Ci troviamo nel piccolo borgo di Arsita, una perla intarsiata ai piedi del Monte Camicia e abbracciata dai colli del teramano. Raggiungerla non è di certo la più comoda delle gitarelle in auto, ma questo sembra non importare alle centinaia di persone raggruppate al Dlen Dlen Festival, rassegna indie che promuove la musica in tutte le sue sfaccettature, annullando i preconcetti sull’apatìa culturale e artistica del piccolo paesino.

Arsita respira di gioventù e di musica, si popola nelle sue viuzze fin dal pomeriggio, tra dj set e svariate esposizioni di arte locale nella (quasi) totale mancanza di linea telefonica: una comunione tra le persone e la natura, quale miglior quadro per accogliere i Marlene Kuntz, attesissimi headliner del secondo giorno di festival, e le cocenti riflessioni sul riscaldamento globale affrontate nell’ultimogenito “Karma Clima”?

Ma non c’è fretta, il main stage si illumina allo sfociare del tramonto, inanellando una serie di opening act locali e non, dall’alt-rock dei Laika Nello Spazio, al folk rock dei veronesi Lapolveriera, dal pop cantautoriale degli arsitani DOC Mobili Trignani fino all’indie pop elettronico e nevrotico di Rareş. Un pot-purri funzionale, una commistione di generi che accompagna l’insorgenza della notte e l’arrivo del main act.

La band di Cristiano Godano calca il palco abruzzese poco dopo le 22:15, osservando la cornice di pubblico e la fisionomia pulsante del borgo, per poi intavolare il riffing strozzato di “Osja, Amore Mio”, la struggente e potentissima trasposizione musicale di un amore straziante, fiore all’occhiello di “Nella Tua Luce”.

“L’abbraccio” freme con la sua sinuosa serpentina, “Ineluttabile” squarcia l’aria col suo imponente carico di distorsione, un fendente di alt-rock ed erotismo blues che fuoriesce dal granitico riff centrale, un fulmine prima dell’immancabile spezzone di setlist dedicato al succitato “Karma Clima” e all’urgenza della sensibilizzazione delle masse sulla più grave emergenza climatica che il nostro pianeta abbia mai affrontato, una situazione tragica, tradotta in musica, così come dice lo stesso Godano, in maniera “poetica e senza alcun tono accusatorio”: quattro sono i pezzi che la band piemontese estrapola dal disco, il groove crescente di “Tutto Tace”, la carica emotiva di “Bastasse”, la delicatezza solenne di “Laica Preghiera”, la palpabile tensione che sfocia nell’irriverente – e quasi rassegnato – pop di “La Fuga”.

Tempo di riguardare al passato, “La Canzone Che Scrivo Per Te” scioglie le voci del pubblico, “Musa” le culla, “Fingendo La Poesia” e “Paolo Anima Salva” le preparano al vorticoso oblio in cui “Ti Giro Intorno” le fa cadere volteggianti, in una danza tortuosa che continua incessante dai tempi de “Il Vile” e che non cessa mai di stancare, soprattutto in sede live.

“E Poi Il Buio” striscia minacciosa sul parterre, “Nuotando Nell’Aria”, come facilmente pronosticabile, anima Arsita in un coro all’unisono che celebra la morbidezza e la conseguente asprezza elettrica di un pezzo iconico ed immortale. C’è un unico modo per concludere al meglio la serata: “Sonica” è il solo pezzo dell’encore, ma ne vale tre, per come si erge dal suolo con ciondolante sforzo, per le chitarre schizzate, maltrattate, stuprate dal noise, dal tumulto ancestrale che si appiglia con prepotenza allo scheletro inscalfibile di un carrozzone strumentale che batte il tempo nervosamente, accompagnando i deliri vocali di Godano, che scoppiano nel violentissimo climax centrale fino ad infrangersi, come mareggiate giunte a riva, sull’outro, che trascina con sé un’elettricità fragorosa, spentasi inesorabilmente, di lì a poco, tra gli ultimi strascichi di rumore degli amplificatori.

Una conclusione perfetta, determinata da un pezzo stratosferico, che vibra della stessa intensità da quasi trent’anni e che lascia la platea in un limbo di emozioni da assimilare durante il ritorno a casa

A presto Marlene Kuntz, a presto Dlen Dlen Festival.

Setlist

Osja, Amore Mio
L’abbraccio
Ineluttabile
Tutto Tace
Bastasse
Laica Preghiera
Vita Su Marte
La Canzone Che Scrivo Per Te
Musa
Fingendo La Poesia
Paolo Anima Salva
Ti Giro Intorno
E Poi Il Buio
Nuotando Nell’Aria

Encore
Sonica

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