Litfiba
Trilogia 1983 - 1989 Live 2013

2013, Sony
Rock

"Cosa resta di questi fottuti anni '80?" si chiede Pelù. Bei ricordi, rispondiamo noi.
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 27/03/13

Il 1° giugno 2012 quel che era successo al Mandela Forum di Firenze pareva essere una semplice rimpatriata tra compagni di band da troppo tempo lontani da uno stesso palco. Il sorriso enorme e costante di Gianni Maroccolo sembrava significare “Carpe diem... Godiamoci il momento, perché non è detto che possa capitare di nuovo”. Tempo qualche mese, frasi sibilline sui social network, e poi l’annuncio: Piero Pelù, Ghigo Renzulli, Gianni Maroccolo ed Antonio Aiazzi stanno provando alcuni pezzi del repertorio anni ’80 dei Litfiba in vista di due concerti a fine gennaio 2013. Senza esagerare, per molti è stato un sogno che si realizza, soprattutto per coloro che consideravano la band fiorentina morta già quando con “El Diablo” passarono dalle forti influenze new wave al rock più diretto.


Orbene via tensioni regresse, via visioni divergenti, bentornata pura e semplice voglia di omaggiare un periodo verso il quale tutti i protagonisti devono la loro carriera. Il 30 e 31 gennaio 2013 presso l’Alcatraz di Milano i Litfiba nei 4/5 della formazione storica anni ’80 più Luca Martelli, già batterista di Giorgio Canali e de Gli Atroci, hanno fatto un tuffo nel passato ed hanno eseguito una scaletta di 24 canzoni riesumate dal repertorio di trent’anni addietro, molte delle quali non vedevano più le luci di un palco da tantissimo tempo. È il caso del brano d’apertura dei concerti, quella “Eroi Nel Vento” eseguita per l’ultima volta nel 1997 in quel disastroso “Croce E Delizia” e qui invece nel suo sfolgorante arrangiamento molto vicino all’originale e soprattutto con una carica che ben le rende onore; è il caso anche di gemme oscure che sul palco sono state davvero giusto il tempo di qualche concerto e nulla più, come quei capolavori di new wave italiana “Transea” e “Versante Est”, o le atmosfere romantiche al chiaro di luna di “Pierrot E La Luna”, gli ipnotici amori parigini di “Elettrica Danza”, senza dimenticare quel piccolo gioiello che è “Ballata”.


Il meglio di “Trilogia 1983 – 1989 Live 2013” è contenuto gran parte nel primo CD, dove oltre ai brani poco sopra citati troviamo anche “Istanbul” (già eseguita dai quattro membri storici in occasione del concerto del 1° giugno 2012), “Apapaia” e “Guerra”, brano simbolo del primo periodo Litfiba e che probabilmente più di altre mantiene intatta l’atmosfera del periodo in cui è stata composta nonostante il tentativo di attualizzare un po’ gli arrangiamenti. Caso a parte per “La Preda”, qui presente in una versione molto vicina a quella eseguita durante il “Grande Nazione Tour” e con l’innesto di un ritornello che snatura un po’ la canzone pur facendo rimanere intatto il forte impatto sonoro. Il secondo CD non lesina di altre chicche come “Re Del Silenzio” ed una “Ci Sei Solo Tu” finalmente tornata ai fasti dell’originale, senza dimenticare la ritrovata cattiveria alcolemica di “Gira Nel Mio Cerchio” ed una “Ferito” che abbandona le atmosfere contaminate di “Tex” e torna alla sua veste acida originale. Da menzionare anche “Amigo”, dedicata a Luca De Benedictis, storico ed indimenticato batterista della band.


La prestazione dei Nostri è ottima. L’inconfondibile basso di Gianni Maroccolo è goduria allo stato puro, Pelù canta bene, anche se fa un certo effetto notare che in “Santiago” è un po’ “legato”, di certo più attento a fare un’esecuzione precisa più che potente, Antonio Aiazzi alle tastiere ha fatto una buona ricerca di suoni da utilizzare, e Ghigo Renzulli col suo inseparabile Cry Baby riesce nella sfida di innestare il suo caratteristico suono di 20 anni a questa parte in un repertorio che originariamente prevedeva effettistiche ben diverse. Menzione d’onore per Luca Martelli, eccellente batterista che ha portato in questi Litfiba quel tocco preciso eppure molto presente e personale che forse mancava nella formazione del duo Pelù – Renzulli. Certamente ha riportato un feeling con lo strumento molto, molto simile a quello che aveva lo scomparso Ringo De Palma.

Tutto perfetto quindi? No. Non mancano sbavature, come una piccola esitazione di Aiazzi nel primo ritornello di “Gira Il Mio Cerchio” o “Re Del Silenzio” che inizia troppo lenta salvo riprendersi in pochi secondi con l’asse Maroccolo – Martelli che si dimostra per altro un’eccellente ossatura, ma sono comunque sottigliezze che possono anche essere lette come una piacevole prova del fatto che in studio non è stato toccato nulla, se non un’ottimizzazione dei livelli di volume dei vari strumenti; un live, in quanto tale, deve testimoniare anche le eventuali esitazioni e gli eventuali piccoli difetti d’esecuzione. Ad esser pignoli, l’esecuzione di “Santiago”, benché molto vicino all’originale di “Litfiba 3”, nel ritornello risulta troppo slegata, con una sezione chitarristica troppo dissimile da quella delle tastiere, e “Tex”, per quanto sia un bel momento conclusivo, nel corso degli ultimi anni è stata presentata molto spesso, e avrebbe potuto far posto ad altri brani caduti sfortunatamente nel dimenticatoio. Dispiace infine accorgersi che è stata eliminata “Paname”, uno dei momenti più coreografici dell’intero concerto, ma a detta della band il risultato non era sufficientemente soddisfacente per esser messo su disco. Peccato.


Che cosa resta di questi fottuti anni ’80?” chiede Pelù al pubblico introducendo “Resta”. Di certo bei ricordi, brani che all’epoca hanno davvero segnato l’underground musicale della penisola e d’Oltralpe (in quel decennio Renzulli e soci erano molto famosi in Francia e non erano perfetti sconosciuti neppure in Svizzera e Belgio). Parafrasando il cantante, possiamo chiederci: “Che cosa resta di questo fottuto ‘Trilogia 1983 – 1989?’”. Resta un’istantanea di due concerti che poi sono diventati quattro, che poi sono diventati un mini tour che ad aprile invaderà i club di tutta Italia. Resta la sensazione di poter avere l’occasione di ascoltare e percepire, se non le originali atmosfere ottantiane che tanta fortuna hanno portato ai Nostri, quantomeno i lontani ma ben distinguibili bagliori di ciò che è stato, di ciò che purtroppo e al contempo giustamente non tornerà mai.





CD 1:


01. Eroi nel vento
02. Tziganata
03. La preda
04. Transea
05. Istanbul
06. Guerra
07. Versante est
08. Apapaia
09. Pierrot e la Luna
10. Ballata
11. Elettrica danza


CD 2:


01. Re del silenzio
02. Gira nel mio cerchio
03. Cane
04. Ferito
05. Louisiana
06. Il vento
07. Santiago
08. Ci sei solo tu
09. Corri
10. Amigo
11. Resta
12. Tex

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