È inutile girarci troppo intorno: i concerti non hanno tutti lo stesso peso. Potremmo stare qui per ore a discutere di gusti, preferenze e importanza storica, senza mai venirne a capo; ragion per cui, ci avvarremo dei numeri: quasi 50 anni di carriera, 17 dischi in studio (di cui uno che vanta il titolo di “secondo disco più venduto di sempre”) e un ultimo concerto sul suolo italiano datato 2015. Quanto ora detto non poteva che contribuire a generare un enorme hype per la data italiana degli AC/DC: un hype capace di polverizzare oltre 100.000 biglietti in una manciata di minuti, facendo registrare il sold out alla RCF Arena di Campovolo.

Il 25 Maggio 2024 si preannuncia una data storica e ce ne accorgiamo già il giorno prima dell’evento: trovare un alloggio a Reggio Emilia (e nelle città limitrofe) è praticamente impossibile, e qualsiasi abitante del capoluogo è consapevole della portata di ciò che sta per accadere. La città sta per vivere un evento di enorme portata e, quindi, si è predisposta all’accoglienza di una platea oceanica, bloccando il traffico, predisponendo mezzi di trasporto e, soprattutto, punti di ristoro.

Chi, come il sottoscritto, non aveva mai messo piede a Campovolo prima d’ora, non ha potuto che rimanere a bocca aperta. Dopo pochi minuti veniamo incanalati sul percorso che ci porterà nell’area in cui assisteremo al concerto (nel nostro caso, la Orange Zone), ma l’impatto con un’arena di quelle dimensioni toglie il fiato, soprattutto considerando che, di lì a qualche ora, tutto lo spazio sarebbe stato occupato da una delle folle più grandi che la musica live italiana abbia mai conosciuto. La stessa RCF Arena, con le sue statue commemorative delle icone della musica, sembra addobbata per un’enorme festa rock, con tantissimi invitati che non chiedono altro che di scatenarsi sulle note degli AC/DC.

Aprire per uno dei gruppi rock per antonomasia è sempre una pericolosissima arma a doppio taglio (chi era presente nel 2010 allo Stadio Friuli sa benissimo di cosa stiamo parlando) e, proprio per questa ragione, chi vi scrive era curioso di assistere alla performance dei The Pretty Reckless, che aprono le danze con “Death by Rock and Roll”, title track del loro ultimo album. La band, capitanata dalla ex attrice Taylor Momsen, propone un alternative rock con sfumature grunge capace di catturare l’attenzione del pubblico e di riscaldarlo quel tanto che basta per il piatto forte della serata. Pezzi come “Follow Me Down”, “Witches Burn”, “Make Me Wanna Die” (primo pezzo mai pubblicato dal gruppo), la cover di “Loud Love” dei Soundgarden, testimoniano la forza di una band che è consapevole del suo ruolo di “accompagnamento”, ma che non vuole assolutamente passare inosservata. “Heaven Knows” e “Take Me Down” suggellano una performance di buon livello, con una Taylor Momsen scatenata che lascia il palco tra gli applausi del pubblico.

Alle 20:45 parte un filmato: un’auto sfreccia su un’autostrada, dirigendosi a tutta velocità all’arena di Campovolo, fino a raggiungere un pubblico in festa. L’ora X è giunta: gli AC/DC sono finalmente sul palco ed inaugurano il loro show con “If You Want Blood (You Got It)”, a cui seguirà “Back In Black”, una delle hit di Angus e soci. Subito dopo, è la volta di “Demon Fire”, proveniente dall’ultimo album “Power Up”, di cui verrà eseguita successivamente anche “Shot In The Dark”. Gli oltre 100.000 della RCF Arena, inutile dirlo, rumoreggiano ed emettono boati come solo il pubblico delle grandi occasioni sa fare, facendo sentire tutto il loro calore a Brian, Angus, Stevie ed ai due “nuovi arrivati” Chris e Matt.

Una band come gli AC/DC, si sa, è capace di tutto, tranne che di resistere allo scorrere del tempo. L’età non fa sconti a nessuno ed in molti, dopo aver visto i video del concerto inaugurale del tour a Gelsenkirchen, nutrivano più di un dubbio sulla tenuta dei due pilastri della band.

Non ci nasconderemo dietro un dito: nonostante un buon miglioramento rispetto alle date tedesche, Brian non sempre riesce a “tenere botta”, arrivando ad evitare gran parte dei vocalizzi più impegnativi e, soprattutto, prendendosi delle vistose pause tra un pezzo ed un altro, creando dei “boati di silenzio” che, fortunatamente, vengono riempiti da un pubblico letteralmente in estasi. Lo stesso Angus, chitarrista infallibile per antonomasia, perde qualche colpo sull’intro di “Thunderstruck”, riuscendo poi a aggiustare il tiro grazie ad una sezione ritmica capace di reggere il paragone con il trittico Young / Williams / Rudd, tanto dal punto di vista strumentale quanto da quello dei cori.

L’età, come abbiamo detto, non fa sconti a nessuno ed ha già riscosso un pesante, pesantissimo tributo dagli AC/DC. Questo il pubblico di Campovolo lo sa benissimo e, proprio per questa ragione, decide di godersi una serata che resterà impressa nella mente di ciascuno dei presenti, soprattutto di quelli che non hanno mai visto on stage la band australiana.

La discesa di un’enorme campana segna l’inizio dell’a toccante ed emozionante “Hell’s Bells”, a cui fanno seguito le travolgenti “Stiffer Up Lip” e “Shoot To Thrill”. Dopo “Sin City” si ritorna alla modernità di “Rock And Roll Train“, unico estratto di “Black Ice”; ma è giusto un attimo, prima di tuffarsi nuovamente nel cuore dei classici del gruppo che, in questo caso, rispondo al poker d’assi “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”, “Riff Raff”, “High Voltage” e “You Shook Me All Night Long”. Se i boati del pubblico dopo il riff iniziale di “Highway To Hell” rappresentano una delle poche certezze della vita, se le generosissime forme di Rosie (stavolta solo sui maxischermi) non possono mai mancare, “Let There Be Rock” e l’assolo di uno scatenatissimo Angus Young chiudono la prima parte dello show.

I bis, va da sé, non potevano che essere affidati ad un pezzo del calibro di “TNT” ed all’immortale “For Those About To Rock” che, accompagnata dal rimbombo dei cannoni e dal bagliore dei fuochi d’artificio, rappresenta la perfetta conclusione di uno show indimenticabile.

Trovare difetti in questo 25 Maggio 2024 è veramente complesso. L’organizzazione messa in piedi da Barley Arts è stata a dir poco impeccabile, riuscendo a gestire una folla oceanica senza causare ingorghi e disagi di alcun tipo, creando un ambiente dal respiro “europeo” e in cui praticamente chiunque aveva un sorriso stampato sul volto. Il palco, le grafiche, le luci, i suoni: tutto è stato perfetto, all’altezza di una serata di questo livello. Rispetto alle date tedesche, la scaletta di Campovolo è stata leggermente accorciata, ma vantando una durata complessiva di oltre due ore, non escludendo alcuna hit.

Come abbiamo detto poche righe fa, il tempo non ha pietà di nessuno, neanche dei nostri idoli di gioventù. Ma possiamo mai pretendere, dagli AC/DC del 2024, la freschezza e la grinta del Monsters of Rock del 1991? Possiamo mai esigere i fasti della band quando i suoi membri storici hanno ormai raggiunto (o superato) le settanta primavere? Tutti i presenti alla RCF Arena sanno bene che quella di stasera è una delle ultime volte che vedranno Brian ed Angus all’opera e, proprio per questa ragione, hanno fatto ciò che andava fatto: ballare, urlare a squarciagola, assaporando questo concerto un pezzo alla volta e godendosi il concerto fino all’ultimo minuto.

Perché è solo così che si può rendere omaggio a delle leggende del rock.

Tracklist

  1. If You Want Blood (You’ve Got It)
  2. Back in Black
  3. Demon Fire
  4. Shot Down in Flames
  5. Thunderstruck
  6. Have a Drink on Me
  7. Hells Bells
  8. Shot in the Dark
  9. Stiff Upper Lip
  10. Shoot to Thrill
  11. Sin City
  12. Rock ‘n’ Roll Train
  13. Dirty Deeds Done Dirt Cheap
  14. High Voltage
  15. Riff Raff
  16. You Shook Me All Night Long
  17. Highway to Hell
  18. Whole Lotta Rosie
  19. Let There Be Rock
  20. T.N.T.
  21. For Those About to Rock (We Salute You)

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