Sonata Arctica (Elias Viljanen; Pasi Kauppinen)
Con il loro ultimo passaggio in Italia, abbiamo potuto incontrare Elias e Pasi dei Sonata Arctica. Abbiamo raccolto le loro sensazioni e le loro parole pochi minuti prima del loro show all'Alcatraz di Milano.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 06/01/17

Ciao ragazzi, bentornati su Spaziorock! Non è passato molto dalla nostra ultima intervista, ma è sempre un piacere parlare con voi. Prima di tutto, come state? Il vostro tour è partito, come sta andando?

 

Elias: Molto bene. Alcuni show sono anche andati sold out (leggi qui il LiveReport della data di Milano).

 

Pasi: un sacco di gente è venuta a vederci, quindi è andata benissimo finora.

 

State dividendo il palco con i Twilight Force, una giovane band power metal. È molto emblematico, perché è come se il lato storico di questo genere incontrasse le nuove generazioni. Come band di esperienza, cosa vi sentireste di consigliare a questi ragazzi?

 

Elias: Sono dei bravissimi ragazzi, questo è il nostro secondo tour con loro. Hanno energia fresca, ma sono anche dei professionisti. Penso che loro stiano imparando da noi e noi da loro.

 

Come detto prima, nel vostro caso il palcoscenico diventa un punto d'incontro tra storia e giovinezza del power metal. In che misura queste due componenti si sono influenzate tra loro?

 

Elias: non ne ho idea!

 

Pasi: Nemmeno io (ridono entrambi, ndr). Nei Twilight Force sento molte sonorità del power metal degli anni '80, ma non saprei dire esattamente da dove ci arrivino le influenze, non so se Tony stesso lo sappia.

 

Elias: Sì, penso che lui prenda ispirazione un po' dappertutto. Dai film, dalla natura... Come musicista ti posso dire che, semplicemente, faccio del mio meglio ogni sera.

 

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Esibirsi dal vivo per una band è un po' come ripercorrere la propria carriera. Come vi sentite quando dovete suonare alcuni pezzi datati ed altri più recenti? Per esempio, che differenza percepite suonando "Fairytale" e, subito dopo, "Full Moon"?

 

Pasi: Penso che la differenza più grande sia che molti pezzi più recenti siano meno conosciuti e quindi il pubblico ascolta in modo più attento pezzi come "Fairytale". Quando iniziamo "Full Moon", per esempio, notiamo grande coinvolgimento da subito, è un brano che conoscono tutti e che cantano tutti. Altri brani, invece, necessitano di più tempo per essere conosciuti e compresi. Quando iniziavamo i nostri show con "The Wolves Die Young" si può dire che fosse un'apertura un po' piazza perchè non tutti conoscevano il brano, ma ora sì. Ci vuole tempo perchè i brani vengano assimilati dal pubblico.

 

Elias: Comunque ci divertiamo a suonare sia i pezzi vecchi, che quelli nuovi. Allo stesso modo, senza alcuna differenza. E ci godiamo la reazione del pubblico.

 

Vi siete esibiti moltissime volte nel corso della vostra carriera. Cos'è che ancora vi colpisce quando suonate dal vivo?

 

Elias: Quanto sudiamo!

 

Pasi: Per me ogni sera è diversa, anche se magari abbiamo la stessa setlist del concerto precedente. C'è sempre un pubblico diverso, ma cerco ogni volta di suonare ogni pezzo come meglio posso.

 

Elias: Per me è lo stesso. Devo solo concentrarmi molto.

 

La reazione del pubblico ad alcune canzoni ha qualche effetto sul modo in cui suonate?

 

Pasi: Sì, assolutamente. Non da un punto di vista musicale, perché siamo professionisti, ma sicuramente dal punto di vista dell'energia. Se il pubblico è molto rumoroso e partecipe ci coinvolge positivamente, ci dà energia.

 

Nell'ultima intervista che abbiamo fatto assieme ci avete detto che "The Ninth Hour" contiene dei pezzi un po' troppo complicati per essere inseriti nella setlist, almeno all'inizio, perché il pubblico deve abituarcisi. Ora siete pronti per proporre pezzi come "White Pearl, Black Ocean" parte 1 e 2?

 

Elias: Sì, l'anno prossimo.

 

Pasi: Credo che il pubblico abbia bisogno di ancora un po' di tempo. Soprattutto per i brani molto lunghi, che, se non ci sei abituato, possono sembrare un po' strani.

 

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Quando avete scritto quella canzone, avevate in mente una specifica ambientazione? Perché sono sicura che un sacco di fan vorranno sapere qualcosa sulla sua origine.

 

Pasi: Sì, Tony ha scritto musica e testo e onestamente non conosco tanto la storia che c'è dietro. Penso che dal punto di vista musicale, la seconda parte sia molto più varia, ci sono molti cambi di velocità, ci sono parti più lente, ma pressapoco è stata scritta come la prima parte.

 

Qual è stato il vostro primo live da spettatori? Che impatto hanno avuto su di voi questi show?

 

Elias: Penso qualche band locale in Finlandia.

 

Pasi: Sì, sicuramente anche per me si trattava di qualche band finlandese.

 

Elias: Io ho visto i Metallica ad Helsinki nel 1990, credo. Quindi sono passati più di 25 anni! E mi ha influenzato molto, sicuramente! Quando vedi i tuoi eroi ad un'età così giovane, pensi che anche tu vorresti essere lì a suonare la chitarra davanti a tutti.

 

Ok, questa era l'ultima domanda! Quindi lascio l'ultima parola a voi, per lasciare un messaggio a tutti i vostri fan italiani lettori di SpazioRock.

 

Elias: Certo! Divertitevi al concerto, state bene. E ricordate di cambiare i calzini! Tutti i giorni!

Pasi: E' fantastico essere qui!




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