NUOVE USCITERECENSIONI

Deathstars – Everything Destroys You

This is it, how it should be seen
A night proof horror motherfuckin’ dream

Una pausa è ciò che ci vuole qualche volta. Serve per riconciliarci con noi stessi, per ristabilire la sintonia con l’ambiente circostante e permettere che un nuovo flusso di idee ed energie fluisca dentro di noi. Tuttavia, può succedere che ci abituiamo a questa pausa e che la nuova linfa confluita in noi finisca per stagnare e impedisca il processo di rinnovo.

Obiettivamente, 9 anni di pausa sono tanti. Eppure, bisogna considerare il traguardo e non il cammino, giusto? Beh, a maggior ragione, i 9 anni trascorsi tra l’uscita di “The Perfect Cult” e quella di “Everything Destroys You” sono davvero tanti, troppi.

Il ricordo che ci avevano lasciato gli svedesi Deathstars quasi una decade fa non era proprio dei più rosei, ma non era nemmeno così tremendo alla fine. Dopo l’abbandono del batterista Vice e il ritorno della seconda chitarra di Cat Casino (assente dal 2013), ecco l’arrivo del quinto album in studio, sperando che la band abbia sfruttato il tempo e le nuove-vecchie armi a disposizione per giungere a una personale maturità artistica. E invece.

I ragazzi ce lo fanno capire fin dai primissimi minuti che a loro, di provare a cambiare pelle e quelle cose lì, non interessa: “This Is” (che per di più è il primo singolo estratto) prova ad essere una canzone dei Rammstein e riprende ogni elemento caratteristico del gruppo teutonico, cercando di farlo suo, ma si sa, l’ispirazione non dovrebbe mai sfociare nella mera imitazione.

Subito dopo fa capolino, quasi a farlo apposta, “Midnight Party”, che mostra l’altra grande influenza da cui i Deathstars attingono: Marilyn Manson. Ma non basta cercare di replicare lo scream sottovoce del Reverendo, aggiungendo qualche tastiera e coro catchy, anche stavolta siamo lontani dagli idoli di riferimento.

A dir la verità, basterebbe questo per descrivere l’intero disco. Un susseguirsi di brani che rimescolano questi due monumenti degli anni ’90, tra l’industrial metal più martellante e il gothic più dark, senza mai aggiungere qualcosa che valga davvero la pena di riascoltare. La voce di Whiplasher Bernadotte non si sposta mai dalla sua ottava di riferimento e nemmeno il ritorno alla doppia chitarra aiuta a creare qualcosa di diverso. Tracce che si dimenticano subito dopo la fine (“Anti All”, “The Infrahuman Masterpiece”), tracce che presentano spunti interessanti ma che mancano di sviluppo (“Between Volumes and Voids”, “An Atomic Prayer”, “The Churches Of Oil”), tracce che proprio non funzionano (la title track, “Angel Of Fortune And Crime”).

Le tastiere che prima davano almeno un po’ di sollievo nella discografia dei Deathstars stavolta sono solo abbozzate, come in “Blood For Miles”, che dà da pensare: Nightmare Industries (chitarra solista e tastiere) avrà visto Profondo Rosso prima di comporre questa melodia? Ciò che salvava il loro precedente lavoro, l’orecchiabilità, data appunto delle tastiere, qui viene messa in secondo piano per l’aggressività di chitarre e batterie e per creare un generale mood gotico e opprimente: scelta che si rivela completamente controproducente, data la somiglianza disarmante con altre produzioni.

Un album che pone ancora più confusione su questa band, “Everything Destroys You” sicuramente non distrugge gli ascoltatori, che rimangono solo un po’ straniti dopo 40 minuti, ma proseguono la propria esistenza subito dopo.

Tracklist

01. This Is
02. Midnight Party
03. Anti All
04. Everything Destroys You
05. Between Volumes and Voids
06. An Atomic Prayer
07. Blood For Miles
08. The Churches Of Oil
09. The Infrahuman Masterpiece
10. Angel Of Fortune And Crime

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