Firenze Rock - Day 3: Iron Maiden
16/06/18 - Visarno Arena, Firenze


Articolo a cura di Paolo Stegani

Eccoci giunti alla terza giornata di uno dei più importanti festival che il nostro paese può ormai vantare: l'esplosivo Firenze Rocks. Dopo band del calibro dei Foo Fighters e Guns N' Roses, solo pochi nomi del panorama musicale non avrebbero sfigurato sul palco della Visarno Arena. Uno di questi è quello della leggendaria metal band made in UK di "The Number Of The Beast", "Run To The Hills" ed altre decine di immortali perle heavy: gli Iron Maiden.

 

Il clima è prevedibilmente molto caldo, in tutti i sensi. In attesa dello show serale, l'intrattenimento e la qualità sono garantiti da artisti il cui nome fa la sua figura anche sotto quello degli headliner, e che il popolo dei Maiden, nonostante uno sfoggio incessante di t-shirt che richiamano quasi solamente la band di Harris e Dickinson, dimostra di apprezzare uno dopo l'altro. Ad aprire le danze, alle 16.30, sono gli Shinedown, uno dei nomi di punta negli ultimi anni per quanto riguarda il rock moderno. Fra brani tratti dal nuovo album "Attention Attention" e richiami ai propri esordi come "Enemies" e "Second Chance", si distinguono soprattutto per la capacità di coinvolgere il pubblico. Non una grande qualità del suono in questo primo set, purtroppo, ma gli Shinedown ne escono comunque vincitori (presto online la nostra intervista!).

 

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40 minuti dopo è il turno di Jonathan Davis, noto a tutti per la sua militanza nei Korn e considerato uno dei migliori cantanti del genere di tutti i tempi. Da poco uscito il suo primo album solista "Black Labyrinth", ne ha presentato alcuni brani, fra cui una bellissima versione del singolo "What It Is". Il suo stile inconfondibile e la sua accuratezza vocale lasciano tutti convinti, in un'esibizione senza passi falsi. Accompagnato da una band di altissimo livello, lo scafato frontman ha saputo offrire melodie accattivanti e riff secchi e potenti, regalando un set che non fosse puramente metal ma composto invece di diverse sfumature, esattamente come la sua celebre voce.

 

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Ecco salire sul palco, poco più tardi, un'altra gigantesca realtà del metal: gli Helloween. Recentemente riunitisi per portare in giro il loro nuovo "Pumpkins United World Tour", non hanno certo bisogno di presentazioni, e fra una hit e l'altra, danno il tocco finale all'attesa infuocando gli ultimi momenti che separano dal gruppo headliner. Kai Hansen e Michael Kiske sanno quello che fanno e l'età non sembra aver intaccato la voglia di emozionare i presenti. Di altissimo effetto e livello i loro virtuosismi che invadono l'aere tutto e riportano l'atmosfera della giornata su di un tono più anni '80, anteprima perfetta del sound che tutti stanno aspettando. Un piacere rivederli assieme e così vogliosi di regalare spettacolo. Le tipiche cavalcate veloci della band tedesca, guidate dal doppio pedale lanciatissimo di Daniel Loble, sono la scarica finale perfetta di un pomeriggio dove la potenza l'ha fatta da padrone. Da sottolineare lo speciale medley direttamente dal leggendario debutto "Walls Of Jericho" (1985), tra cui spiccano "Ride The Sky", "Judas" e "Heavy Metal (Is The Law)", oltre all'iconica "Halloween", straordinaria per l'afflato epico e gli spettacolari assoli. Le Zucche di Amburgo mostrano una classe intramontabile che il tempo non riesce fortunatamente a scalfire.

 

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Le 21.15 arrivano più rapidamente del previsto, il tempo è volato sulle ali di note distorte ed assoli a massima velocità, ed ecco infatti che "Doctor Doctor", consueta opener degli show dei Maiden, irrompe nell'aria dell'intrepida Firenze. Ma l'aereo più bello è quello scenico che viene calato dall'alto, accolto dal boato generale, sull'incipit di "Aces High". Improvvisa, brutale, carica: apertura perfetta per uno show perfetto. La qualità tecnica di Nicko McBrain, Adrian Smith & Co. è una delle più rinomate all'interno dell'heavy metal, e la scaletta proposta nelle date di questo nuovo "Legacy Of The Beast Tour" allarga i propri rami in tutti gli angoli della lunga e stellare carriera della band. C'è infatti spazio per brani più ricercati quali "Sign Of The Cross" (da "The X Factor", 1995), "The Clansman" (da "Virtual XI", 1998), introdotta da un sentito discorso sul concetto di 'libertà' e la coppia, graditissima al pubblico, composta da "Revelations" e "Where Eagles Dare" (da "Piece Of Mind", 1983). 

 

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"Scream for me, Firenze!" è il grido di battaglia con cui Dickinson ama, ogni due per tre, lanciare alla carica quello che può definirsi a tutti gli effetti un popolo che canta felice i propri inni. E' un tripudio di cori, assoli al limite delle capacità umane e scenari immaginifici. "Fear Of The Dark", "The Number Of The Beast" e canzoni di questo calibro non sfigurerebbero in ogni caso, ma eccole diventare vere e proprie rappresentazioni teatrali grazie a coreografie e scenari che teletrasportano l'audience in nuovi mondi. Il fiore all'occhiello della band inglese può dirsi proprio questo: saper ancora, senza nessuna difficoltà, trasformare un semplice concerto in un'esperienza artistica a 360 gradi. Se poi, là davanti, c'è quella forza della natura che risponde al nome di Bruce Dickinson, con i suoi salti acrobatici, i suoi mille travestimenti e le sue doti canore eccezionali, coadiuvato naturalmente dall'irrefrenabile Steve Harris, il tutto è non solo più semplice ma ancora più convincente.

 

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"The Evil That Men Do" e "Hallowed Be Thy Name" (fortunatamente re-inserita nella setlist dopo l'assenza causata dalle vicende legali di cui era stata protagonista) accompagnano la chiusura dello show, affidata alla travolgente cavalcata di "Run To The Hills". Eccolo, il Metal, ed ecco la prova che è perfettamente in salute. Eccolo, uno show di Rock'n'Roll con la R maiuscola. Gli Iron Maiden sono ancora là, "dove osano le aquile".

 

SETLIST:

Aces High
Where Eagles Dare
2 Minutes to Midnight
The Clansman
The Trooper
Revelations
For the Greater Good of God
The Wicker Man
Sign of the Cross
Flight of Icarus
Fear of the Dark
Number of The Beast
Iron Maiden
The Evil That Men Do
Hallowed Be Thy Name
Run to the Hills

 

 




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