Sonata Arctica
Stones Grow Her Name

2012, Nuclear Blast
Power Metal

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 22/05/12

Dopo il successo del maestoso "The Days Of Grays" e dell’esemplare "Live In Finland", i Sonata Arctica di Tony Kakko si rituffano nella magia e nei colori dei suoni della Finlandia, riabbracciando una forma canzone più semplice e diretta, ovvero più consona agli stilemi che dagli esordi contraddistinguono questa meravigliosa macchina di catartiche melodie. Lasciate dunque da parte le strutture intricate di “Unia” e la sezione orchestrale di “The Days Of Grays”, Tony si rivolgerà ai suoi (tantissimi) fan disossando i suoi componimenti e concentrandosi unicamente sulla consistenza delle melodie e del sound.

Il risultato è “Stones Grow Her Name”, un album bello, efficace e di facile comprensione, un disco che conserva tutte le caratteristiche che hanno reso famosi i Sonata Arctica, compreso l’approccio riflessivo, sempre e comunque disposti a sforare nel ritornello che da facile si trasforma, come da prassi, in indimenticabile. E indimenticabili sono i refrain di “Only The Broken Hearts” e di “Loosing My Insanity”, due pezzi che da soli valgono il prezzo del biglietto: il primo molto Sonata di nuova generazione grazie a un sound attuale, il secondo invece nettamente più accostabile ai vecchi album tanto è sconfinata la sua apertura melodica. In mezzo alle due perle un pezzo rock, molto rock, “Shitload Of Money”, che, se ho imparato a conoscere il buon Tony, è un assaggio dei Sonata Arctica che verranno.

Come evidenziato nell’intervista di supporto al disco, il sound è moderno, e da questo punto di vista non si può perciò prescindere da un paragone con “Unia”, che ancora oggi fa discutere i fan e che ha insinuato molti dubbi anche all’interno della band stessa. L’unica pecca che posso riscontrare nella produzione di “Stones Grow Her Name” è il suono ultra compresso della chitarra ritmica, che fa troppo spesso da contrasto alla natura “fiabesca” delle sue undici canzoni. Altra menzione d’onore va all’immancabile ballata, “Don’t Be Mean”, ennesima prova d’autore addolcita ancor più dai violini; da sperticati elogi la fase centrale con le melodie astratte di “Alone In Heaven” (pezzo tributo Queen), “I Have A Right” e “The Day”, occhio infine al country di “Cinderblox” che ci mostrerà i Sonata Arctica in una versione west coast prima di un doppio omaggio ai fan di “Reckoning Night”: le parti 2 e 3 di un brano simbolo, “Wildfire”.

“Stones Grow Her Name” è, come detto, un disco riuscito. Molti dei brani in esso contenuto sono stati creati per rendere al massimo durante i live a cui la band si sottopone da tanti anni: ascoltateli, imparateli e custoditeli fino al prossimo show, quando Tony & Co avranno nuovamente bisogno del vostro supporto per trasformare quello che comunemente definiamo un bel concerto in una vera e propria… magia.



01. Only The Broken Hearts (Make You Beautiful)
02. Shitload Of Money
03. Losing My Insanity
04. Somewhere Close To You
05. I Have A Right
06. Alone In Heaven
07. The Day
08. Cinderblox
09. Don’t Be Mean
10. Wildfire, Part: II
11. Wildfire, Part: III

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