The Howlers
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The Howlers – What You’ve Got To Lose To Win It All

È finalmente uscito l’album d’esordio dei The Howlers, trio dell’East London che si è formato durante la pandemia e che ha iniziato recentemente ad attirare l’attenzione degli appassionati dell’indie rock inglese. “What You’ve Got To Lose To Win It All”, le cui parole sono tratte dal loro singolo “El Dorado”, è stato registrato proprio in quegli anni così distopici e racconta del dolore, della perdita e della malattia vissuti in prima persona dai membri del gruppo. È stato proprio questo il motore della band che, dalla sofferenza è riuscita creare qualcosa di bello, tramutandola in musica e dando vita alle quindici canzoni che compongono il suo primo album.

Fin da subito, ascoltando il disco, sono ben chiare le influenze dei tre. I The Howlers propongono un indie folk dal sound profondamente british, che ricorda moltissimo il primo Jake Bugg. Nella open track “How Long” – se non si vuole considerare una breve intro musicale – la sua impronta è molto evidente, così come in “The Flowers Bloom Again”. Non mancano anche influssi synth pop, così come in “I Need Your Love” (in cui si possono sentire un po’ i Blossoms). Pezzi come “To Make A King” e “Further Down The Line” sarebbero stati potuti facilmente scrivere da Miles Kane, dai The View o dagli Arctic Monkeys, tutti artisti che hanno evidentemente influenzato il sound della band che mescola sonorità alternative rock alla solennità delle colonne sonore di Ennio Morricone.

Una chitarra acustica apre “Cowboys Don’t Cry”, uno dei pezzi maggiormente riusciti dell’album e dalla grande intensità emotiva. Dalle tinte malinconiche è “Wanting, Waiting, Wishing”, brano solo voce e chitarra da cui il timbro particolarissimo di Adam Young fuoriesce particolarmente esaltato. Il brano si posiziona esattamente prima di “Lady Luck”, “On The Run (Over You)”, “Once Again” e “Nothing To Lose”, pezzi in cui la band dimostra di avere carattere e composti da un sound maggiormente energico, prepotente ed incalzante. Quello che sicuramente non manca ai tre ragazzi di East London è proprio la freschezza e sembra quasi impossibile come canzoni nate in un periodo così buio come quello della pandemia siano in realtà ricche di luce.

Con “Take It Easy” si chiude un viaggio coerente fin dalle sue premesse, le cui uniche pecche sono probabilmente l’eccessiva lunghezza, così come la ripetitività – oltre ad avere la sensazione di non stare ascoltando nulla di particolarmente nuovo. La band trae ispirazione da tutta l’ondata brit rock/alternative dei primi anni 2000 ed è da quel bacino che va ad attingere, inquadrandosi perfettamente nel genere. Non mancano tuttavia anche influenze un po’ più recenti, vien da pensare ad esempio ai The Lathums. In ogni caso, per gli amanti del genere, “What You’ve Got To Lose To Win It All” è comunque un album da ascoltare e magari anche possedere.

Tracklist

01. Intro
02. How Long
03. I Need Your Love
04. To Make A King
05. El Dorado
06. Further Down The Line
07. Cowboys Don’t Cry
08. Wanting, Waiting, Wishing
09. Lady Luck
10. On The Run (Over You)
11. Once Again
12. Matador (Interlude)
13. Nothing To Lose
14. When The Flowers Bloom Again
15. Take It Easy

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