Il bassista dei Nickelback, Mike Kroeger, nonchè fratello del leader della band Chad, ci ha parlato del loro attesissimo documentario “Hate to Love: Nickelback”, in uscita in anteprima mondiale in oltre 1350 cinema selezionati in ben oltre 30 Paesi il 27 e il 30 marzo 2024. Mike ci ha anche parlato del loro ritorno in Italia dopo ben sei anni, alla Unipol Arena di Bologna il 2 giugno 2024, per il “Get Rollin’ World Tour”.

Ciao Mike, benvenuto su SpazioRock! Per prima cosa vorrei parlare del vostro attesissimo documentario, dal titolo “Hate to Love: Nickelback”. Come mai avete scelto questo titolo e cosa ci racconta questo film sui Nickelback?

Il titolo è stato concepito perché per certi versi è un po’ un clickbait, in realtà. Abbiamo pensato che il discorso sull’odio verso i Nickelback è sempre stato usato come clickbait contro di noi. Quindi abbiamo deciso di usarlo a nostro vantaggio. E il modo in cui ora guardo al titolo, “Hate to Love”, per me è cambiato. Ora il significato è che prima era odio verso i Nickelback e ora è amore. Sai sembra che la gente sia un po’, non so perché, di nuovo gentile con noi, il che è piuttosto bello.

E in questo documentario scopriremo qualcosa sui Nickelback che ancora non conosciamo, giusto?

Sicuramente in questo documentario imparerete un sacco di cose che non sapete sui Nickelback. Un sacco di cose. Soprattutto su di me, ci sono alcuni dettagli interessanti sulla mia vita che non ho mai raccontato a nessuno. Quindi, sì, sarà bello.

Il documentario, inoltre, contiene una performance mai vista prima di tre delle canzoni preferite dai vostri fan. Posso chiederti quali sono queste canzoni e in che modo le avete scelte?

Purtroppo non posso dirtelo, ho giurato di mantenere il segreto. Dovrete guardare il documentario per scoprirle.

hate to love nickelback

Sì, certo, naturalmente. Come le avete scelte, però, queste canzoni?

Sai, per le canzoni a volte ci sono due modi. Il primo è che ci sono delle canzoni preferite dai fan, e sono sicuro che le conoscete tutti. E l’altra ragione è che certe canzoni si adattano meglio di altre a certe parti del film. Ci sono parti in cui c’è un’emozione profonda e sentita. E per questo si usa una certa canzone. E poi ce ne sono altre in cui è solo divertente e si usano li pezzi più festaioli per quelle parti; quindi, è una combinazione di tentativi di dare alle persone quello che vogliono e di suonare musica appropriata al tema.

E le persone che non potranno andare al cinema in quei due giorni potranno vedere il documentario in seguito? Sarà reso disponibile?

Sì, sì. Verrà poi messo sulle piattaforme di streaming. Ci stiamo ancora lavorando. Ma non sappiamo quando e non sappiamo quali esattamente. Le date dei cinema sono già state decise, il resto è ancora tutto da definire.

Per quanto riguarda il tour, tornerete in Italia dopo ben sei anni con il “Get Rollin’ World Tour”. Non vediamo l’ora! Quali sono le cose che vi piace fare quando siete in tour? E come vi siete preparati, soprattutto per quest’ultimo?

Sai, l’ultimo tour sarà la continuazione di quello che abbiamo iniziato in Nord America la scorsa estate. Faremo qualcosa di un po’ speciale per ogni città. Ma per la maggior parte sarà lo stesso spettacolo che abbiamo portato in tutto il Nord America. Sembra che abbia funzionato abbastanza bene, quindi non abbiamo molti preparativi da fare per questo. Ma siamo davvero entusiasti di tornare in Europa. E io in particolare voglio tornare in Italia perché mi sento davvero a casa nel vostro Paese. Mi piace molto l’Italia. Ci sono stato lo scorso autunno in ottobre. Dovevo essere lì per un matrimonio e ho trascorso un mese nel vostro Paese, non volevo andarmene.

get rollin worl tour nickelback

E “Get Rollin’” è il vostro decimo album, uscito cinque anni dopo “Feed the Machine“. State già scrivendo nuova musica per caso, un nuovo album?

Io no, ma credo che Chad potrebbe farlo. Non ci ha portato alcuna canzone, ma a volte le cose gli vengono in mente, sai, e molte volte sono per noi. Dobbiamo aspettare di vedere cosa porta e poi lavoriamo da lì. Ma in questo momento siamo molto, molto impegnati a viaggiare. Siamo in giro per promuovere il documentario. Faremo promozione sia a Monaco che a Londra. Poi torneremo a lavorare qui in Nord America. Non c’è molto tempo per scrivere o registrare musica. Credo che ci serva un aereo con uno studio a bordo. Forse questa è la risposta, perché passiamo molto tempo in aereo.

Nelle vostre canzoni, di solito affrontate le difficoltà quotidiane delle persone. Ma quali sono i temi che vorreste affrontare in una nuova canzone e che non avete ancora trattato?

Questa è davvero una bella domanda, non me l’hanno mai fatta prima. Grazie per avermene posta una nuova. Quindi questa è davvero nuova. Comunque, penso che il nostro materiale tematico sia tipicamente basato sull’esperienza di vita delle persone, che si tratti di relazioni reciproche o di qualsiasi altra cosa a livello personale ed emotivo. E credo che questo viaggio continui. Ci sarà sempre, ogni giorno che ci svegliamo, un nuovo paesaggio emotivo da esplorare. E di conseguenza ce n’è uno su cui scrivere canzoni. Quindi vedremo, anche se penso che mio fratello scriva le sue canzoni migliori quando ha il cuore spezzato. Quindi non so, ora ha una relazione felice, credo che dovremo aspettare quando non lo sarà più.

A cosa vi ispirate principalmente quando scrivete una canzone?

Traggo ispirazione da Chad. Lui crea la scintilla, dà vita della canzone, ma non è che crea qualcosa, si tratta proprio di lui. Non so se è chiaro quello che intendo. È come uno scultore o un pittore, non hanno nulla, eppure cominciano. Dopo di che possiamo aiutarlo, possiamo intervenire. Ma ormai devo dire che le canzoni sono sempre più vicine all’essere già complete. Ogni volta che le ascoltiamo, ogni canzone è più vicina al completamento, come se non avesse più bisogno di noi. Quindi è molto bello il fatto che in ogni caso possiamo restare “nei paraggi” e aiutarlo.

Grazie mille per questa intervista, è stato un piacere! E complimenti per il vostro documentario!

Grazie a te, ciao!

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