Reduci da un eccellente concerto in quel di Bologna a supporto dei Black Sabbath, la Black Label Society di Zakk Wylde si ripresenta al pubblico milanese nel ruolo che meglio le si addice, da headliner, la giusta occasione per promuovere il nuovo (discusso) album, "Catacombs Of The Black Vatican". Ma, fate bene attenzione, non sarà una giornata perfetta.
Le prime avvisaglie nel tardo pomeriggio, quando poco prima di gustarci il meet & greet riservato ai nostri lettori e ai fan irriducibili che hanno acquistato un VIP ticket sui canali ufficiali del gruppo, promoter e crew ci comunicano di un furto da poco avvenuto all'interno del tourbus (si parla di portafogli e di materiale sensibile) che ha fatto letteralmente imbestialire staff e musicisti. E, per dovere di cronaca, a questo fatto deplorevole si aggiunge l'annosa polemica dei commercianti di falso merchandising, abusivi of course, e al bagarinaggio illegittimo: la crew americana e quella olandese ci hanno chiesto di informare i lettori, e di sottolineare che sono rimasti basiti d'innanzi al livello di inefficienza del nostro sistema (e qui l'organizzazione, tra l'altro impeccabile, non c'entra nulla: il problema è l'Italia e la sua becera mentalità). Incassiamo e portiamo a casa, una volta ancora.
Il meet & greet, per fortuna, si è svolto senza particolari problemi anche se nell'aria la tensione era palpabile. L'indisponente rigore del personale americano, probabilmente legato ai fatti di cui sopra, non ha messo del tutto a proprio agio gente che aspettava da una vita una stretta di mano da Zakk e soci. Va segnalato che la band, seppur "delicatamente" distaccata, si è comportata in modo molto professionale.
Parliamo di musica, e anche qui le notizie non sono ottime come invece siamo soliti annotare quando di mezzo c'è la band di Mr. Wylde. Il concerto della Black Label Society è cominciato alle 21.10 ed è terminato alle 22.35. Un'ora e mezza scarsa, totalmente privo dei canonici bis. Zakk Wylde ha fatto "cantare" le sue chitarre, as usual, ma i volumi altissimi hanno messo a dura prova l'intero impianto audio del locale che in più di un'occasione gracchiava pericolosamente. Il tutto poi si è riversato a cascata sui suoni che sono stati penalizzati da inizio a fine concerto e, non ultimo, la voce di Zakk andava e veniva come se il fonico si dimenticasse di accendere il microfono.
Certo, poi possiamo incensare senza alcun problema (ma ce n'è davvero bisogno?) la prova dello straordinario chitarrista, che da sola è valsa il prezzo del biglietto, e di quei dieci e oltre minuti di assolo che hanno lasciato l'intero Alcatraz col fiato sospeso. Tra i grandi classici non potevano mancare "Stillborn", "In This River" (non era meglio in versione piano-voce?) e "Concrete Jungle", il resto della cortissima scaletta prevedeva quattro brani estratti dal nuovo disco ("My Dying Time", "Heart Of Darkenss", "Damn The Flood" e "Angel Of Mercy") e altri sette pescati da un corposo repertorio. Per quanto ci riguarda però, un pezzo come "Fire It Up" non dovrebbe mancare mai.
Zakk Wylde saluta baciando più volte una maglietta dell'Italia riportante sul retro il logo della BLS, e nonostante tutto usciamo dal locale parzialmente soddisfatti. Ci aspettavamo di più, innegabile, ma complice il caos che si è creato dal primo pomeriggio lo show ne ha pagato in modo direttamente proporzionale: ce lo facciamo andare bene lo stesso, anche perché stiamo pur sempre parlando di un gruppo che svolge degnamente il proprio compito anche quando la giornata non va per il verso giusto. Strano che sia successo proprio in Italia...
Setlist:
My Dying Time
Godspeed Hell Bound
Destruction Overdrive
The Rose Petalled Garden
Heart of Darkness
Overlord
Damn the Flood
Guitar Solo
Parade of the Dead
Angel of Mercy
In This River
The Blessed Hellride
Suicide Solution
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Concrete Jungle
Stillborn