Iron Maiden
The Book Of Souls: Live Chapter

2017, Parlophone
Heavy Metal

I Maiden sono sempre i Maiden, e questo live album è un piccolo capolavoro...
Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 23/11/17

Seguendo una tradizione ormai consolidatasi nel corso degli anni, gli Iron Maiden chiudono il discorso attorno all'ultima fatica in studio "The Book Of Souls" con la pubblicazione di un ulteriore live album. Tempismo quasi perfetto, se consideriamo la concomitanza con l'imminente tour "Legacy Of The Beast" che li vedrà di nuovo fra i sicuri protagonisti dell'estate 2018. Stare qui a disquisire sulla necessità di un ennesimo disco live lascia il tempo che trova e, siccome anche noi come voi subiamo ancora il fascino della più grande metal band della storia, non potevamo certo risparmiarci l'ascolto di questa nuova release.

Rilasciato nei più disparati formati possibili, "The Book Of Souls: Live Chapter" smentisce i pronostici che preannunciavano "il solito live" e stupisce su più fronti: non solo perché fotografa una band in perenne stato di grazia, ma anche per tutta una serie di fattori oggettivi che danno un senso alla pubblicazione dell'opera. Sin dal primo ascolto sarete catturati dalla qualità delle registrazioni, scordatevi il pasticcio di "Rock In Rio" o la svogliatezza dei vecchi "Real Live", su "Live Chapter" tutto si sente perfettamente, splendida cornice per una band che suona senza sbavature. Che sia un segno della definitiva maturità? Se i giovani sapessero, se i vecchi potessero, diceva un vecchio adagio, i Maiden sopperiscono al passare del tempo con un approccio live più ragionato ma che non disperde l'adrenalina che da sempre caratterizza i loro show. La scelta di selezionare i pezzi in scaletta da concerti differenti si rivela più azzeccata che mai e consente di prendere soltanto il meglio del meglio.
 
maiden_live 
Tradizione vuole che la scaletta sia incentrata sull'ultimo arrivato, in questo caso "The Book Of Souls", ma l'inserimento di autentiche chicche saltuariamente recuperate negli anni e amatissime dai fan, e ci riferiamo a pezzi come "Powerslave" (registrata in occasione della data di Trieste), "Children Of The Damned", "Blood Brothers" e "Wasted Years", scongiura lo sbilanciamento verso quella parte di repertorio non ancora del tutto familiare, anche se la title track, "The Red And The Black" (con il suo break strumentale fra i più belli della band inglese) e un po' tutti i nuovi pezzi dal vivo guadagnano punti vertiginosamente.
 
Tony Newton, l'uomo che ha affiancato Steve Harris nella produzione di "Live Chapter", ha lavorato con i Maiden saltuariamente in passato ma sembra davvero avere una marcia in più rispetto all'assai più blasonato Kevin Shirley. Che i problemi dei Maiden oggi si concentrino tutti nella console dello studio di registrazione?  In attesa di trovare una risposta, godiamoci il loro live più bello dai tempi di "Live After Death". Il dibattito è aperto.




01. If Eternity Should Fail - Sydney, Australia
02. Speed of Light - Cape Town, South Africa
03. Wrathchild - Dublin, Ireland
04. Children of the Damned - Montreal, Canada
05. Death or Glory - Wroclaw, Poland
06. The Red and the Black - Tokyo, Japan
07. The Trooper - San Salvador, El Salvador
08. Powerslave - Trieste, Italy
09. The Great Unknown - Newcastle, UK
10. The Book of Souls - Donington, UK
11. Fear of the Dark - Fortaleza, Brazil
12. Iron Maiden - Buenos Aires, Argentina
13. Number of the Beast - Wacken, Germany
14. Blood Brothers - Donington, UK
15. Wasted Years - Rio de Janeiro, Brazil

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