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PFM – “I Dreamed Of Electric Sheep/Ho Sognato Pecore Elettriche”

A 4 anni di distanza dal suo ultimo lavoro, la PFM torna con un disco, a detta della band stessa, molto influenzato dalla pandemia e dai conseguenti lockdown, che hanno inciso sull’opera sia nelle modalità di realizzazione che nelle tematiche trattate: “I Dreamed Of Electric Sheep/Ho Sognato Pecore Elettriche”.  Il nome dell’album si rifà al titolo inglese de “Il Cacciatore Di Androidi”, famoso romanzo fantascientifico conosciuto anche per aver ispirato il celebre film Blade Runner. Cosa vuol dire essere umani, in un mondo in cui siamo rappresentati solamente da dati informatici e portati sempre più alla solitudine e alla lontananza?

Su questo tema quanto mai attuale si imbastisce la musica del gruppo composto da Franz Di Cioccio (voce e batteria) e Patrick Djivas al basso e alle tastiere – il nucleo storico della Premiata Forneria Marconi – insieme a Sfogli alle chitarre, Fabbri al violino, Scaglione al piano e Bravin alle seconde chitarre e tastiere. A questi si aggiungono le collaborazioni, in qualità di special guest, di Flavio Premoli, Luca Zabbini, Steve Hackett e Ian Anderson.

“Ho Sognato Pecore Elettriche” si presenta come un incontro fra una sperimentazione che la PFM ha cercato di adattare ai tempi moderni (o che forse ha un po’ subìto i tempi moderni, per restare nelle tematiche dell’opera) e alcuni lucidi lampi di progressioni ardite e tastiere esplosive, che fanno notare lo spessore tecnico e musicale dei membri di questa band storica. L’album alterna pezzi di livello eccellente, ad alcuni forse meno ispirati: notevoli da questo punto di vista sono “Mondi Paralleli”, opening strumentale che può essere vista come un compendio di ciò che la band è in grado di offrire, e “Umani Alieni”, con una sezione di tastiere che è una madeleine di tempi in cui il prog della PFM dominava anche nei lontani USA. Si distingue anche la ritmata “Mr. Non Lo So”, preludio del finale in crescendo del disco, con i restanti pezzi “Il Respiro Del Tempo” (degna di nota la prova di Ian Anderson al flauto), “Transumanza” e la divertente “Transumanza Jam”.

Il disco affronta in maniera accorata i temi di una realtà che va disfacendosi e digitalizzandosi di fronte ai nostri occhi, attraverso testi che rappresentano con efficacia questo straniamento (e se il tutto potrà sembrarvi un po’ didascalico, potrete ovviare a questo “problema” ascoltando la versione in inglese dell’album): un’umanità dispersa in un mondo che le è sfuggito di mano, inglobata dalla tecnologia che ha creato e limitata dalle sue malattie. L’immaginazione, si legge nella presentazione del disco, è quello che ci distingue dalle macchine, ci permette di essere liberi e di creare qualcosa di nuovo. Uno spirito che si riconosce in questa PFM che continua a sfidarsi e a evolversi in piena libertà.

Tracklist:

01. Mondi Paralleli/Worlds Beyond
02. Umani Alieni/Adrenalin Oasis
03. Ombre Amiche/Let Go
04. La Grande Corsa/City Life
05. Atmospace/If I Had Wings
06. Pecore Elettriche/Electric Sheep
07. Mr. Non Lo So/Daily Heroes
08. Il Respiro Del Tempo/Kindred Souls
09. Transumanza/Transhumance
10. Transumanza Jam/Transhumance Jam

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