buie, arriva in Italia una delle rivelazioni del panorama musicale dark europeo, A.A. Williams. La musicista inglese ha pubblicato da poco il secondo album “As The Moon Rests”, imbarcandosi poi con la sua band in un lungo tour attraverso il quale ha potuto suonare per la prima volta da headliner in diversi Paesi. La location scelta in Italia è lo storico Bloom di Mezzago, in una giornata fredda e a tratti piovosa, che ben si addice al mood espresso dalla musica.

Ad inaugurare la serata è Karin Park, che si esibisce, attorniata dai suoi sintetizzatori, sotto il palco, invitando i presenti ad avvicinarsi e a disporsi intorno agli strumenti. Sebbene la musica proposta dalla svedese possa sembrare lontana da quella dell’headliner, il pop dalle tinte gothic ed electro di Park assume le sembianze di una danza rituale che cattura immediatamente tutti i presenti. Il mood espresso dalla voce cristallina della cantante e dai suoi strumenti sinuosi muta continuamente forma: vengono proposti inizialmente brani più melodici ed emozionanti, prima di passare ai pezzi più trascinanti nei quali i ritmi imposti dai synth diventano irresistibili. L’esibizione si chiude con una particolare ma efficace versioni di “Blue Roses” suonata all’organo a pompa.

Mentre la strumentazione di Park viene rimossa, il pubblico in sala può avvicinarsi al palco e non deve aspettare troppo prima che le luci si spengano nuovamente e che A.A. Williams faccia il suo ingresso, accompagnata dal resto della band sulle note di “Hollow Heart”. È chiaro fin da subito come i quattro facciano parlare gli strumenti (le poche parole pronunciate dalla cantante in un paio di momenti sono solo per ringraziare i presenti), riuscendo in questo modo a mantenere intatta l’atmosfera tenebrosa quanto confortevole generata dalla musica. Le luci sono soffuse, la nebbia avvolge i musicisti e i volumi molto alti, ma comunque ben definiti, penetrano con forza le orecchie dei presenti, che ascoltano in un silenzio quasi religioso una performance ai limiti della perfezione.

La maggior parte della setlist viene incentrata su “As The Moon Rests”, ma non mancano anche brani tratti dall’esordio “Forever Blue” e dall’EP omonimo, come “Control” e “Belong”. La differenza è comunque minima, perché che si tratti di brani vecchi o nuovi, il pubblico è rapito in uguale modo dai suoni così onirici e allo stesso tempo duri. Soprattutto in brani come “For Nothing”, “The Echo” e “Pristine”, assistiamo a climax fatali, sempre sostenuti da una capacità vocale invidiabile. Le melodie dark vengono continuamente alternate da sezioni distorte che giocano con il limite del noise e della cacofonia e che rappresentano probabilmente il pezzo forte di quanto proposto dalla band.

Dopo alcune parole di ringraziamento, lo show viene concluso dalla title track del nuovo album e da “Melt”, ultimo assalto sonoro con il quale l’inglese saluta il pubblico italiano e mette la parola fine ad una serata costruita sugli opposti, in cui abbiamo potuto assistere a due performance diverse, ma accomunate forse dal mood di fondo, oltre che ad un’esecuzione di primo livello. L’augurio è di vedere nuovamente presto dalle nostre parti le due musiciste.

Setlist

Hollow Heart
Evaporate
Murmurs
Love and Pain
For Nothing
Control
Golden
The Echo
Pristine
Belong
As the Moon Rests
Melt

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