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Non è mai scontato vedere una band con alle spalle quasi 30 anni di carriera riuscire ancora a proseguire sulla propria strada, continuando a offrire spettacoli in tutto il mondo e a pubblicare album che non si piegano alle fredde logiche di mercato, ma solo a quelle dei propri autori. Sicuramente sono passati anni (anzi, ormai possiamo dire decenni) da quando “Mad About You” spopolava in qualsiasi radio e gli Hooverphonic partivano dal Belgio per toccare la cima del mondo – e delle classifiche mondiali –, ma nonostante questo i tre sono ancora sulla propria rotta, artigiani di un sound estremamente vario e personale. Sono pochissime le band capaci di intrecciare dream pop, indie, alternative e trip hop nel magico modo in cui riescono a farlo loro e la conferma di questo status è arrivata puntuale pochi giorni fa, con la pubblicazione del nuovo album in studio “Fake Is The New Dope”, solita dimostrazione di classe ed emotività.

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Una pubblicazione che la band belga ha potuto festeggiare con i fan italiani raccoltisi poche ore prima dell’effettiva uscita dell’album per lo show ai Magazzini Generali di Milano, il primo in cinque anni per gli Hooverphonic. C’erano quindi molte aspettative per questo grande ritorno, anche e soprattutto per capire in quale delle molteplici forme viste negli anni avremmo potuto assaporare le performance del trio.

Dopo il breve quanto interessante set semiacustico in solitaria di Pieter Peirsman degli Slow Pilot (che in seguito si unirà anche alla band belga), il piccolo palco viene preparato a dovere per accogliere la grande quantità di musicisti che accompagnano Geike Arnaert, Alex Callier e Raymond Geerts e, passata circa mezz’ora, possiamo finalmente riabbracciare gli Hooverphonic, che salgono sul palco sommersi da applausi ed acclamazioni. Oltre che da batteria, tastiere e una chitarra aggiuntiva, i tre sono accompagnati da un quartetto d’archi, che riescono a ricreare perfettamente le sensazioni scaturite dai pezzi in studio, senza però esserne una copia carbone.

La forza degli Hooverphonic sta proprio in questo: nel corso della serata la band mostra le proprie diverse identità, dando ad ogni brano un colore e una sfumatura che lo caratterizza rispetto agli altri – e molto spesso anche rispetto alle versioni che tutti conosciamo. Non ci sono tracce preregistrate, solo dieci musicisti che sul palco suonano e si divertono, in un continuo e riuscito scambio di sorrisi ed emozioni con il pubblico.

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Come già detto, la setlist spazia su tutta la carriera della band. Oltre a qualche traccia del nuovo album, il trio festeggia i 25 (+1) anni di “Blue Wonder Power Milk” e i 20 (sempre +1) anni di “Sit Down and Listen to Hooverphonic”. Ci muoviamo quindi sui ritmi più sostenuti di “Club Montepulciano”, veniamo cullati dalle dolci note di “Eden” e c’è spazio anche per una toccante cover guidata dagli archi e dal pianoforte di “Le Temps Qui Court” di Alain Chamfort.

L’esibizione è quindi un viaggio nel tempo, quanto nei generi musicali esplorati e messi a punto dalla band, che non si è mai risparmiata una giusta dose di sperimentazione capace di andare di pari passo con arrangiamenti di una classe innata, sempre dimostrata da Alex Callier. Ed è proprio il bassista il principale mattatore dello show, che viene interrotto solo dai suoi lunghi monologhi, durante i quali racconta interessanti aneddoti sui pezzi suonati o semplicemente scherza con il pubblico, senza mai perdere la classica ironia che contraddistingue lui e tutta la band. Ma se parliamo solo di musica, la maggiore dose di attenzione e applausi non può che essere per la magnetica performance di Geike Arnaert, che sprigiona classe ed eleganza in ogni pezzo, adattandosi perfettamente a tutte le singole sfumature immaginate da Callier. Forse sarà scontato dirlo, ma come si fa a non emozionarsi sentendola cantare “Mad About You”?

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Dopo quasi due ore, i musicisti salutano i fan italiani con la title track di “Fake Is The New Dope” e si inchinano più volte prendendosi tutti i meritati applausi. Rimane sempre un piacere poter vedere sul palco artisti simili, capaci di farci abbandonare la realtà per un paio d’ore. E se questa volta abbiamo dovuto aspettare cinque anni, per la prossima potrebbe volerci meno. Come ricordato dallo stesso Alex Callier ai nostri microfoni, l’anno prossimo la band celebrerà il trentesimo anniversario dalla fondazione; sarebbe un buon motivo per festeggiare insieme agli Hooverphonic con un altro concerto, no?

Setlist

Cheek to Cheek
The Best Day of Our Life
Release Me
Club Montepulciano
2Wicky
Don’t Think
Por Favor
The Wrong Place
Le temps qui court
Anger Never Dies
Romantic
Gravity
Eden
Vinegar & Salt
Jackie Cane
The Night Before
Electro Shock Faders
Badaboum
Mad About You
Barabas
Amalfi
Battersea
Sometimes
Fake Is the New Dope

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