Slash feat. Myles Kennedy & The Conspirators @ Rock In Roma
25/06/15 - Ippodromo delle Capannelle, Roma


Articolo a cura di Davide Fadani

Torna l'estate ed immancabilmente le rock star migratrici, sempre in cerca di luoghi caldi, tornano a sorvolare il nostro bel paese. Qui nella capitale, ieri sera, è stato il turno di una di quelle grosse. Un bel germano, multicolore; di quelli che il cacciatore si incanta per un attimo ad ammirare perdendo il tempo del colpo ferale. Ieri sera era il turno di Slash. Turno è probabilmente l'espressione più indicata per descrivere il regolare alternarsi di grandi nomi nazionali ed internazionali sul palco del festival capitolino "Rock in Roma" che, con il passare degli anni, sta sicuramente raffinando gli aspetti legati al circo economico del divertimento musicale, perdendo inevitabilmente quella ruvidità un po' selvaggia che da sempre fa rima con lo spirito del rock. E questo non vale solo per Roma, sia ben chiaro.


Numerosi i cosplayer giunti nella capitale ad osannare una delle vestigia indiscusse del periodo d'oro dell'hard rock più glitterato e spumeggiante di fine secolo. In serate come queste, vedendo il pubblico, le facce, le età riesci a toccare con mano il business. Si taglia a fette nell'aria. Ci sono bambini, famiglie, ragazzini e ragazzoni. Capelli in tutte le quantità, in tutte i tagli ed in tutti i colori (dal blu cobalto, al bianco Saruman, all'invisibile Kojak). Il Rock è uno spettacolo finalmente per tutti, non solo per squattrinati capelloni perennemente in bilico tra la crisi personale e l'illuminazione mistica. Il Rock è finalmente cresciuto ed è diventato anche puntuale. L'ultima volta che ho visto Saul era in compagnia di William, Michael e Jeffrey. Si sarebbero dovuti presentare sul palco alle 21... non ricordo di aver visto nessuno prima delle 22.30. Conoscendo i precedenti ero pronto al peggio. 5 minuti di ritardo rispetto alle 21.30 programmate. Giuro. Ho provato un po' di delusione. Sul palco però c'è Slash, solo Slash e non i Guns, ma è palpabile nell'aria; la gente vuole rivivere la vecchia magia e quindi al virtuoso e abbaffato chitarrista vengono affiancati Myles Kennedy, talentuoso cantante già degli Alter Bridge, e i The Conspirators, gruppo heavy glam che sembra appena stato catapultato nel 2015 dal 1993. Sono tutti bravi. Bravissimi. Lo spettacolo visivo e acustico è di prima categoria. Ma non sono i Guns. Anche se c'è Slash. Forse non era ancora tempo per le vecchie pistole di ritornare nelle fondine. I loro successi (se ne potranno contare 6 nella set list) riproposti durante la serata fanno letteralmente esplodere il pubblico. "Nightrain", "Welcome to the jungle", "Sweet child o' mine" ed una versione infinita di Rocket Queen (15 minuti di assolo di chitarra. Se eravate venuti per sentire il chitarrista più chitarrista di tutti i chitarristi eccovi accontentati) fanno saltare un eterogeneo pubblico middle aged.

 

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Gli adolescenti del tempo che fu sono arrivati con la progenie in spalla, per celebrare il Rock che un tempo gli scompigliava una chioma della quale ormai non resta che un polveroso ricordo. Ma tant'è. Il pubblico fa la richiesta ed il rock risponde. Ode a Myles Kennedy che con la voce che si ritrova gli tocca correre dietro per mezzo mondo allo spettro ancora caldo di Axl Rose, senza mai poterlo raggiungere e senza volerlo veramente superare, e ode ai The Conspirators ed al loro bassista Todd Kerns che non avrà la voce di Myles, ma che ci ha regalato una versione di "Welcome to the Jungle" degna. E Slash. Quando alla fine di Paradise City i coriandoli si sono finalmente posati sulla pedana delle Capannelle solo questa considerazione mi è rimasta: non ci si può immergere due volte nello stesso fiume, nemmeno se ti chiami Saul Hudson.

 

P.S.: La serata è stata aperta dai Rival Sons dei quali ho già parlato. Non erano in forma. Deppiù! Che band. Che voce. Mezz'ora di vita. Rispetto all'esibizione di qualche mese fa a Milano, i Rival Sons tornano rinvigoriti dalla pausa tra i due tour, la qual cosa è soprattutto evidente nella potenza della voce di Jay che durante la breve ma intensa set list di apertura non mancherà una sola nota, coronando con una esibizione all'altezza, quanto già abbiamo potuto ascoltare nelle versioni da studio dei brani proposti. Il Rock nel 2015 ha la faccia di 4 ragazzoni californiani.

 

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Setlist:

You're a Lie
Nightrain (Guns N' Roses cover)
Avalon
Halo
Back from Cali (Slash cover)
Wicked Stone
Starlight (Slash cover)
You Could Be Mine (Guns N' Roses cover)
Doctor Alibi (Slash cover)
Welcome to the Jungle (Guns N' Roses cover)
Beneath the Savage Sun
The Dissident
Rocket Queen (Guns N' Roses cover)
Bent to Fly
World on Fire
Anastasia
Sweet Child O' Mine (Guns N' Roses cover)

Slither (Velvet Revolver cover)

 

Encore:
Paradise City (Guns N' Roses cover)




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