Dopo un’assenza durata cinque anni, i Sigur Rós fanno nuovamente tappa in Italia, scegliendo come prima meta Padova nella giornata del 3 ottobre. Mentre fuori la “città dei tre senza” inizia ad ingiallire per l’arrivo imminente dell’autunno, il Gran Teatro Geox accoglie i fan della band islandese con una fitta coltre di nebbia. Allo scoccare delle ore 21:00, ora d’inizio previsto, la folla inizia immediatamente a chiedere a gran voce l’inizio del concerto, forse perché curiosi di replicare un’esperienza già passata o ansiosi di assistervi per la prima volta. I Sigur Rós non tardano a rispondere a questa richiesta, salendo sul palco pochi minuti dopo aver spento le luci del teatro, dando vita ad una scenografia semplice quanto efficace, costruita su poche lampadine a led e alcuni effetti di luce. 

Gli islandesi creano da subito la giusta atmosfera esordendo con le prime tre tracce “Untitled” del loro terzo album studio, “( )”. Già dalle prime note di “Vaka”, la voce incantevole di Jónsi colpisce immediatamente il pubblico presente nel teatro – che registra il tutto esaurito -, dando vita ad un uditorio incredibilmente eterogeneo accolto dai suoni della band. È con l’arpeggio di “Samskeyti” che il pubblico inizia a rendersi conto di stare assistendo ad uno spettacolo che pochi gruppi riescono a creare, abilità confermata dall’esecuzione magistrale di “Svefn-g-englar”, riconoscibile immediatamente dal suono della prima nota. Tuttavia, la calma dei primi quattro brani del concerto è presto interrotta dai suoni più cupi e aggressivi della band, provocati in parte dal famoso archetto di Jónsi utilizzato sulle corde della chitarra e in parte dalla capacità della band di dare vita ad effetti sonori evocativi (e talvolta assordanti). Già dalle prime battute del live si può notare infatti la perfetta simbiosi tra i membri della band, evidentemente divertiti e coinvolti nella realizzazione dello spettacolo. Impossibile, ad esempio, non notare la felicità negli occhi del bassista Georg Hólm quando guarda il frontman della sua band lasciarsi andare ai suoi caratteristici falsetti.

Comunque sia, la band intera riesce a dimostrare la sua esplosività con pezzi quali “Ný batterí” e “Dauðalagið”, i quali mettono in mostra sia il ruolo del tastierista Kjartan Sveinsson, sia del batterista (turnista) Ólafur Björn Ólafsson, che crea suoni non dissimili da quelli di un’arma da fuoco. Il live viene dunque interrotto da una breve pausa, prima di essere ripreso dopo una decina di minuti con “Glósóli”, canzone che sancisce l’inizio di una seconda parte del concerto sicuramente più movimentata, tant’è che le urla del pubblico presente iniziano a diventare più forti e frequenti, accompagnate da gesti ed espressioni di grande stupore nel sentire quelle note. È una seconda parte che coinvolge enormemente e che fa sperare in un proseguimento ad oltranza del live, che tuttavia avrà una durata complessiva di poco più di due ore.

Nel complesso, la serata padovana del 3 ottobre verrà certamente ricordata dai fan come una delle esperienze più suggestive, quanto meno dal punto di vista musicale. È risultato veramente incredibile assistere ad un concerto con un pubblico così coinvolto nonostante l’impossibilità di cantare a squarciagola i testi dei brani; la barriera linguistica non ha però impedito ai fan di godere di una esibizione così ben realizzata sotto ogni punto di vista e capace di creare una così profonda alchimia tra il pubblico e la band sul palco. Verrebbe da chiedersi come ci si senta – nei panni dei Sigur Rós – a vedere i volti dei propri fan che esprimono così tante emozioni nell’arco di così poche ore.

Setlist

Set 1:

Untitled #1 – Vaka
Untitled #2 – Fyrsta
Untitled #3 – Samskeyti
Svefn-g-englar
Ný batterí
Gold 2
Untitled #7 – Dauðalagið
Smáskifa

Set 2:

Glósóli
Untitled #6 – E-Bow
Sæglópur
Gong
Andvari
Festival
Kveikur
Untitled #8 – Popplagið

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