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Johnny Marr – Fever Dreams Pts. 1 – 4

Johnny Marr non ha bisogno di presentazioni. Nell’arco di un lustro a metà anni Ottanta con i The Smiths ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del rock. Grazie alla sua leggendaria abilità alle chitarre e alla sua scrittura estremamente creativa ha donato di fatto alla sua band il suono che l’ha contraddistinta. Di sicuro aspettarsi dal solo Marr tutta la magia degli Smiths è utopico e infatti il nostro maestro della chitarra non cerca di riprodurre le vecchie sonorità ma esplora le sue capacità di cantante oltre a quelle di navigato musicista.

“Fever Dreams Pts. 1-4” ci presenta un artista completo, che pur rimanendo ancorato a un canone di guitar rock tipicamente british, riesce a variare tantissimo gli arrangiamenti, il timbro vocale e la ritmica, sorprendendo per intensità e qualità media dei brani in scaletta. “Fever Dreams” è un doppio album ricco di intuizioni che trova soprattutto nell’uso intelligente dell’elettronica, con i sintetizzatori in primo piano, un’arma ben affilata che accompagna perfettamente i fraseggi chitarristici. La traccia d’apertura (“Spirit, Power And Soul”) sembra lambire territori vicini ai New Order con il suo ritmo incalzante e anche “Receiver” tocca le stesse corde coinvolgendo l’ascoltatore in un’atmosfera più cupa che si apre in un ritornello alla Depeche Mode.

L’inglese pesca a piene mani dalla cultura rock che conosce alla perfezione, e soprattutto dall’indie rock britannico che ha vissuto da protagonista, ma ciò non risulta uno sterile rimescolamento di stili perché il mancuniano ha trovato la sua identità sia da produttore che da cantante. L’urgenza espressiva delle performance di Marr è stata canalizzata in brani freschi e mai scontati, e anche se dal punto di vista generale il disco non è innovativo, si lascia apprezzare per una scrittura che è sì conservatrice e sembra collocabile tra la fine degli Ottanta e l’inizio dei Novanta, prima che il Brit Pop includesse l’eccentricità tra le sue caratteristiche, ma che colpisce dritta nel segno. “Sensory Street” è uno dei pezzi più interessanti, con le tastiere a disegnare un paesaggio notturno e un Marr, vocalmente centrato, a dare spessore alle sfumature dark del brano.

La qualità è nei dettagli che rendono maggiormente denso il suono e nell’alternanza tra brani più riflessivi e altri più veloci. Bisogna riconoscere inoltre una grande dose di coraggio all’artista inglese perché viviamo in un’epoca che brucia tutto in fretta e dare alle stampe un album doppio vuol dire rischiare. “Night and Day” è probabilmente la canzone più interessante per chi conosce gli Smiths, in alcune parti le chitarre riportano alla mente nitidamente il tipo di suono che ha reso quel gruppo davvero grande.

Tracklist

01. Spirit Power and Soul
02. Receiver
03. All These Days
04. Ariel
05. Lightning People
06. Hideaway Girl
07. Sensory Street
08. Tenement Time
09. The Speed Of Love
10. Night And Day
11. Counter Clock World
12. Rubicon
13. God’s Gift
14. Ghoster
15. The Whirl
16. Human

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