Angra - Aqua Tour 2011
13/02/11 - Live Club, Trezzo Sull'Adda (MI)


Articolo a cura di Alessandra Leoni
Finalmente la mia curiosità nel vedere gli Angra in concerto sta per finire. Un'attesa fatta di tanti mesi e tante speranze, nonostante il cantante che ho sempre ammirato, Andre Matos, non ci sia più oramai da tanto tempo. Forse è inutile rimpiangerlo - e non che il mio rimpianto possa sortire risultati inaspettati - forse è inutile paragonare la voce attuale del popolare gruppo brasiliano, Edu Falaschi, a quella che l'ha preceduta. È l'eterno destino delle band che riscuotono ampi consensi: un cambiamento fondamentale è come un terremoto che sbriciola muri e fa crollare certezze. Si veda l'eterna diatriba che sempre ci sarà nelle fila dei fan dei Nightwish, tanto per fare un esempio, tra sostenitori agguerriti di Tarja e fan che difendono Anette in tutto e per tutto. Personalmente, è il caso di dirlo per la comprensione di questo esempio e di questo report, la mia preferenza continua ad essere per la storica vocalist, non perché la apprezzi di per sé e per il suo stile, ma semplicemente perché la seconda non ha molta idea di che cosa voglia dire essere dei professionisti e dei cantanti seri. Detto questo, capirete perché, nonostante tutto, questo concerto degli Angra mi è discretamente piaciuto: pur non essendo Edu esente da momenti poco esaltanti, pur rimanendo tanto affezionata ad Andre, Edu ha cercato di essere un ottimo frontman, intrattenendo il pubblico e dando più del massimo.


Al Live di Trezzo, in questa sera alquanto fredda, aprono le danze i brasiliani Kattah, dediti ad un power metal piuttosto ricco di stereotipi e canonico, con un frontman decisamente propendente agli acuti sovraumani (e un po' forzati, causando non poche smorfie di noia o di fastidio da parte della sottoscritta, proprio perché forzati e troppo invadenti). Non manca qua e là qualche intermezzo di musica etnica, appartenente alla cultura araba, a rendere meno prevedibile il tutto. La piacevole sorpresa è che al termine dell'esibizione, proprio all'ultima canzone, il cantante Roni Sauaf si mette alla batteria. Gli spettatori si aspettavano probabilmente un momento di divertimento per il cantante, che zittisce tutti con una prova notevole allo strumento, proponendo un brano decisamente appartenente al progressive metal. Il buon Roni alla batteria mi ha ricordato molto Mike Portnoy, per lo stile adottato e anche un po' l'atteggiamento simpaticamente spaccone. Tutto sommato, come antipasto, i Kattah potevano starci, e questo sorprendente finale ha tolto quell'aura di prevedibilità che aleggiava sulla band (microfoni capricciosi verso la fine compresi).


Una suggestiva scenografia, o meglio un semplice telone, fatto di acqua ed anche fuoco arricchisce il palco. Cresce l'attesa e l'emozione per gli Angra, che si polverizza di fronte ad una bellissima introduzione suggestiva e con l'aggressiva "Arising Thunder", con il ritornello cantato con entusiasmo dal pubblico italiano, tratta dall'ultimo album "Aqua". Strumentalmente, come ho potuto constatare nell'intera esibizione, i Nostri sono stati veramente ineccepibili e stupefacenti, con un Kiko Loureiro che non a torto è considerato un ottimo chitarrista, tra i migliori al mondo. Edu si presenta sul palco e faccio fatica a sentirlo inizialmente, per poi farsi sentire con energia verso la fine del brano. Si prosegue in modo migliore con "Angels Cry" e "The Course Of Nature". La sesta canzone "The Voice Commanding You" è cantata in modo assolutamente convincente da Rafael Bittencourt. Si prosegue in modo più o meno altalenante per quanto riguarda almeno Edu, che però è loquace con il pubblico e cerca di tenere il palco nel modo migliore possibile, offrendo comunque momenti pregevoli come in "Heroes Of Sand", introdotta da un bell'assolo di chitarra di Kiko, oppure in "Rebirth", che personalmente mi ha regalato qualche brivido. "Nothing To Say" (inevitabile per me il ricordo di Matos qui, in quanto sono letteralmente affezionata a "Holy Land") chiude il primo set principale. Nei bis praticamente imprescindibile "Carry On" con "Nova Era". L'ultimo brano presenta uno stravolgimento nella formazione, che ricorda i Nightmare Cinema, ovvero i Dream Theater con i membri che suonano strumenti differenti. Edu e Ricardo alla chitarra, Kiko al basso, Rafael alla voce e Felipe alla batteria danno vita ad una vivace versione e cover di "Heaven And Hell" dei Black Sabbath.


Dopotutto, mi sono divertita abbastanza e ho avuto momenti piacevoli nell'ascoltare il gruppo brasiliano; non sono uscita dal locale scontenta, anche se in cuor mio avevo riposto troppe speranze in Edu Falaschi e forse mi aspettavo troppo per le sue capacità. Inoltre, mi aspettavo decisamente più affluenza al Live, dato che i Nostri mancavano dal 2006 in terra italiana. Comunque, chi è mancato si è perso uno spettacolo tutto sommato discreto.




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