Sebbene i Dark Tranquillity si siano sempre resi protagonisti, perlomeno nel primo decennio di carriera, di cambiamenti stilistici più o meno marcati tra un album e l’altro, quando si pensa alla band di Goteborg generalmente per associazione di idee viene in mente un solo titolo: “The Gallery”. E’ questo infatti il Disco (scritto volutamente in maiuscolo) per antonomasia di Stanne e soci, quello con cui è arrivata la consacrazione internazionale, che ha fatto da trampolino di lancio per una luminosissima carriera e considerato, a ragione, uno dei lavori basilari del famigerato death melodico svedese.
Nonostante la giovane età media del quintetto, che si aggirava sui ventidue anni scarsi, è innegabile la maturità tecnica e soprattutto artistica raggiunta con questo platter dai Dark Tranquillity, già padroni di un proprio sound, oltretutto plasmato in poco tempo, che poi sapranno evolvere con gli anni a venire con grande maestria; i lavori successivi del gruppo del resto sono lì a testimoniarlo.
Ma veniamo al disco in questione: stando alla definizione, una “galleria” è un luogo che contiene opere d’arte e “The Gallery”, sotto questo punto di vista, non è da meno. Già dall’opener, l’ormai celeberrima “Punish my Heaven”, ci si rende facilmente conto della caratura del disco, stiamo infatti parlando di una delle canzoni elette a simbolo del genere, praticamente immancabile nei concerti degli svedesi, ed il motivo della sua fama è presto detto: in poco più di quattro minuti è in grado di sprigionare energia ed emozioni sulla pelle di chi l’ascolta come poche altre, grazie al connubio tra la voce rabbiosa di un Mikael Stanne in formissima e le melodie tracciate dalle chitarre, talvolta furiose e trascinanti, talvolta malinconiche e sognanti. Benchè, come detto, il livello del disco sia altissimo ci sono poche canzoni in grado di accostarsi per bellezza alla sopracitata, una di queste è però sicuramente “Lethe”, probabilmente la migliore di tutta la discografia dei Dark Tranquillity: un vero e proprio inno alla disperazione, arricchito da un testo drammatico e perfettamente espresso come sempre dall’ottimo cantante svedese. Appunto le lyrics, il cui autore è il rosso singer, si dimostrano ancora una volta valore aggiunto del platter e, come ben sanno gli appassionati, la cosa non è una novità per i nostri, e nello specifico di “The Gallery” costituiscono un altro aspetto che rafforza la maturità artistica della band. Mikael Stanne sugli scudi dunque, anche per la prestazione dietro il microfono, espressivo come poche altre volte nella sua carriera ed in grado quindi di incarnare perfettamente la rabbia e la malinconia manifestata proprio dai testi ed esaltata dal riffing di Niklas Sundin e Fredrik Johansonn.
Ho scelto di raccontarvi solo due delle canzoni contenute in “The Gallery” perché tra tutte le ritengo le più rappresentative, ed in effetti sono probabilmente le più famose all’interno del disco. In realtà tutte sarebbero degne di una descrizione perché tutte contribuiscono a rendere questo album il capolavoro che è, basti pensare al gioiello “…Of Melancholy Burning”, in cui è semplicemente memorabile l’intreccio vocale tra lo screaming di Stanne e il pulito di Eva-Marie Larsson; del resto come vuole una regola non scritta ma spesso valida, un grandissimo album non poteva che chiudersi con un grandissimo pezzo, forse il più particolare del lotto. Lasciatemi aggiungere che, per quanto sia diretto, non si può certo dire che “The Gallery” sia un disco “facile”, è allo stesso tempo melodico e aspro, malinconico e rabbioso, e la mistura di tutto questo non la si può certo comprendere appieno in una manciata di ascolti, quindi armatevi di pazienza e non ve ne pentirete.
Che dire in conclusione, non esistono francamente motivi validi per non ascoltare il disco in questione, soprattutto se il metal estremo è il vostro pane quotidiano, anzi in questo caso “The Gallery” dovrebbe essere sulla vostra mensolina insieme ai vostri dischi preferiti, pronto ad essere inserito nello stereo e a farvi godere.
“We are the outstretched fingers that seize and hold the wind”.
Dark Tranquillity
The Gallery
1995, Osmose Productions
Death Metal
01. Punish my Heaven
02. Silence and the Firmament Withdrew
03. Edenspring
04. The Dividing Line
05. The Gallery
06. The one Brooding Warning
07. Midway Through Infinity
08. Lethe
09. The Emptiness from which I fed
10. Mine is the grandeur…
11. …Of Melancholy Burning
- Recensione di Skydancer
- Recensione di We Are The Void
- Recensione di The Mind's I
- Recensione di Projector
- Recensione di Of Chaos And Eternal Night
- Recensione di Haven
- Recensione di Damage Done
- Recensione di Character
- Recensione di Fiction
- Recensione di Construct
- Recensione di Atoma
- Dark Tranquillity (Mikael Stanne) - 28/05/13
- Dark Tranquillity (Mikael Stanne) - 15/11/16
- 'We Are The Void' Tour - Dark Tranquillity - 09/10/10
- Metalfest 2012 Italy, Dark Tranquillity
- Dark Tranquillity: lo Studio Report di Moment
- 17/09/21 : Dark Tranquillity e Ensiferum presto in Italia
- 12/09/20 : Dark Tranquillity: in arrivo a novembre il nuovo album "Moment"; disponibile il primo singolo "Phantom Days"
- 22/12/17 : Dark Tranquillity: annunciata una data in Italia con gli Equilibrium e ospiti speciali