Angra
Angels Cry - 20th Anniversary Tour [DVD]

2014, earMUSIC
Power Metal

Gli Angra festeggiano il ventennale di un disco che ha fatto la storia dell'heavy metal
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 31/01/14

Tra i gruppi che hanno contribuito all'esplosione di un genere dopo l'exploit degli Helloween di Michael Kiske di fine anni '80 gli Angra si posizionano, in ordine di importanza, ai primi tre posti. Con soli sei dischi all'attivo dal 1993 ad oggi, split epocali e rumors su un presunto scioglimento, gli Angra hanno vissuto il meglio e il peggio del music business raccogliendo consensi, grandi palcoscenici, ma anche fallimenti e cadute di stile. In tutto ciò, una cosa è innegabile: "Angels Cry" (1993) e "Holy Land" (1996) sono due capolavori inestimabili del power/prog metal che da soli dovrebbero bastare per acconsentire agli Angra vita eterna e un posto di privilegio nel mondo dell'heavy metal. Non a caso i due album in questione e il successivo, "Fireworks" (1998), annoverano la presenza del cantante e fondatore della band Andre Matos, prima della crisi e dei contrasti insanabili che hanno portato alla separazione e alla "Nova Era", quella di Edu Falaschi e dei quattro dischi che lo vedranno al microfono: "Rebirth" (2001), "Temple Of Shadows" (2004), "Aurora Consurgens" (2006) e "Aqua" (2010)... col fantasma di Andre visibile ad occhio nudo su ognuno di questi lavori.


Oggi si festeggia con un DVD il ventennale di quel meraviglioso disco d'esordio, "Angels Cry", con la pesantissima assenza di Matos, con l'assenza forzata di Falaschi che ha lasciato la band un anno fa (non ci strapperemo i capelli per questo), e con l'ingresso di una conoscenza di casa nostra: Fabio Lione. Il frontman dei Rhapsody Of Fire e Vision Divine, dopo la parentesi live coi Kamelot in sostituzione di Roy Khan, mette nel curriculum anche gli Angra: è lui l'uomo giusto al momento giusto? Messi da parte scetticismo e dubbi, bisogna ammettere che il "singer hollywoodiano" se l'è cavata alla grande sul palco, presentandosi al folto pubblico di San Paolo senza nessun timore reverenziale, cosa che gli ha garantito immediatamente rispetto e cori. Simpatico il tentativo dietro le quinte di spiegare ad una sempre glaciale Tarja Turunen (sì, c'è anche l'ex cantante dei Nightwish tra gli ospiti) come avrebbero potuto duettare su "Stand Away", ma è sul palco che Fabio Lione si è comportato molto bene, rendendo onore e gloria ai brani migliori quali "Nothing To Say", "Lisbon", "Gentle Change" "Angels Cry" e "Carry On". Tarja brillerà anche su un'altra indimenticabile canzone, "Wuthering Heights", che vedrà la partecipazione di un altro ospite d'eccezione: Uli Jon Roth e la sua Fender Stratocaster. Il live fila via liscio come l'olio, i fan brasiliani partecipano con convinzione allo show dei loro compatrioti mostrando interesse non solo per i grandi classici a cui si ispira il DVD ma anche per i pezzi più recenti, e tra questi citiamo "Millenium Sun", "Rebirth" e "Nova Era". Strappalacrime la versione di "Reaching Horizions" cantata da Rafael Bittencourt e perfetta la scelta di inserire un quintetto d'archi (la famiglia Lima) nei brani che lo necessitano. Imperdonabile l'assenza di pezzi quali "Silence and Distance" (che però figura sul doppio cd) e "Carolina IV": era necessario sacrificare qualche brano più recente in favore di questi? Sì.


Durante le piccole pause gli Angra ci tengono a ringraziare, senza mai fare nomi, nuovi e vecchi membri. Gente che farà sempre parte di quella famiglia e per la quale le porte sono aperte: messaggio destinato ad Andre Matos? Noi non lo sappiamo, ma possiamo dire che lui è uno che al concerto del ventennale di "Angels Cry" avrebbe dovuto esserci (anche trainato con la camicia di forza se necessario) e cantare insieme ai suoi vecchi compagni le canzoni di un disco che fa parte della storia dell'Heavy Metal. Fabio Lione è e resta un ottimo sostituto, decisamente meglio di Edu Falaschi: questa è una delle poche scelte azzeccate della loro carriera.





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