Rhapsody Of Fire
The Cold Embrace Of Fear [EP]

2010, Nuclear Blast
Power Metal

...è sempre più Hollywood Metal...
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 14/10/10

La conclusione della querelle giudiziaria con Magic Circle e la firma con una label che lascerà loro totale libertà d’espressione, ha giovato ai Rhapsody Of Fire, tornati a trionfare con un disco di qualità, "The Frozen Tears Of Angels", e pronti a cavalcare l’onda del ritrovato successo con un EP fortemente voluto dal chitarrista Luca Turilli, "The Cold Embrace Of Fear", presentato come un’oscura romantica sinfonia. In realtà l’EP in questione, che è composto da un unico brano suddiviso in sette atti della durata complessiva di trentacinque minuti, è stato in parte realizzato durante le fasi di registrazione dell’ultimo album, poi ripreso in un secondo momento, sviluppato e rifinito a dovere. Il risultato è come al solito sorprendente.


Il sound accattivante e assai melodico è sempre più in sintonia con l’immagine hollywoodiana che Luca Turilli reclama da tempo, tanto da indurmi a considerare la musica dei Rhapsody Of Fire come quella in assoluto più vicina, nel mondo del metal sinfonico, ad una colonna sonora cinematografica… non ci sono né Nightwish né Blind Guardian che tengano. I testi, basati sulla “Dark Secret Saga”, sono strettamente connessi con quelli del disco precedente, ma è la magia scaturita dalla musica a catalizzare le attenzioni. I primi due atti sono introduzioni narrate (Christopher Lee ci ha preso gusto), utili a creare suspence per il brano letale, quello su cui si concentrano tutti gli sforzi di questa uscita: “The Ancient Fires Of Har-Kuun”. Quindici minuti di sinfonia pura, geometrie strumentali e girotondi tra voce, fiati, assoli di chitarre, tastiere e  accompagnamenti in acustica. A vincere è il ritornello, una stupenda progressione che ricorda i Rhapsody del primo "Symphony Of Enchanted Lands". Turilli & Co lo sanno bene, anche perché è proprio sul refrain della suite che si poggia tutto l’EP: lo ascolteremo riadattato nella ballata medievale “Neve Rosso Sangue” e nella successiva “Erian’s Lost Secrets”, un mezzo tempo al quale, però, potevano evitare la base ritmica identica a quella di un paio vecchi brani. L’epilogo narrato, “The Angel’s Dark Revelation”, è affidato ancora una volta a Mr. Lee e alla sua interpretazione in Orson Welles style.


Più per pignoleria che per dovere di cronaca, mi permetto un appunto sulla sola dizione di Fabio Lione, nonostante la buona prova del singer: passi il difetto di pronuncia quando c’è di mezzo un “gli” (la frase “neve sciogli al sol” nel ritornello del quinto atto diventa in automatico “neve scioii al sol”), ma perché pronunciare alcune T di parole in italiano con l’accento inglese? (vedi, tra le altre, “eTerno fuoco” al minuto 7.35 dell’atto terzo).


Poco male, perché stiamo parlando di un gruppo che sa intrattenere, che sa stupire. “The Cold Embrace Of Fear” è Rhapsody al cento per cento, ispirato e compiuto: i fan della band lo prenotino seduta stante, i prevenuti restino alla larga. Avanti col prossimo disco.





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