Doveva essere nel marzo del 2020 la prima volta degli Spiritbox in Italia, poi è successo quello che sappiamo. Nel frattempo, mentre la pandemia progrediva e le chiusure aumentavano – insieme ai continui rinvii dei concerti – il quartetto canadese, forte dei propri EP, ha acquistato sempre maggiore popolarità, fino all’esplosione avvenuta con la pubblicazione dell’album d’esordio “Eternal Blue” lo scorso settembre. Poche volte negli ultimi anni abbiamo visto band rock o metal raggiungere un tale livello di popolarità all’uscita del primo album, ma possiamo sbilanciarci: gli Spiritbox raccolgono quanto seminato. L’equilibrio tra violenza sonora e melodia è semplicemente squisito e ascoltando i loro pezzi resta difficile non pensare al paragone con band ben più blasonate. Fatta questa premessa, diventa semplice capire come l’attesa per il primo show della band in Italia sia stata spasmodica e come, ben prima della data, si sia giunti ad un prevedibile sold out.

Il Legend Club di Milano è già pieno oltre ogni limite quando salgono sul palco gli InVisions, band metalcore inglese, che vanta la pubblicazione di 3 album in soli 5 anni, ultimo dei quali uscito pochi mesi fa e intitolato “Deadlock”, da cui vengono proposti diversi estratti. Il giovane quartetto convince fin da subito grazie ad una formula che sembra fatta apposta per la dimensione live: viene sparato in faccia al pubblico un metalcore dalle sfaccettature molto pesanti e poco edulcorato. Vero mattatore dello show è ovviamente il frontman Ben Ville, autore di una grande prova dietro al microfono e capace di intrattenere a dovere un pubblico fin da subito caldissimo, che si lascia andare a cori e mosh pit già dalle prime canzoni. I quattro scendono dal palco dopo circa 40 minuti devastanti, ricevendo apprezzamenti e complimenti da tutti i presenti.

Sono passati solo 20 minuti quando, in perfetto orario, le luci si spengono nuovamente e gli Spiritbox salgono sul palco, accolti da un vero e proprio boato. L’inizio è in medias res, con lo scream della cantante Courtney LaPlante a dare il via a “Circle With Me”: la folla è incontenibile e in poco tempo la temperatura dentro al locale diventa letteralmente rovente – saranno diverse, nel corso della serata, le occasioni in cui la band scherzerà sul caldo. Il quartetto pigia ancora più forte sull’acceleratore mettendo in fila pezzi tra i più cattivi dell’esordio, come “Hurt You” e “Yellowjacket”, con un breakdown che trasforma le prime file in un tritacarne fatto di braccia, gambe, teste che si muovono a tempo e sudore. Si rallenta leggermente con la bellissima “Constance”, forse per l’unico momento relativamente calmo della serata insieme a “Secret Garden”.

Bastano pochissime canzoni per confermare le aspettative e rendersi conto di quanto gli Spiritbox si trovino a proprio agio anche sul palco. Se Mike Stringer macina riff e powerchords dalle distorsioni possenti, Zev Rose pesta le sue pelli come un fabbro, senza mai perdere un colpo. Ma quello che forse sorprende di più è quanto i brani siano simili alla versione in studio anche dal punto di vista vocale: la versatilità di Coutney LaPlante lascia a bocca aperta ed è proprio in pezzi come “Rule Of Nines”, “Blessed Be” e “Halcyon” che ci si può rendere pienamente conto della facilità con cui la cantante passa da parti melodiche a pezzi in scream, senza colpo ferire. I quattro stanno sul palco come veterani e bramano il caldo abbraccio dei fan, che si scatena ulteriormente su “Silk In The String” e “Holy Roller”, brani che dal vivo acquistano – se possibile – ancora più ferocia. Il finale dello show è affidato a “Eternal Blue”, con la quale i quattro salutano i fan, promettendo di tornare il prima possibile.

Forse qualcuno potrebbe avere qualcosa da ridire sulla lunghezza dello show (un’oretta, durante la quale la band suona però quasi tutto l’album e diversi singoli precedenti), ma la durata esigua viene perfettamente bilanciata da un’esibizione di un’intensità folle, che lascia chiunque soddisfatto e stremato. Come un treno in corsa impossibile da fermare, gli Spiritbox hanno investito Milano senza pietà. Visto il risultato finale, non dovremo aspettare molto prima di rivederli da queste parti.

Setlist

Circle With Me
Hurt You
Yellowjacket
Constance
Rule of Nines
Halcyon
Blessed Be
Silk in the Strings
Secret Garden
The Mara Effect, Pt. 3
Holy Roller
Eternal Blue

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