Anche nel pieno solleone, il metallo estremo è capace di deflagrare in tutta la propria potenza oscura.

Cognitive – Malevolent Thoughts Of A Hastened Extinction (Unique Leader Records)

Giusto dieci primavere fa, il New Jersey diede i natali ai Cognitive, una delle realtà più significative in ambito technical death: la ferocia e la competenza tecnica del quintetto, e le cadenze al cardiopalmo da loro imbastite nel corso degli anni, hanno piallato pian piano la concorrenza, generando caos e devastazione. Guadagnata una reputazione impeccabile tanto per gli esplosivi live set accanto a nomi del calibro di Fit For An Autopsy, Rivers Of Nihil, Vulvodinya e Lorna Shore, quanto per la partecipazione a kermesse di culto come il Maryland Deathfest , gli statunitensi pubblicano ora un quarto LP in studio, “Malevolent Thoughts Of A Hastened Extinction”, di enorme forza demolitrice. Le chitarre dissonanti, le tastiere acrobatiche, gli spostamenti ritmici, gli improvvisi cambi di direzione, la batteria al millesimo, costituiscono gli abituali ingredienti di qualità sopraffina che la band ci propina a frotte anche in questo lavoro. Tuttavia, la consueta ossatura dei pezzi si colora di elementi blackened, di passaggi deathcore, di chiose djent, di momenti di introspezione, lasciando nelle orecchie la sensazione che qualcosa, benché impercettibilmente, sia cambiato, nel profondo e in meglio. Un exemplum di eccezionale equilibrismo musicale.

Tracce consigliate: “Eniac”, “From The Depths”, “Destitute”

Eradicator – Influenced Denied (Metalville)

Gli Eradicator funzionano alla pari di un ingranaggio ben oliato: dal terremotante debutto “The Atomic Blast”, risalente al lontano 2009, i tedeschi hanno fornito agli appassionati bordate di puro thrash metal in stile Bay Area e l’ultimo “Influenced Denied” non fa certo eccezione in tal senso. Nonostante il maggiore spazio concesso alla melodia, evidente soprattutto in refrain parecchio orecchiabili, il sound del quartetto continua comunque a risultare incisivo e tagliente, con il basso di Sebastian Zoppe che colpisce direttamente alla bocca dello stomaco e una produzione, opera di Sebastian “Seeb” Levermann, mastermind dei connazionali Orden Ogan, capace di garantire una nitidezza e un’organicità di prima classe. Pungenti critiche sociali e dichiarazioni scomode riguardo la politica globale costituiscono l’aspro sfondo lirico su cui corrono canzoni brutali e prive di fronzoli, forse troppo debitrici dei principi stilistici dettati da Death Angel, Metallica e Testament, ma in ogni caso efficaci nella loro genuina possanza. I maniaci del genere – e non solo – resteranno oltremodo soddisfatti.

Tracce consigliate: “Driven By Illusion”, “5-0-1”, “Hypocrite”

Fulci – Exhumed Information (Time To Kill Records)

Che il trio brutal death Fulci si ispiri, in tutto e per tutto, agli horror movie del cineasta italiano Lucio, appare evidente sia dal monicker sia dal taglio concettuale dei long playing realizzati, visto che i brani di “Opening The Hell Gates” (2015) e “Tropical Sun” (2019) richiamavano il carattere macabro rispettivamente di “Paura nella città dei morti viventi” e “Zombi 2”. Per il nuovo “Exhumed Information”, il gruppo di Caserta sceglie di abbeverarsi al mood funereo e visionario del film “Voci Dal Profondo”, confezionando un disco di mezz’ora diviso in due parti ben distinte e la cui natura sorprende davvero positivamente. A una prima sezione di compatto e classico metallo della morte di foggia angloamericana, ne segue una seconda nella quale spiccano cinque pezzi di atmospheric synth nati dalla collaborazione dei campani con l’enigmatico TV-Crimes e che ricordano le vecchie soundtrack anni ’70/’80 composte da John Carpenter, Fabio Frizzi e Claudio Simonetti. La simbiosi, malgrado qualche difetto di sutura, funziona alla grande e conferma la statura internazionale – a livello underground – ormai raggiunta dall’act nostrano. Su i calici.

Tracce consigliate: “Voices”, “Tomb”, “Glass”, “Fantasma”

Inhuman Architects – Paradoxus (Vicious Instinct Records)

Alieni e metal estremo tendono ad andare d’accordo come burro di arachidi e gelatina (o cioccolato, a seconda delle preferenze). Gli Inhuman Architects, combo portoghese finalmente all’esordio dopo un lungo periodo di attività, rafforzano il connubio succitato attraverso “Paradoxus”, un opus carico di DNA extraterrestre per copertina, sound e tema lirico. Sebbene commercializzati alla stregua di esponenti del mondo deathcore, i lusitani possono tranquillamente essere inseriti nel fluttuante cosmo modern death, considerato l’utilizzo di una miriade di materiali diversi al fine di ornare una fisionomia complessiva difficile da etichettare con precisione. Un approccio divide et impera capace di legare la veemenza rutilante dell’extreme con breakdown elefantiaci, soli intriganti, balenii catchy, aperture eufoniche di stampo dark/sci-fi: un insieme progettato con cura certosina e che, nei solchi dei brani, lascia trasparire delle potenzialità a tutt’oggi ancora inespresse. Una buona miscela di aggressività e atmosfera contenente, in nuce, un arsenale di soluzioni da brividi.

Tracce consigliate: “Behold The Creator”, “Nibiru’s Wrath”, “The Great Deceiver”

Necrogod – In Extremis (Transcending Obscurity Records)

Un altro mese, un’altra uscita a firma Rogga Johansson! Sembra che la pandemia abbia permesso al già prolifico musicista svedese di diventare ancora più fecondo: “In Extremis”, dopo le prove generali di un EP e di uno split, rappresenta il full-length d’esordio dei Necrogod, creatura di recente formazione che vede l’artista scandinavo gestire tutto l’ambaradan tranne la voce, affidata all’esperto singer costaricano Ronald Jimenez, alias The Master Butcher (Insepulto, Morbid Stench). Un album di pesante death metal old school, innervato da riff caustici e oscuri, ricco di un’energia rumorosa e di spettrale inquietudine, eppure in grado di non perdersi entro un mare di tetragonia ottundente. Tra assoli heavy e momenti groovy, la proposta del duo ottiene, infatti, lo scopo di calamitare e catturare l’attenzione anche dei non avvezzi a tali sonorità, riuscendo, a tratti, ad attecchire negli emisferi del cervello ad ascolto immediato. Mestiere e qualità, dunque, per una band che ci auguriamo non passi come una meteora nell’affollato firmamento dell’estremo.

Tracce consigliate: “Bringers Of Blasphemy”, “The Brutal Path (Straight To Hell)”, “In The Reign Of Gore”

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