Comunicato stampa

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Glen Hansard pubblicherà il suo quinto disco da solista “All That Was East Is West Of Me Now” il 20 ottobre. Si tratta del primo disco del cantautore dopo oltre quattro anni e segue un periodo in cui Hansard si è mosso tra collaborazioni con Eddie Vedder e Cat Power e performance dal vivo con The Frames e Markéta Irglová/The Swell Season. Tutte queste esperienze hanno contribuito a dare una direzione a “All That Was East Is West Of Me Now“, un disco che è a tratti rumoroso e meditativo, tentacolare e ipnotico, il disco più rock di Hansard dai tempi di Burn the Maps dei The Frames.

Il disco si apre con la potente e maestosa “The Feast Of St. John“. Evocando echi di “On the Beach” di Neil Young e dei Songs:Ohia nell’era Magnolia, la canzone vede la partecipazione di Warren Ellis (The Dirty Three/The Bad Seeds) al violino e sembra un po’ una rauca magia apotropaica proveniente dall’estremità occidentale dell’Irlanda. Ascoltate e guardate l’oscuro video dell’esecuzione diretta del brano qui sotto.

Watch “The Feast Of St. John”: https://youtu.be/0-njPXSlpF8 

‘All That Was East Is West Of Me Now‘ è nato da una serie di cinque concerti organizzati da Hansard con il passaparola nel suo piccolo pub locale nel corso del novembre 2022. “Una canzone diventa ciò che è solo attraverso la testimonianza“, dice Hansard, e in presenza di un pubblico “la canzone trova una strada diversa“. Alla fine della residenza, il disco ha preso forma e sono iniziate le registrazioni con il collaboratore di lunga data David Odlum nel suo studio alla periferia di Dublino.

Hansard spiega:

Non lo dissi a nessuno. Ci sistemammo in un angolo e suonammo per la gente del posto, alcuni dei quali ascoltavano solo a metà. Un insieme di contadini e operai, giocatori di freccette, squali di biliardo. Ogni settimana suonavo due ore di canzoni nuove, alcune finite, altre ancora in fase di elaborazione. Attraverso questo processo mi sono reso conto di ciò che avevo e di ciò su cui dovevo lavorare ulteriormente, di quali canzoni erano valide e di quali lo erano solo nella mia immaginazione. Le mie scelte si sono consolidate subito. È stato come se l’album fosse apparso in quel bar. E non prima.

Il titolo, che secondo Hansard deriva dall'”improvvisa consapevolezza che c’è più passato che futuro“, suggerisce un’osservazione dall’alto, che comprende il terreno percorso ma anche quello ancora da scoprire. Anche se il passaggio del tempo può essere un tema centrale, questi otto brani si concentrano più sulle promesse per il futuro che su pensieri di rimpianto o nostalgia. 

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