Tori Amos Summer Tour 2010
13/07/10 - Villa Arconati, Bollate (MI)


Articolo a cura di Alessandra Leoni
Varco la soglia della sontuosa villa immersa nella campagna milanese, sulla quale aleggia un'atmosfera decadente a causa dei muri e degli stucchi corrosi dal passare del tempo, ancora un po' scettica circa quello che mi aspetterà: presto si esibirà, sotto la grande struttura montata per l'occasione, una delle artiste che più amo e ammiro, che mi hanno formato ed ispirato per tanti anni, grazie alla loro musica e ai loro testi estremamente vissuti. Tori Amos di certo non è una di quelle musiciste che passano inosservate, nel bene e nel male, ma constatare il suo declino, iniziato da almeno un lustro, ha ferito parecchi fan, me compresa. A partire dal soporifero "The Beekeeper", passando per l'ondata di pacchianeria di "American Doll Posse" e infine giungendo all'apice dell'artificiosità con "Abnormally Attracted To Sin", l'amata Rossa non è più stata in grado di comporre lavori convincenti e soprattutto sentiti con il suo amato Bösendorfer. Per di più, basta aggiungere un calo tremendo a livello di esibizioni live - proprio il suo punto forte! - e una strana voglia di deformarsi il viso a suon di botox ed interventi di chirurgia plastica per ottenere un quadro della situazione di certo non incoraggiante.


Quello che chiamo "sesto senso" mi ha comunque convinto a tentare la sorte e a cedere al richiamo di Tori: è stato proprio quello a farmi evitare il concerto di Milano lo scorso Ottobre, a detta di molti sottotono e piuttosto mediocre. Non ha mai sbagliato e non lo ha fatto nemmeno in questa serata delicata e afosa, con mia grande gioia e sorpresa, regalandomi un ricordo prezioso di un concerto che custodirò gelosamente nel cuore.


Il palco è già pronto per l'esibizione, con il pianoforte dell'artista sulla destra, mentre sulla sinistra troviamo una simpatica tastiera, per offrire gli effetti sonori più disparati durante l'esecuzione. Tori arriva, vestita, per i suoi standard, in modo piuttosto sobrio e leggero, vista la temperatura nel tendone, con un'ampia camicia verde e dei vistosi leggings argentati. Appena si siede, posando una mano su un pianoforte e l'altra sulla tastiera, partono le emozioni con "Beauty Of Speed", in una veste convincente eseguita solo al piano. La voce sembra essere sicura e decisa più del solito, in virtù del fatto che l'artista è sola di fronte al piano e la band non l'accompagna per questa serie di date (più tardi nella serata, sono stata grata alla band per essere rimasta a casa). Con mio grande stupore, si prosegue con "Girl", con un piccolo pasticcio nell'esecuzione da parte della cantautrice, ma gli incoraggiamenti del pubblico accorso al concerto, decisamente numeroso, non tardano e lei ringrazia e continua con un'incolore (perché è proprio così la canzone, non l'esibizione) "That Guy", tratta dall'ultimo album "Abnormally Attracted To Sin".

 

toriamos_report_2010_01

 

L'energia inizia a farsi sentire e scorre potente tra il pubblico e la musicista, che propone un'energica "Caught A Lite Sneeze". La voce acquisisce sicurezza e spicca il volo, osando come da qualche tempo non faceva più e l'esecuzione al piano è sicura e precisa. Toccante e veramente ben eseguita "Doughnut Song", che trasuda malinconia e dolcezza al tempo stesso, in pieno stile "Boys For Pele". Questi sentimenti volano via con "Space Dog" e con una "Dragon" che a momenti stento a riconoscere. Fresca, accattivante e con qualcosa di magico nelle atmosfere. La magia sfuma nella struggente "Northern Lad", senza dubbio uno degli apici della serata a livello emotivo. Il pianoforte si improvvisa chitarra e Tori Amos propone una bellissima versione di "I'M On Fire" di Bruce Springsteen. Si riprende il volo con un'eterea versione di "Bouncing Off Clouds", apprezzata soprattutto per quella aura di buon umore che trasmette. Un altro momento d'oro è costituito da "Gold Dust", uno dei brani migliori di "Scarlet's Walk", combinato ad un'ottima versione di "Siren", brano ostico da eseguire al piano; ecco Tori suonare senza alcuna sbavatura una delle sue migliori b-sides. L'entusiasmo continua sull'onda di "Rattlesnakes" e di una meravigliosa ed emozionante "Yes, Anastasia". Qui è doverosa una piccola osservazione: questo brano era stato già suonato lo scorso Ottobre a Milano, con risultati poco felici e pare quasi che l'artista l'abbia proposta nuovamente scusandosi per la brutta versione di qualche mese prima. Non c'è dubbio, la Nostra si è fatta ampiamente perdonare con una voce brillante e cristallina che non ha temuto di cimentarsi con i passaggi più difficili. Essendo anche uno dei brani che preferisco in assoluto, potete ben immaginare la commozione nel sentirla così ben suonata e nel sentire Tori in gran forma. I brividi proseguono, prendendo sempre da "Under The Pink" l'oscura "Bells For Her", eseguita suonando sia la tastiera che il pianoforte, con degli effetti sonori cullanti e surreali. Suggestiva e affascinante, se ascoltata con l'umore giusto. L'onnipresente e allegra "Take To The Sky" chiude l'esibizione in un clima frizzante e decisamente contento della serata offerta da un'artista che ha sfoderato un'ottima scaletta e un'esibizione coinvolgente e precisa, con pochissime sbavature.

 

Sopresa negli encore: Tori Amos è sempre stata piuttosto capricciosa e lunatica nella scelta delle canzoni, per cui rientra sul palco dicendoci che la prossima canzone non era prevista nella scaletta della serata. Ci si alza e ci si avvicina come di consueto al palco per il gran finale. Si tratta della bellissima "Personal Jesus" dei Depeche Mode (conosciuta anche per una bellissima versione ad opera di Johnny Cash, di gran lunga migliore dell'originale), resa dalla Rossa in chiave più blues e decisa. Sapendo a posteriori che questo brano ha sostituito la delicata "China", un brano da me molto apprezzato, fa crescere la mia curiosità di sentirla in futuro. Il sipario cala con la dolce "Hey Jupiter", per chiudere un concerto che ha letteralmente sradicato ogni dubbio. Tori Amos, quell'artista che riesce ad emozionare e a commuovere, c'è ancora. Probabilmente, nei tour con la band non riesce a rendere quanto vorrebbe e sbaglia molto di più, sentendosi meno libera di divagare e costretta a seguire la performance dei compagni, ma nella sua dimensione più congeniale, dove forma un'accoppiata formidabile con il suo inseparabile pianoforte, osa molto di più e si sente molto più sicura delle proprie capacità. E per noi diventa sempre un piacere sentirla cantare e suonare. Grazie, Tori!

 

01. Beauty Of Speed
02. Girl
03. That Guy
04. Caught A Lite Sneeze
05. Doughnut Song
06. Space Dog
07. Dragon
08. Northern Lad
09. I'm On Fire (Bruce Springsteen Cover)
10. Bouncing Off Clouds
11. Gold Dust
12. Siren
13. Rattlesnakes
14. Yes, Anastasia
15. Bells For Her
16. Take To The Sky

 

17. Personal Jesus (Depeche Mode Cover)
18. Hey Jupiter

 

Per la foto si ringrazia A. Redaelli




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