Anathema
A Sort Of Homecoming [CD/DVD]

2015, Kscope
Progressive Rock

Se siete in ansia per gli ultimi regali di Natale, fermatevi alla Cattedrale di Liverpool in compagnia degli Anathema.
Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 24/12/15

Diciamo la verità, dai tempi del loro ritorno sulle scene dopo il lungo silenzio che ha anticipato la pubblicazione di "We're Here Because We're Here", gli Anathema ci hanno un po' viziato. La malinconia che da sempre caratterizza il repertorio della famiglia Cavanagh ha raggiunto un grado maggiore di profondità, concretizzatosi nei due successivi lavori in studio ed esaltato dalla dimensione live ("Universal"); forse non è un caso che la svolta sia venuta a coincidere con l'inizio della collaborazione con Steven Wilson, ed è un dato di fatto che dal ritorno in studio le cose abbiano girato diversamente in casa Cavanagh con grande beneficio in termini di risultati artistici e commerciali. Gli Anathema sembrano avere preso gusto nel rendere la loro musica sempre più sofferta ed emozionale, confezionandola ogni volta in modo sempre più appetibile.
 
"A Sort Of Homecoming" è la stupefacente testimonianza dello show tenutosi lo scorso 7 marzo nella suggestiva cornice di uno degli edifici religiosi più grandi d'Europa, nonché simbolo della loro città natale. Fra intimismo e magniloquenza, l'abito da sera indossato dai fratelli Cavanagh questa volta ha lo stile sobrio e severo della neogotica cattedrale di Liverpool e il suono tenue di una chitarra acustica. L'esperienza è di quelle che non passano inosservate, siate o no fans della band. Si presentano all'altare in formazione a tre, col solito Daniel, Vincent e Lee Douglas, la cui voce è una componente ormai imprescindibile nella musica degli inglesi. Daniel si diverte ancora una volta a fare il mattatore mentre costruisce gli arrangiamenti registrando e mandando in loop sequenze di accordi, mentre la dimensione intima del concerto esalta il contrasto delle due voci. Non manca il supporto della sezione ritmica dei soliti di John Douglas e Jamie Cavanagh, oltre al violoncello di Dave Wesling, già presente in "Hindsight" e "A Moment In Time", ma è il suggestivo violino di Anna Phoebe a regalare una versione di "Anathema" che vale da sola il prezzo dell'acquisto.
 
Noi pensavamo di aver sentito tutto con gli Anathema e in un certo senso restiamo di questa idea, da ora in avanti la band farebbe bene a guardare avanti e riconsiderare uno schema che per quanto vincente, inizia a dare segni di ripetitività. Detto, questo il prodotto ha un valore tale che porta a zero qualsiasi considerazione di carattere generale: anche spogliando la loro musica gli Anathema riescono comunque a far parlare le emozioni. Quindici brani per cento minuti acustici ad alta definizione, sconsigliati ai deboli di cuore. Non dite che non ve l'avevamo detto.




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