OLDIESRECENSIONI

CCCP – Canzoni, Preghiere e Danze del II Millennio – Sezione Europa

Il crollo del Muro di Berlino nel 1989 fu uno dei momenti cruciali di quella sequenza di eventi che portò alla caduta dell’Unione Sovietica nel 1991. Dieci anni prima, nel 1981, la capitale della Repubblica Democratica Tedesca fu testimone di un altro evento, questa volta più cruciale per il mondo della musica italiana più che per gli abitanti della Germania unificata; infatti, in quell’anno avvenne l’incontro tra un ex operatore psichiatrico, tale Giovanni Lindo Ferretti, e il chitarrista Massimo Zamboni. Ad accomunare i due non erano soltanto le origini emiliane, ma anche la passione per la musica new wave e il krautrock degli Enstürzende Neubauten. Il ritorno in Italia del duo e l’arruolamento di Umberto Negri al basso e di Zeo Giudici alla batteria sancirono la nascita dei CCCP – Fedeli Alla Linea nel 1982. Qualche anno dopo, nel 1984, si unirono alla band Annarella Giudici e Danilo Fatur, rispettivamente nei ruoli di “Benemerita Soubrette” e “Artista del Popolo“, costituendo la parte più scenica della band. In quegli anni venne costruito uno dei pilastri della punk rock italiano, con la consacrazione nel 1986 con l’album d’esordio della band, “1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età”.

L’Europa continentale ha conosciuto questa esplosione musicale che diceva: “Fanculo qualsiasi tecnica quello che mi interessa è l’anima di chi suona e non la qualità dello strumento” (CCCP – Radio Popolare)

Ma è durante il 1989 che i CCCP pubblicano “Canzoni, Preghiere e Danze del II Millennio – Sezione Europa”, album in cui viene riversata tutta l’aria di cambiamento profondo che si sentiva alla fine degli anni Ottanta. Questo cambiamento risulta ben evidente lungo il corso dell’album, dove le sonorità più vicine alla new wave si fanno largo a discapito del punk che tanto rese famosi i CCCP qualche anno prima, avvicinandoli ai suoni più tipici del Consorzio Suonatori Indipendenti (C.S.I.), band fondata dalle ceneri dei CCCP. L’album si apre con  “Il Testamento del Capitano”, canto alpino intonato da Ferretti durante un Arezzo Wave che apprezzò ben poco la scelta del frontman. Comunque sia, questo brano funge da apripista per la prima vera canzone dell’album, “Svegliami”, vero testamento di un tempo che ormai stava giungendo al termine. Già da questo pezzo si può intuire non solo il cambiamento di stile della band, ma anche un cambio di temi che risulteranno sempre più presenti nei lavori successivi di CCCP e CSI, tra questi sicuramente il tema della fine di un qualcosa e della paura derivante da questa, sia che essa si verifichi in un amore o anche in un periodo storico, come viene manifestato dai primi versi del brano. A proposito di fine, “Huligani Dangereux” narra le vicissitudini di un Est Europa post-sovietica e segna un breve ritorno dell’album al punk, subito interrotto da “B.B.B”. Questo è sicuramente uno dei brani più atipici dei CCCP, dove le chitarre di Zamboni lasciano più spazio alle tastiere di Ignazio Orlando – il quale sostituì Umberto Negri dopo l’album d’esordio della band – e un tappeto ben studiato di drum machine e basso.

Con “Fedeli Alla Lira?” si giunge nuovamente al punk, il quale risulta però poco ispirato e blando se paragonato ad altri pezzi dei CCCP. Al contrario, con  “Roco – Roço – Rosso” la band raggiunge una delle vette di “Canzoni, Preghiere e Danze”, grazie al connubio tra un testo superbo e i suoi richiami alla musica spagnola, cosa che rende il brano molto vicino alle sonorità dei Litfiba. È proprio con la band fiorentina che i CCCP (e i Rats) andarono in tour in Unione Sovietica, ponendo anche le basi per la collaborazione dell’album successivo dei CCCP, “Epica Etica Etnica Pathos”, uscito il 13 settembre del 1990 e che vide alla batteria Ringo De Palma, il quale morì poco prima della pubblicazione dell’album. Le influenze estere continuano con il brano successivo, “La Qualità Della Danza”, di chiara ispirazione mediorientale: come suggerisce il titolo, la musica e il ballo sono il fulcro della canzone, dove le  poche parole del testo contribuiscono all’effetto ipnotico del brano, raggiungendo uno dei picchi dell’album citati in precedenza. “È Vero” riprende le sonorità ipnotiche e mediorientali del brano precedente, ma questa volta il testo è una denuncia contro la ferocia dell’uomo ai danni di altri uomini e dell’ambiente; non a caso, Giovanni Lindo Ferretti prende come esempio il caso di Hiroshima e dei suoi abitanti colpiti dalla prima bomba atomica sganciata dagli statunitensi la mattina del 6 agosto 1945 (“Eccolo è un luogo finitamente spazioso/Ormai privo d’alberi, di vegetazione/Affollato di centri di concentrazione”).

A questo punto si aggiunge il tema spirituale dell’album con “Palestina (15/11/1988)/ Madre”. Il titolo è composto dalla data in cui il Presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Yasser Arafat, il 15 novembre 1988 proclamò l’indipendenza dello Stato di Palestina e dalla parola “Madre”, riferita alla Madonna: nel brano, dunque, è presente una mescolanza tra la Storia e lo spiritualismo di Ferretti, richiamato anche dalla copertina dell’album, nel quale è presente una riproduzione di una statua della Madonna col Bambino scolpita dal padre di Massimo Zamboni. Sebbene il tema della spiritualità di Ferretti venne male interpretato da Famiglia Cristiana che nel 1989 dedicò alla band il titolo “CCCP – Fedeli a Maria”, si può tranquillamente affermare che il brano si stacca nuovamente dalle sonorità tipiche dei CCCP, riprese con “Conviene”, in cui la critica alla società consumistica e capitalistica riporta la mente ai primi lavori della band.

Ma è in “And The Radio Plays” che troviamo il terzo ed ultimo picco non solo dell’album, ma anche uno dei pezzi più riusciti dei CCCP. Grazie alla combinazione vincente di un riff divenuto storico e le sonorità reggae, i Fedeli Alla Linea ci regalano uno dei loro migliori brani. Questa gemma del post-punk italiano viene accompagnata dagli ultimi brani dell’album, particolari ma sicuramente parte integrante dell’opera. Il primo, “Vota Fatur”, è un brano dance “futurista”, in cui Danilo Fatur, il cosiddetto Artista del Popolo, denuncia le terribili conseguenze del fenomeno del turismo sessuale degli italiani in Thailandia, rendendo il brano una delle denunce più aspre della carriera dei CCCP (“Beautiful ladies young ladies/Hey man! I give you a special price/Hey man! If you want if you want pah pah!”). Nell’ultimo brano, “Reclame”, la “Benemerita Soubrette” Annarella Giudici recita i credits del disco, presentando la band come “i suoi gioielli” con una base new age e concludendo il disco.

“Canzoni, Preghiere e Danze del II Millennio – Sezione Europa” è senza ombra di dubbio un album figlio del suo tempo. Non è difficile immaginare come questa caratteristica si sia materializzata durante la composizione dell’opera, rendendola una delle produzioni più particolari dei CCCP. Questo ha anche reso “Canzoni, Preghiere e Danze” ad essere un album non molto apprezzato dai fan della vecchia guardia, i quali preferivano una denuncia sociale e politica dura non soltanto nei testi ma anche nelle musiche. È vero, però, che questo tipo di cambiamento ha portato i CCCP verso nuovi orizzonti in quella che poi diventò la loro naturale evoluzione in un progetto più maturo. Per rendere tutto ciò possibile è stato necessario creare un prodotto come “Canzoni, Preghiere e Danze”, in cui l’unione tra nuovo e vecchio hanno dato vita ad un album di fattura pregevole, cruciale per i CCCP e per le altre band italiane della scena alternative emerse negli anni Novanta.

Tracklist:

01. Il Testamento del Capitano
02. Svegliami (Perizia Psichiatrica Nazionalpopolare)
03. Huligani Dangereux
04. B.B.B.
05. Fedele Alla Lira?
06. Roco – Roço – Rosso
07. Le qualità della danza
08. È Vero
09. Palestina (15/11/1988)
10. Madre
11. Conviene
12. And The Radio Plays
13. Vota Fatur
14. Reclame

Comments are closed.

More in:OLDIES

0 %