Circa 4 mesi fa i VOLA hanno pubblicato un album – “Witness” – che noi abbiamo definito “dell’affermazione”, per il suo potere di scolpire e consolidare il sound della band e al contempo attrarre nuovo pubblico in grande quantità. Da allora tra lo stesso pubblico, per una buonissima fetta composto di fan italiani (come sottolineato anche dalla band in uno dei suoi post sui social), l’attesa per poter vedere dal vivo il quartetto danese ha continuato a montare a dismisura, con la consapevolezza di poter ritrovare una band ancor più solida e pirotecnica rispetto a quanto già mostrato nel nostro Paese nel corso del 2019, sia a Milano come spalla degli Haken, che da headliner a Parma.
A spezzare un po’ questa attesa arriva uno show in streaming dal titolo “Live From The Pool”, formula sempre più utilizzata ed apprezzata in tempi di difficoltà dovuti all’emergenza sanitaria, nonché occasione per spingere oltre l’asticella la resa tecnica e sonora delle proprie performance live, come abbiamo sottolineato in occasione della recente release dei TesseracT. Un’altra sfida appartenente a questo format è la ricerca della location perfetta, non solo ideale per esaltare la qualità della registrazione, ma anche abbastanza suggestiva da regalare allo spettatore un’esperienza sensoriale più ricca e completa possibile. “Live From The Pool” è in grado di spingere anche questo aspetto in una direzione assolutamente originale, incorniciando l’esibizione all’interno di una piscina abbandonata in un ex accampamento militare vicino Copenaghen, dove i quattro musicisti – in cerchio gli uni di fronte agli altri – condividono la scena con la natura che si è reimpossessata della struttura e con un’elegante installazione di luci al neon a tagliare il buio assoluto.
La tracklist valorizza da subito i singoli di Witness, partendo dall’atmosferica “24 Light Years”, utilizzata dalla band per impostare l’affiatamento e da Asger Mygind per riscaldare la voce, per fare poi susseguire “Head Mounted Sideways” e “Straight Lines”. Nonostante l’apparente pacatezza dei VOLA, la performance non manca dell’energia e del dinamismo che troviamo per esempio in “These Black Claws”, ma nemmeno dell’intimità di una versione esclusivamente affidata a chitarra e voce (e che voce, in questo caso) di “Gutter Moon”. Verso il termine la componente pirotecnica dello show è innalzata, secondo autentica tradizione nordica, da brani che esaltano la tastiera di Martin Werner, come “Ghost” e “Smartfriend”, prima di chiudere in bellezza con un ritorno alla nativa matrice djent del gruppo e sfociare in quel magnifico cavallo di battaglia che i VOLA hanno in “Stray The Skies”, pezzo che dal vivo conserva sempre una carica speciale.
“Live From The Pool” è un assaggio di quello che i VOLA promettono di mostrarci, auspicabilmente presto, su di un palcoscenico. Poco più di un’ora di scorrevole intrattenimento che ha un occhio di riguardo per tutto: tecnica, qualità, spettacolarità e fluidità delle tracce. Sicuramente una visione che ci sentiamo di consigliare ai fan più accaniti come ai tanti che sono entrati in contatto con Mygind e i suoi solo in questo ultimo anno.
Setlist:
24 Light-Years
Alien Shivers
Head Mounted Sideways
Straight Lines
Ruby Pool
Owls
These Black Claws
Gutter Moon
Ghosts
Smartfriend
Whaler
Inside Your Fur
Stray the Skies