Deep Purple
From The Setting Sun… (In Wacken)

2015, earMusic
Hard Rock

Doppia nuova pubblicazione, doppia nuova garanzia di potenza live.
Recensione di Giulio Beneventi - Pubblicata in data: 16/09/15

Forti di un album che due anni fa è riuscito a ricacciare in bocca ai critici le accuse di vivere soltanto del passato e le varie sterilità ivi comprese, i Deep Purple si sono imbarcati da allora in un lungo tour che ancora oggi non è terminato e che si appresta a ritoccare per la seconda volta la nostra penisola a fine ottobre. Molti sono stati i concerti memorabili e tante le prove che la band inglese ha tutt'ora un bel tiro dal vivo e ancora molto da dire anche nell'era moderna. Era perciò abbastanza scontata la volontà di documentare anche questa ultima vittoria, data anche la puntualità meccanica di ogni pubblicazione dei veterani anglofoni per ogni avvenimento.
Un po' meno prevedibile la natura di doppia opera con due uscite gemelle, una per ogni anno -2013 e 2014- passato in giro per il mondo lungo il Now What?! World Tour. La scelta ricade su due date live centrali: Wacken da una parte, Tokyo dall'altra. Un grande festival in una mano, una storica sala concerti dall'altra. Europa e Asia. Occidente e Oriente.

Sono due album perfettamente paritetici? Uno è migliore dell'altro? Se lo chiedessimo a Ian Paice o a qualcun'altro della band di Hertford di sicuro ci guarderebbe storto, quasi gli avessimo appena chiesto quale sia il suo figlio preferito. Meglio risolvercela tra di noi dunque, andando a vedere le due nuove pubblicazioni live in parallelo, nelle loro omogeneità e differenze.

 

 

Wacken, Germania

 

Dunque, Wacken. Wacken è il rock, una realtà di successo oltre ogni immaginazione. È la patria dell'Open Air, il Festival metal amburghese con la F maiuscola, dove tutte le rockband firmatarie devono portare obbligatoriamente sul palco litri di energia e adrenalina quanto sono quelli di birra che scorrono in quelle giornate. Roger Glover e company scelgono per l'occasione una scaletta calda sin dal principio: l'esibizione tedesca - filmata da 9 videocamere in HD e mixata dai prodi Eike Freese e Alex Dietz - è così più orientata verso il passato e i suoi classici cavalli da battaglia, sin dall'apertura con la storica "Highway Star", ormai latitante nelle setlist più recenti. A dirla tutta, l'opener risulta poco consona con la marcia della guerra introduttiva ("Mars, The Bringer Of War" di Gustav Holst), ma assieme alla stoccata seguente "Into The Fire - Hard Lovin' Man - Strange Kind Of Woman" va a formare un poker che già infiamma la marea di gente tatuata e vestita di pelle (la stima del pubblico si aggira attorno alle 70.000 unità). Preziosa anche quella "No One Came" del secondo cd che mancherà in Giappone, sonora dimostrazione di come le tracce di "Fireball" dal vivo siano sempre tra le migliori nel repertorio dei Deep.

Se poi l'ugola di Ian Gillan è per ovvie ragioni al suo definitivo capolinea, giunta al punto storico più basso della sua carriera dopo decenni battaglie e grandi onori, l'apporto tecnico di Steve Morse e Dan Airey è invece al suo massimo splendore, supportato solidamente dalla sezione ritmica più che ferrea e smagliante di Paicey e Glover.

 

Wacken brilla così per diverse tracce molto energiche e riuscite -su tutte "Space Truckin'" e la sempre splendida "Lazy"-, per la comparsata molto apprezzata di Uli John Roth sulle note eterne di "Smoke On The Water", oltre che per il calore del pubblico e l'atmosfera surriscaldata.
Nel formato Blu-Ray poi tutto è più godibile: si tratta infatti della prima pubblicazione in assoluto della band in versione 3D, importante punto che lo renderà ancor più interessante agli occhi dei collezionisti, completisti e feticisti del profondo porpora.

 

Andiamo ora a vedere come se la cava in risposta la controparte nipponica, comunque già sottolineando senza dubbio la chiara bontà di questo live tedesco.

 

(Continua nella recensione dedicata a Live In Tokyo... CLICCA QUI)





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