Magnum - Lost On The Road To Eternity Tour 2018
13/04/18 - Legend Club, Milano


Articolo a cura di Luca Ciuti
Una casella. Una sola, maledettissima casella rimaneva da riempire nell galleria riservata ai gruppi da vedere prima del tempo. Tolti i Rolling Stones, per i quali la vecchiaia non sembra costituire un problema, rimanevano i Magnum  come unici grandi assenti. L'appuntamento fra la band di Bob Catley e il Belpaese era stato richiesto e più volte rimandato negli ultimi dieci anni, complici la scarsa attenzione del pubblico e l'iniziativa di qualche promoter poco avveduto.
 
Questa volta le premesse per una serata riuscita c'erano tutte: Milano, scalo imprescindibile per chiunque voglia fare promozione in Italia, perfetta ubicazione della location, vicino al centro cittadino e facilmente raggiungibile dall'autostrada, data sul calendario azzeccata (è venerdì, finalmente). Insomma, le condizioni per una serata riuscita c'erano tutte e finalmente lo possiamo dire: è andata. La band ha raccolto il meritato tributo che i fan aspettavano di concederle da troppo tempo, un successo di fatto ricostruito negli ultimi anni grazie a un continuo passaparola su dischi ogni volta sempre eccellenti. Il Legend Club è di fatto sold out e trecento persone per una band come i Magnum, oggi, rappresentano un capitale inaspettato.
 
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Sulla classe del combo inglese non serve spendere parole ulteriori rispetto a quanto detto in passato, il recente "Lost Road To Eternity" prosegue la striscia consecutiva di uscite eccellenti che la band continua a regalare in controtendenza rispetto all'età anagrafica. Sin dalle prime, puntuali note di "When We Were Younger" appare chiaro che la strada per la gloria eterna è tutt'altro che perduta: i Magnum sono nei fatti una band old fashioned che avrebbe meritato senz'altro un successo più ampio, fosse solo per l'eleganza e la classe che la contraddistingue. Archiviata la fase di hard epico iniziata con "Chase The Dragon" e quella AOR di fine anni '80, la band oggi si è adagiata su un hard rock quasi "cantautorale", fatto di pochi elementi semplici ma che non manca di essere evocativo e struggente.
 
Da vero frontman, Catley non si lascia intimidire da un palco a dimensione ridotta (il tastierista sulla pedana sfiora persino il soffitto con la testa) e si lancia da subito nelle sue tipiche movenze. La voce del singer porta inevitabilmente i segni delle sue settanta primavere ma non risparmia guizzi interpretativi di alta classe. La temperatura e il coinvolgimento salgono con l'arrivo dei classici, "How Far Jerusalem" e il suo tipico soffio di tastiere ci conduce ai fasti epici degli anni '80, mentre il Legend esplode in uno dei chorus più belli di sempre. Riff di chitarra si ricongiungono alle tastiere dopo un break in cui Tony Clarkin disegna minuti interminabili di pura magia. Poi tocca a "Vigilante", "Les Mort Dansants" e persino alla suite "Don't Break The Lion", manifesto antimilitarista che in queste ore assume toni quasi profetici. Otto brani su quindici in scaletta provengono dalle ultime prove in studio, il repertorio recente della band si merita tutto lo spazio concesso, peccato solo per la mancanza di pezzi tratti da "The Visitation", forse il disco migliore fra quelli del nuovo corso. Delusione totale per chi si aspettava una serata geriatrica: il pubblico, maturo sì ma più eterogeneo di quanto ci si potesse aspettare, canta a squarciagola, udite udite, persino le nuove arrivate, "Lost Road To Eternity", "Your Dreams Won't Die" e quella "Show Me Your Hands" che sembra fatta apposta per momenti come questi. Spetta a "When The World Comes Down", uno di quei brani corali che sembrano voler racchiudere il mondo in un abbraccio (esistono ancora pezzi così...?) chiudere una serata che aspettavamo da tanto, troppo tempo.
 
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Un'ora e mezza di fatto senza pause, neppure per i non dichiarati bis, non si poteva chiedere di meglio a una band che ha fatto della sostanza il leit motiv di un'intera carriera. Il commiato di Bob Catley vale più di mille conclusioni:
 
"Dite ai vostri amici che i Magnum sono ancora in giro... ci vedremo ancora molto presto, e magari la prossima volta di concerti ne faremo due!".

I Rolling Stones sono in buona compagnia.

Setlist:
 
When We Were Younger
Sacred Blood "Divine" Lies
Lost on the Road to Eternity
Crazy Old Mothers
Without Love
Your Dreams Won't Die
Peaches and Cream
How Far Jerusalem
Les Morts Dansant
Show Me Your Hands
All England's Eyes
Vigilante
Don't Wake the Lion (Too Old to Die Young)
 
Encore:
 
The Spirit
When the World Comes Down
Ya Wanna Be Someone (outro) 



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