The Pineapple Thief (Bruce Soord)
Un album raffinatissimo come "All The Wars" dei Pineapple Thief non poteva passare inosservato: SpazioRock ha colto la palla al balzo e ne ha approfittato per intervistare il mastermind, cantante e chitarrista Bruce Soord, estremamente cordiale e gentile e molto loquace circa il suo ultimo lavoro. Buona lettura! 
Articolo a cura di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 15/10/12

Trascrizione e traduzione a cura di Monica Manghi

E' un piacere parlare con te, bevenuto su SpazioRock! 
Iniziamo con un paio di domande sul vostro nuovo album "All The Wars". Ho seguito i Pineapple Thief per un certo periodo e questo album è sicuramente molto potente ed accattivante, è progressive rock vero, non troppo complicato e veramente piacevole all'ascolto.


Mi fa molto piacere! Noi ci vediamo più come una progressive rock band, e siamo molto vicini al rock. Penso che alcuni fan del progressive lo apprezzino, perché facciamo cose non troppo complicate. Non siamo come i Dream Theater o affini, che alcuni fan adorano, mentre altri pensano che un sound troppo complicato sia noioso. Alla fine è ciò che vogliono, a volte quando leggi le recensioni ti accorgi che scrivono solo che tutto è noioso e via dicendo.
Poi leggono altre recensioni e le persone si rendono conto che recensiscono i brani principali. L'uscita di un album è comunque un momento interessante perché si tende a dare priorità alle recensioni.


Credo che il vostro modo di fare progressive rock sia diverso da altre band, soprattutto britanniche. Non è troppo tecnico, ed è veramente cool, o meglio è tecnico, ma non troppo duro e pesante da ascoltare. Ad esempio un'altra grande band prog rock o alternative rock sono gli Anathema, che ne pensi di loro?

 

E' buffo! Ho visto Daniel Cavanagh (cantante degli Anathema) la sera scorsa ad una cena, evento in cui erano presenti una serie di artisti prog, ed ho fatto una bella chiacchierata con Dan durante la cena. Ascoltando il loro ultimo album uscito in primavera, come dici tu, la prima traccia effettivamente è una "progressione di atmosfera" e non c'è nulla di complicato, la struttura si basa tutta sulla bellissima voce di Daniel ed questo ciò che conta.


Esatto. Atmosferica, ecco la parola giusta per definire la vostra musica, è d'atmosfera e progressive. Cosa ci puoi raccontare riguardo il processo di stesura dei brani?


pineapplethief_intervista_2012_02Il tutto è iniziato 18 mesi fa, è stato un processo piuttosto lungo, perché quando inizio a scrivere pezzi nuovi sono da solo con la mia chitarra acustica, e se penso che una canzone sia abbastanza buona e sento quella sorta di vibrazione, di feeling istintivo, allora vado nel mio studio, che dovrei chiamare casa, e così passo quattro, cinque mesi a raccogliere i brani. Successivamente quando penso di essere pronto, li propongo agli altri ragazzi della band e dopo una scrematura, scegliamo alcuni brani su cui iniziamo a lavorare e li proviamo insieme. Ne abbiamo suonati un paio dal vivo lo scorso anno, prima di andare in studio e la differenza è che abbiamo aggiunto gli archi che sono stati arrangiati da Andrew Skeet, e lasciare che qualcun altro metta mano agli arrangiamenti è una cosa nuova ed inusuale per me. Inoltre abbiamo aggiunto anche i cori che sono risultati una scelta molto azzeccata, è stato stimolante e molto bello ma anche un lavoro duro.


Ho letto il booklet, riguardo l'arrangiamento degli archi. Probabilmente sono la sola persona al mondo che legge ancora i booklet, però sono sempre interessata e mi piace sapere quante persone sono coinvolte e lavorano in un'orchestra, perché non sono molte le band che sono in grado di lavorare in questo modo. Come è stato lavorare con un'orchestra?


Sono ventidue elementi, non è molto rock and roll, ma è stato un sogno che è diventato realtà, per me, lavorare a contatto con loro. Sono cresciuto ascoltando i Pink Floyd e i Supertramp, un classico degli anni '70, e spesso utilizzavano gli arrangiamenti con gli archi e ancora oggi se ascolti i loro ultimi lavori gli arrangiamenti con gli archi sono tutt'ora presenti. C'è sempre un sogno nel cassetto, e mentre mi trovavo in quella stanza ad ascoltare le mie canzoni suonate da 22 violinisti, è stata una grande emozione e mi ha ricordato il mio sogno dei tempi della scuola. È stato difficile perché la prima reazione è "Wow, questi archi sono fantastici", ma dovevamo fare attenzione a non utilizzarli troppo o a non mettere un volume troppo alto rispetto agli altri strumenti.


Il prossimo step sarà quello di suonare live con l'orchestra...


Sì, sto cercando di organizzare uno show il prossimo anno che filmeremo per ricavarne un DVD.


Parlando di costi, non ho molto idea di quanto possa costare un tipo di performance come questa, quanto costa suonare e registrare con un'orchestra?


Non è economico, è stata una bella botta il costo di quest'album. Sono stato fortunate, perché l'album precedente ha venduto copie a sufficienza e ci siamo potuti permettere di aggiungere gli archi in questo. Ecco perché siamo andati a Praga, è più economico registrare rispetto a Londra e hanno regole meno stringenti rispetto al Regno Unito, dove non è permesso fare alcune, cose come ad esempio la sovra-registrazione, mentre a Praga puoi fare tutto ciò che vuoi. L'intero lavoro compreso il mix e gli arrangiamenti degli archi è costato dalle seimila, settemila sterline, e non puoi spendere meno, perché hai un'orchestra da ventidue elementi; la prossima volta vorrei utilizzarne quaranta per avere un sound più pieno.


Lavorare con una vera orchestra per una band è quasi sempre un'arma a doppio taglio, soprattutto nello scenario rock e metal, perché a volte se lasci che l'orchestra abbia il sopravvento sul resto potrebbe diventare troppo imponente e la struttura della canzone perdere di conseguenza la sua anima e risultare povera. Ho apprezzato molto le parti strumentali, come ad esempio in "Reaching Out" c'è un bridge piuttosto lungo con band ed orchestra insieme che è veramente classico e molto bello.

 
Ero un po' preoccupato riguardo la sezione di archi, perché quando suoni dal vivo e togli gli archi, questo non dovrebbe compromettere le canzoni. Ci sono alcune parti in cui gli archi sono molto potenti e dominanti soprattutto nell'ultima traccia "Reaching Out". Ero in studio mentre l'orchestra stava suonando quella parte ed è stato veramente emozionante, ma quando la suoneremo live la riarrangeremo diversamente e al posto degli archi per fare tutti i crescendo utilizzeremo una base di chitarra psichedelica. Spero di non aver esagerato!

 

pineapplethief_intervista_2012_03


Sono rimasta molto colpita dalla copertina e dal booklet in generale che è molto colorato. Perché avete scelto questo tipo di artwork?


Ricordo quando siamo andati a parlare dell'artwork con il grafico che ci ha chiesto: "Ma cosa significa? Di cosa parla l'album?". Quindi ho cercato di spiegargli la complessità delle relazioni e dei conflitti, e il rimorso; l'album è focalizzato su temi come i conflitti e la riconciliazione o non riconciliazione ad esempio, ecco perché il titolo "All The Wars". Quando Matt Morson mi ha mostrato cosa stava facendo, ho pensato che fosse perfetto e mi è piaciuto molto il modo profondo in cui è riuscito a rappresentarla. Può essere inteso come la bellezza, la vita è bella, ma puoi interpretarlo anche come i colori del combattimento o dello spazio, o comunque a tuo piacimento, e così via al limite dell'immaginazione fino all'esplosione. È tutto ciò che vuoi che sia ed è anche molto accattivante.


Siete mai venuti in Italia ad esibirvi e, se sì, quante volte?


Siamo stati in Italia due volte, la prima fuori Milano un paio di anni fa e non era stato pubblicizzato molto bene e abbiamo suonato di fronte a circa quaranta persone, e perciò spero di tornare. Abbiamo suonato anche ad un festival all'aperto a Parma circa due o tre anni fa, ed era veramente caldo e le persone non riuscivano a stare sotto al palco e si rifugiavano sotto agli alberi. Credo che non abbiamo reso giustizia all'Italia e per questo spero di tornare presto a suonare dal vivo.


Quando inizierà il vostro tour?


Ora siamo in tour in Inghilterra, poi andremo in Francia ed Olanda in novembre e visto che le vendite dell'album sembrano andare bene, speriamo di fare altri concerti. Parlando con il nostro agente dovremmo avere alcuni concerti inizio del prossimo anno in Germania, Svizzera e anche in Italia.


Grazie per il vostro tempo e se volete lasciare un messaggio ai vostri fan e nostri lettori...


Spero veramente che l'album vi piaccia e credo che lo apprezzerete davvero dopo qualche ascolto, e se vi piace suonatelo un sacco, perché ci piacerebbe tornare in Italia!




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool