Pink Floyd: il lato oscuro del successo
Il genuino anticonformismo di chi non ha più niente da dimostrare


Articolo a cura di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 27/06/17

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La storia della musica è costellata da artisti che si sono contraddistinti, trascendendo il puro ambito musicale, e consacrandosi come veri e propri idoli e icone assolute. Sono diversi gli esempi di star in grado di farsi acclamare da folle oceaniche con un solo gesto o di influenzare con la propria opinione il pensiero di legioni di fan, diventando per loro qualcosa di più che un semplici musicisti, quasi un modelli da seguire in nome di un ideale. Tra i più grandi nomi che hanno segnato la musica contemporanea c'è però quello di una band che mai si è trovata pienamente a proprio agio con tutto questo: i Pink Floyd.

 

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Fin dai primi anni in cui Syd Barrett ha guidato il quartetto, la band ha sempre pensato più alla musica, e al proprio ego artistico, che al pubblico, al successo o all'essere delle vere e proprie rockstar. Sembra quasi ironico a questo punto che molte delle scelte anticonvenzionali compiute dai Pink Floyd li abbiano resi uno dei gruppi più famosi e acclamati a livello mondiale. Il primo grande esempio si rifà proprio alla loro voglia di indipendenza dai canoni e dalle mode musicali di un determinato periodo storico. Alla fine degli anni '60 Gilmour aveva appena sostituito Barrett e lo psychedelic/space rock era letteralmente esploso da qualche anno, conquistando migliaia di fan e rivoluzionando il mondo musicale (e non solo).

 

341858empFu proprio allora che la band iniziò a lavorare ad "Atom Heart Mother" con il solo pretesto di compiere qualcosa di diverso, qualcosa che fosse di più difficile assimilazione per il grande pubblico e si distinguesse dalla musica in voga all'epoca. Il concetto venne poi amplificato dalla storica copertina opera di Storm Thorgerson. Come anticipato in precedenza, per ironia della sorte, fu proprio con questo gesto provocatorio e anticonvenzionale che i Pink Floyd iniziarono la loro scalata. L'album ebbe infatti grande approvazione e segnò l'inizio di un nuovo approccio nel comporre musica (e arte) per moltissime altre band che seguirono l'esempio del quartetto, guadagnando sempre più consenso tra il pubblico.

 

 347233waempIl più grande cambiamento per i Pink Floyd avvenne pochi anni dopo, con la pubblicazione di "The Dark Side Of The Moon", album che ebbe uno stratosferico successo mondiale, infrangendo diversi record e consacrando la band nell'Olimpo della musica. Il quartetto si rifiutò più volte di accettare il proprio status, andando nuovamente contro quelli che erano i canoni e le imposizioni dell'industria discografica. D'altronde fu lo stesso Gilmour ad affermare quanto lui e i compagni fossero disgustati da molti aspetti del business. È proprio per questo che il successivo "Wish You Were Here", oltre ad essere un tributo a Barrett, rappresenta una forte accusa all'industria musicale e a tutte le situazioni vuote e artificiose che si possono trovare in quel mondo, in cui l'arte musicale, che dovrebbe essere protagonista, viene spesso assoggettata alle logiche di mercato. I testi di "Welcome To The Machine" e "Have a Cigar", scritti interamente da Waters, presentano infatti duri attacchi ai discografici e al loro mondo, rappresentati prima come una macchina che controlla il musicista limitandone il libero arbitrio ("It's alright, we told you what to dream") e successivamente come un falso amico il cui unico e vero scopo è quello di spremere gli artisti e guadagnare quanto più possibile dal loro lavoro ("Have you seen the chart? It's a hell of a start / It could be made into a monster if we all pull together as a team"). Tra le altre cose, il famoso verso sarcastico "Oh by the way, which one's Pink?" (che sottolinea lo scarso interesse verso le band) è basato su un fatto realmente accaduto, ovvero la domanda che venne posta da un discografico durante un incontro con i Pink Floyd all'inizio della loro carriera. Come ulteriore sfregio, a sottolineare i concetti espressi nei brani, il vinile venne esposto nei negozi all'interno di una busta di plastica nera a coprire il grandioso e celebre artwork realizzato per l'occasione, limitandone il riconoscimento.


x347233waemp_600Bisogna invece tornare ad "Atom Heart Mother" per trovare per la prima volta riferimenti alla repulsione per un altro aspetto che caratterizzava la quotidianità nella vita on the road di un musicista di successo, ovvero il contatto con fan particolarmente calorose. Le groupie sono quasi diventate un'icona di quel periodo musicale ma Richard Wright in "Summer ‘68" analizza il fenomeno da un altro punto di vista, dichiarandosi tutt'altro che a proprio agio con i ricordi di tali esperienze. L'aver passato notti folli con diverse ragazze, in ogni città, diventa un qualcosa di vuoto e senza significato che si perde in un senso di apatia slegato dal mondo della musica e viene ricordato e giudicato con punte di autocommiserazione ("We met just six hours ago, the music was too loud, from your bed I gained a day and lost a bloody year"). Quello che affiora dai versi, più che un pentimento per il tradimento compiuto nei confronti dell'allora compagna, sembra quasi una condanna ad un comportamento che viene senza ritenuto senza senso, a differenza del pensiero comune in voga tra i grandi musicisti dell'epoca.

 

Un altro degli aspetti fondamentali per una rockstar con cui i Pink Floyd (in particolar modo Waters) non si sono mai trovati bene è il rapporto con il pubblico, soprattutto durante le proprie esibizioni. Secondo i quattro la cosa più importante è sempre stata la musica, i messaggi e le emozioni da essa trasmesse e non è quindi sorprendente il loro malumore verso i fan più scalmanati e indisciplinati durante i concerti. Come sottolineato da Gilmour, negli anni '70 fu per loro quasi un trauma dover passare da un pubblico di poche migliaia di unità che ascoltava in un silenzio religioso ("In certi momenti durante i concerti si poteva sentire cadere uno spillo") alle grandi e rumorose folle di stadi e palazzetti. Durante il tour successivo a "Animals", Waters mostrò diversi segni di insofferenza verso gli elementi più scatenati, arrivando ad insultarli durante i concerti e convincendosi di dover affrontare tutto ciò solo per soldi ed ego musicale.

 

359315aempQuesta insofferenza raggiunse il culmine in un episodio che cambiò la storia della band. 6 Luglio 1977, i quattro stanno suonando presso lo Stadio Olimpico di Montreal in uno show da tutto esaurito. È l'ultima data del tour e tutto lo stress e il malessere accumulato verso la situazione vengono sfogati dal bassista che, dopo aver insultato senza mezzi termini un fan troppo rumoroso, ne vede un altro provare a scavalcare la transenna che lo separa dal palco e, disgustato, gli sputa in faccia. Successivamente Gilmour, frustrato dal gesto del compagno, e dal contesto in cui è costretto a suonare, decide di abbandonare il palco prima del bis. L'episodio segnò uno spartiacque nella carriera della band e Waters, dopo essersi confidato con il produttore Bob Ezrin sull'ideale barriera che lo divideva dal pubblico, utilizzò quanto accaduto come punto di partenza per sviluppare il concept di "The Wall" (che verrà poi esteso ad altri temi). Furono proprio gli anni successivi quelli in cui l'egemonia bassista prese il sopravvento e, dopo un periodo di transizione senza Wright, Waters decise di abbandonare i Pink Floyd, mettendo fine agli anni di maggior splendore artistico della band. Anche se recentemente Waters si è dichiarato pentito per alcuni episodi negativi che hanno visto protagonista la band, durante il resto delle carriere soliste i Pink Floyd hanno sempre onorato la propria idea di musica e arte, rinnegando l'assoggettamento al business. Gli ottimi album pubblicati in tempi più recenti (ad esempio "Rattle That Lock" e "Is This The Life We Really Want?") non sono certo il frutto di contratti discografici, ma l'ennesima dichiarazione d'amore verso il proprio mestiere, come dimostrato anche dalle lunghissime pause tra un lavoro e quello successivo. Aldilà del malessere provocato dal ruolo e certe situazioni, sono veramente poche le band in cui i concetti di anticonvenzionalità e successo si sono abbracciati e allo stesso tempo scontrati in modo così violento come accaduto nei Pink Floyd.

 

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