Sonata Arctica - Stones Grow Her Name Tour
22/11/12 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Gaetano Loffredo
Partiamo dalle considerazioni finali: i Sonata Arctica hanno eseguito un concerto formalmente impeccabile, degno del nome e che portano, privo di sbavature e di eccessi, mandando letteralmente in visibilio i fan accorsi (stimati tra le 1200 e 1400 unità, insufficienti per i loro standard attuali), che si sono assiepati lungo le transenne che li separavano dall’ingresso principale dell’Alcatraz sin dalle prime ore di un temperato pomeriggio milanese. La prestazione non si discute ma si può obiettare sulla scaletta, questo si, totalmente incentrata sul più recente album “Stones Grow Her Name” di cui sono stati eseguiti ben sette estratti su undici, togliendo spazio a molti dei cavalli di battaglia che un fan della band scandinava vorrebbe sentire dal vivo sempre e comunque. E vi dirò di più: il sottoscritto ritiene discutibile anche la scelta di eseguire durante il mini set acustico, tolta la sempre mitica “Talullah”, “The Dead Skin” e la cover “Wanted Dead Or Alive” di Bon Jovi: tante, anzi, troppe le ballate che avrebbero meritato la standing ovation del parterre dell’Alcatraz.

Tolto questo, che è e resta un dettaglio se considerate che i Sonata Arctica hanno in repertorio almeno una cinquantina di brani imprescindibili, il concerto è stato esemplare. Tony e compagni non si sono di certo risparmiati di fronte a un pubblico che li ha supportati con forza e vigore, cantando insieme a loro gran parte della scaletta e in particolar modo i classici “Replica”, “FullMoon”, “Black Sheep”, e quasi inaspettatamente anche le nuovissime “I Have A Right”, “Shitload Of Money”, “Losing My Insanity” e “Alone In Heaven”. Non capita spesso lo ammetto, ma questa volta una menzione d’onore se la meritano anche i tecnici del suono che hanno fatto un piccolo capolavoro portando la produzione dei Sonata Arctica ad altissimi livelli con una eccellente pulizia dei suoni e un mixaggio a regola d’arte. Se a tutto ciò aggiungete un gruppo spalla davvero all’altezza della siutazione, i Battle Beast della “tarantolata” frontwoman Noora, non resta che concludere elogiando lo sforzo di Barley Arts che ci ha consegnato, per l’ennesima volta, un concerto all’altezza delle aspettative: i presenti lo ricorderanno a lungo.

Ringraziamo inoltre Kizmaiaz Metal, Nuclear Blast e gli stessi Sonata Arctica per averci permesso di regalare emozioni e ricordi indelebili ai fan che hanno vinto un posto per il meet & greet esclusivo: la passione per la musica sopravvive anche grazie a questi piccoli grandi eventi. Alla prossima.
 



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