Foto di copertina: Nick Fancher

A due anni da “Versatile”, i Pop Evil tornano più carichi che mai con “Skeletons”, un album che mette in mostra tutte le componenti più aggressive della band e che presenta anche diverse interessanti collaborazioni. Abbiamo parlato di questo e di molto altro con il frontman, Leigh Kakaty.

Ciao Leigh, bentornato su SpazioRock! Il vostro nuovo album “Skeleton” sta per uscire, immagino che siate molto impegnati. Come sta andando?

Sì, ci sono sempre tante cose da fare, ma sono decisamente eccitato, è sempre bello avere musica in uscita. Mi sembra che stiamo lavorando a questo album da sempre. Non vediamo l’ora che esca e poi non vediamo l’ora di tornare in tour per fare quello per cui siamo nati.

Il primo singolo “Eye Of The Storm” è uscito quasi un anno fa. Come mai avete deciso di pubblicare un singolo così presto? All’epoca le altre canzoni erano già state scritte?

Dopo la pandemia il modo di pubblicare le canzoni per noi è un po’ cambiato. Dopo aver pubblicato l’album precedente non il tour è saltato e a quel punto volevamo avere qualcosa di nuovo da pubblicare, in modo da non rimanere fermi. “Eye Of The Storm” è un brano che abbiamo scritto senza pressioni, divertendoci e a quel punto abbiamo deciso di pubblicarlo per questi motivi. Il resto dell’album non era ancora pronto, al momento eravamo più o meno a metà, quindi poi ci siamo presi un annetto prima della pubblicazione.

Questo album è decisamente più aggressivo di quello precedente. C’è qualche canzone meno pesante, ma non le definirei comunque ballate. Quindi a questo proposito, come avete lavorato questa volta?

Prima di tutto direi che è dipeso dal fatto che questa volta abbiamo lavorato con un solo produttore, mentre invece per “Versatile” avevamo lavorato con più persone. Per il self-titled avevamo lavorato con Kato Kandwhala, ma purtroppo poco dopo l’uscita di quell’album ha avuto un incidente e non ce l’ha fatta. Questo avvenimento ci han scioccato e abbiamo avuto l’impressione di dover riniziare da capo, perché per una band il produttore è anche un mentore, un amico. Il suo contributo è sempre molto importante per la riuscita dell’album, per far sì che i pezzi suonino in un certo modo e così via. Abbiamo trovato la persona giusta in Drew Fulk. Abbiamo parlato di quello che volevamo fare con “Skeletons” e abbiamo lavorato molto bene insieme. Credo che con questo album saranno molto contenti i nostri fan storici, siamo tornati su elementi che negli ultimi album avevamo lasciato un po’ da parte, suoni più aggressivi e così via.

Un’altra cosa che mi piace molto è il fatto che avete pubblicato come singoli pezzi che sono molto pesanti e aggressivi. Di solito si predilige un altro tipo di canzone come singolo, ma credo che in questo caso la scelta sia ottima, sono brani pesanti, ma allo stesso tempo riescono ad essere orecchiabili.

Sì, abbiamo preso questa decisione per ricordare alla nostra fanbase quanto fortemente siamo influenzate dall’hard rock e dal metal. Poi comunque le radio evolvono, qualche anno fa negli Stati Uniti canzoni come queste non sarebbero passate in radio, o comunque di certo non sarebbero state nei primi posti delle classifiche. Fortunatamente per noi ora si prediligono cose più aggressive. Comunque poi dipende anche dai periodi, anni fa ho passato momenti difficili e la conseguenza è stato scrivere pezzi più pesanti e dark, poi questo aspetto è cambiato un po’, ma ora con la pandemia e tutto il resto ci è sembrato il momento giusto per tornare a scrivere quel tipo di musica. Ci sono anche influenze dal metalcore. Insomma, volevamo far vedere ai fan che questi siamo noi e ricordargli da dove veniamo e che siamo ancora qui. È divertente cercare di sorprendere sempre la fanbase.

A proposito dei temi, mi piace molto che i testi siano abbastanza dark, ma che ci siamo comunque un po’ di speranza. È come dire, è normale avere pensieri negativi, ma possiamo sempre risollevarci.

Sì, credo che questo sia un punto molto importante. Ovviamente non è che perché ci piace il metal e vestiamo di nero, allora siamo sempre tristi [ride, ndr]. Pensando al mio passato, quando mi trovavo in momenti bui e magari non riuscivo ad avere il giusto contatto con le persone a me vicine, c’era la sempre la musica a risollevarmi. Quindi credo che come band abbiamo una responsabilità nel comunicare questi aspetti attraverso la nostra musica. Nonostante tutto c’è sempre un motivo per avere speranza e andare avanti. Quando scrivendo, ci accorgiamo che la musica ci comunica questo, allora è importante, perché pensiamo che questo può valere anche per chi ascolterà queste canzoni. Per noi è molto importante cercare di portare positività attraverso la musica. Nello specifico in questo album, credo che si possano sentire le sensazioni negative dovute dalla pandemia, così come quelle positive per esserne usciti. Siamo contenti di poter finalmente tornare in tour e vedere dove ci porterà questo progetto.

Questo album presenta anche alcune collaborazioni. L’ultima canzone, “Raging Bull”, vede la partecipazione di Zillion e non è la prima volta che collaborate, visto che avete lavorato insieme al brano “War Inside Of Me”. Come mai avete deciso di farlo di nuovo?

Sì, ormai è un paio di anni che lavoriamo insieme. Trovo che sia molto bello aiutarsi e sostenersi a vicenda, soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di artisti nuovi e giovani. Si lavora bene insieme e si dà anche l’opportunità ai fan di conoscere qualcosa di nuovo e di qualità. Quando stavamo lavorando a “Raging Bull” ci siamo resi conto che aveva qualche influenza hip hop e ho pensato che Zillion fosse perfetto perché anche lui ha questa attitudine un po’ rock e un po’ hip hop. È stata una cosa molto lineare, è stato un piacere fare questa collaborazione e anche per le altre è lo stesso, è stato divertente. In realtà tutto l’album è stato divertente da scrivere e credo davvero che rispetto ai precedenti questo sia davvero fantastico. Non vedo l’ora che esca per sapere cosa ne pensa la gente.

Foto: Nick Fancher

Parlando invece delle due altre collaborazioni, “Wrong Direction” e “Dead Reckoning”, che sono due delle canzoni migliori dell’album, come siete entrati in contatto con i Devour The Day e i Fit For A King?

Per i Devour The Day è molto semplice, Joey suona con loro e Blake Allison hanno suonato diverse volte con noi dal vivo. Ci conosciamo da molto tempo e quando gli abbiamo proposto questa cosa sono stati subito d’accordo. Un giorno eravamo in camerino e mi hanno fatto sentire una canzone che avevano scritto per conto loro, mi è piaciuta così tanto che ho voluto immediatamente che fosse nel nostro album. Ovviamente sto parlando di “Wrong Direction”. Ma volevo che cantasse Blake, io dovevo fare solo la seconda voce, quindi ci abbiamo lavorato in tour, mi ricordo che abbiamo registrato alcune parti in una camera di un hotel. È stato davvero bello lavorare con loro, mi ha riportato alla mente i vecchi tempi in cui suonavano insieme da ragazzini. Tutte le collaborazioni comunque sono state scritte verso la fine dell’album, volevamo fare qualcosa di diverso a quel punto, sentire altri musicisti e per quanto riguarda “Dead Reckoning” abbiamo pensato a un pezzo che fosse metalcore, ma alla maniera dei Pop Evil. Ci abbiamo lavorato ed è venuto fuori un gran pezzo, quindi abbiamo pensato di chiedere a Ryan Kirby se fosse interessato. Lui non solo era interessato, ma in 24 ore ci ha mandato tutte le parti vocali e il risultato era ovviamente fantastico. Eravamo convinti che sarebbe piaciuta ai fan quanto a noi ed effettivamente quando l’abbiamo pubblicata la risposta è stata fantastica. Siamo sempre molto contenti di collaborare con altri artisti, ci sono generi diversi che possono funzionare molto bene insieme.

Sì, oltre ad essere una grandissima canzone, trovo molto interessante vedervi in questa veste metalcore. È strano sentire una vostra canzone con questi suoni, ma ascoltandola si sente comunque che è una vostra canzone.

Sì, sicuramente per i fan è strano sentire una cosa simile da parte nostra. Per noi forse un po’ meno, perché anche se non le abbiamo mai pubblicate, negli anni abbiamo scritto diverse canzoni metal. Ma anche per questo eravamo davvero curiosi di vedere le reazioni. E sarà anche interessante vedere se e come si evolveranno queste influenze nella nostra musica in futuro.

Andrete in tour tra pochissimo. Siete pronti?

In questo momento no. Quando sarà il momento sì [ride, ndr]. Sarà anche divertente vedere come integrare le canzoni nuove con quelle vecchie. Ovviamente suoniamo le canzoni vecchie non perché dobbiamo, ma perché vogliamo, quindi vogliamo scegliere al meglio quali mettere in scaletta. E questo è comunque un aspetto che con il tempo si evolve. Alla fine sono i concerti che ti dicono come funzionano le canzoni in una scaletta, quindi poi vedremo con il tempo.

Dopo il tour negli Stati Uniti, sarete in Europa a maggio. Credete che sarà possibile vedervi in Italia?

Ci speriamo. Negli ultimi, tra pandemia e altre cose è stato molto difficile per noi fare molte date in Europa, ma vogliamo venire a suonare più spesso anche lì. La nostra batterista è britannica e anche per questo motivo volevamo venire di più. E sicuramente sarà così, la direzione adesso è questa, stiamo sentendo sensazioni completamente diverse per quanto riguarda i progetti futuri. Siamo davvero carichi e vogliamo veramente venire lì a suonare. Spero davvero di poter girare anche più di una o due città in Italia, ci piacerebbe molto.

L’anno scorso, come tutte le altre band, avete finalmente ripreso i concerti dopo la pandemia. Qual è la cosa che ti era mancata di più dei concerti?

Principalmente i fan e il rapporto con i compagni di band. Oltre a ciò è fantastico stare in giro a suonare, personalmente dopo un lungo periodo chiuso in casa, anche se magari stavo lavorando, mi sentivo particolarmente pigro. Andare a suonare in giro, vedere i fan, vedere posti nuovi è qualcosa che ho nel DNA e non poterlo fare è molto brutto. Oltretutto abbiamo anche l’album in uscita e questo amplifica ancora di più le sensazioni positive. Abbiamo molto da dimostrare e siamo carichi!

Questa era l’ultima domanda, da ultimo vuoi lasciare un messaggio ai fan?

Sì, vorrei ringraziarli per essere sempre con noi. Cercate di tenere duro, credo che nel futuro potremo vederci più spesso e nel frattempo controllate sempre gli aggiornamenti sui nostri social media. Grazie!

Grazie mille per questa intervista Leigh, è stato un piacere!

Grazie a te, buona serata!

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