Devin Townsend
The Retinal Circus

2013, InsideOut Music
Alternative Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 13/11/13

Tenere il passo con le pubblicazioni di Devin Townsend è ormai diventato un esercizio di memoria. La frequenza dei prodotti targati HevyDevy è sempre altissima e il rischio, da parte di un ascoltatore un po’ distratto, di perdersi qualcosa è sempre dietro l’angolo, dato un mercato ormai saturo e cavalcato da band di dubbio gusto. Niente paura comunque, in tal caso ci siamo noi a ricordarvi di questo “The Retinal Circus”, il nuovo lavoro live del canadese, una sorta di robusto compendio sulla carriera del nostro, dalla metà degli anni 90 ad oggi.

Un live disponibile in vari formati, per tutti i gusti/formati/tasche, dalla lunghezza direttamente proporzionale all’ego di Devin (il DVD si aggira sulle tre ore), che pur nella sua ricchezza riesce a non contemplare tutta la discografia del canadese, tanto vasta e variagata: mancano infatti all’appello dischi come “Terria”, “Ki” o “Ghost” o “Accelerated Evolution”, ad esempio. Poco male perchè la potenza di “The Retinal Circus” risiede propio nell’eclettismo dell’autore, capace di plasmare la musica a suo piacimento, coprendo tutti i regimi dal raccoglimento acustico (“Ih-Ah”), a bordate metalliche (“Detox”), con la massima disinvoltura. Una scaletta senza alcun punto debole, in cui ogni amante dell’universo Townsend riuscirà a trovare i propri momenti preferiti, le proprie parentesi in grado di adattarsi a un ampio spettro di sentimenti.

Conoscendo la maniacalità di Devin, avreste già dovuto intendere che “The Retinal Circus” non è un semplice live registrato pari a tanti altri, il nostro ha specificamente ideato lo show, con tanto di narrazione (e con un narratore d’eccezione nella persona di Steve Vai), elaborate coreografie, ballerini, attori, costumi, nani, coristi, pupazzi (tutta la famiglia Ziltoid al completo), e tutto quello che una mente come quella di Devin può concepire, inclusi un pene e vagina nell’ambito dellanarrazione… Al netto di tutto ciò rimane ovviamente la musica, che manco a dirlo si lascia ascoltare forte di una perfezione esecutiva strabiliante e di un ritmo sempre incalzante. La band a supporto di HevyDevy è ormai ipercollaudata e gli innesti di Jed Simon (suo compagno negli Strapping Young Lad) nelle parentesi estreme e, soprattutto, di Anneke van Giersbergen, donano ancor più spessore al tutto. In particolar modo il sodalizio con la cantante olandese sembra davvero ben assortito, riuscendo a portarvi non solo una voce straordinaria sempre ben valorizzata da Devin, ma anche quel tocco di femminilità/sensualità in grado di distogliere lo sguardo dal protagonista con una classe e compostezza impeccabile.

Un grandissimo show, il coronamento di un anno di preparazione, un concerto che ha mandato in visibilio i cinquemila del RoundHouse di Londra (la data sold out del 27 ottobre 2012) e che ora può raggiungere chiunque lo desideri. Una summa di una vita dedicata alla musica che non vuole essere una mera celebrazione di una carriera ventennale, ma l’ennesimo punto di partenza per un musicista che ormai vive per superare e migliorare se stesso.



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool