I The Snuts, band scozzese che si sta facendo particolarmente conoscere nella nuova scena alternative rock britannica, sono giunti al loro terzo album in studio, “Millennials”. Per l’occasione abbiamo avuto modo d’intervistare Joe McGillveray, chitarrista della band, che ci ha spiegato qualcosa in più sulle canzoni che compongono il disco e sul rapporto del gruppo con la generazione da cui il lavoro prende il titolo.

Ciao Joe e benvenuto su SpazioRock. È un onore per me intervistarti! La prima volta che vi ho visti live è stato a Glasgow prima della pandemia, dovevate pubblicare ancora il vostro primo album. Ne sono successe cose da allora immagino… Come si è evoluta la band in questi anni?

Grazie a voi. Sono davvero contento di essere qui ed è un privilegio per me. È passato decisamente tanto tempo da allora! Credo che ci siamo evoluti molto, così come penso si sia evoluta qualsiasi persona. Io sono cresciuto alla chitarra, abbiamo trascorso tanto tempo suonando insieme, facendo casino… E sì, credo che siamo cresciuti molto e siamo diventati molto più professionali. Credo che ora sappiamo tutti quello che vogliamo dalle nostre carriere e che tipo di band vogliamo essere

Ma partiamo dagli inizi… Come vi siete conosciuti e avete iniziato a fare musica insieme?

Allora, veniamo tutti dalla stessa piccolissima città. Ci saranno massimo 15000 persone che vivono lì e non è chissà quale gran posto. Ci siamo incontrati a scuola, abbiamo tutti la stessa età e frequentavamo appunto la stessa scuola. Conoscevo il bassista Callum e il batterista Jordan da quando avevo tipo cinque anni, quindi davvero da tantissimo. Poi abbiamo incontrato Jack quando siamo andati al liceo, quindi dobbiamo andare davvero molto indietro.

Siete arrivati al vostro terzo album in studio. Prima avete pubblicato un paio di singoli per lanciarlo, “Gloria” e “Deep Diving”. Come mai avete scelto proprio quelli li?

A noi piace sempre realizzare musica, credo che far conoscere le nostre canzoni alle persone sia la parte più eccitante del nostro lavoro. Scrivere canzoni e sentire le persone cantarle con te ai tuoi concerti è una parte per noi meravigliosa di tutto il processo musicale. “Gloria” è stata una delle prime canzoni dell’album che abbiamo registrato e finito, quindi era il primo pezzo pronto ad andare. Semplicemente è stato per questo motivo, la canzone era pronta e volevamo farla ascoltare alle persone su Spotify o ovunque volessero. Credo che sia sempre abbastanza difficile scegliere quali saranno i singoli quando si registra un nuovo album, alcune volte è veramente ovvio quali potrebbero essere perché sei sicuro che saranno quelle le canzoni in cui tutti si rivedranno, altre volte invece si è in disaccordo all’interno della band perché magari qualcuno ama molto una canzone e invece non viene scelta come singolo.

Il disco s’intitola “Millennials”. Posso chiederti il perché di questo titolo?

La parola “Millennials” è uscita fuori perché collegata ad una delle canzoni, ovvero “Wunderkind”. C’era un’espressione nella canzone che racchiudeva un po’ il senso di tutte le altre, che le collegava in qualche modo. È un po’ così che è uscita fuori la parola “Millennials” e l’abbiamo quindi scelta come titolo.

La copertina dell’album è caratterizzata da diversi oggetti che hanno fatto parte proprio della generazione dei Millennials. È stato voluto questo richiamo oppure si tratta di un semplice caso?

Si, è così. Callum, il bassista, è quello artistico del gruppo e ha curato tutte le immagini. Gli oggetti che ci sono sopra, tipo le cuffiette, l’iPod, sono esattamente quelle cose che quando noi eravamo bambini erano come le più importanti del mondo e penso che abbiano significato davvero tanto per tutte le persone della nostra età, della nostra generazione. Ormai nessuno più utilizza delle cuffiette o un iPod credo, è come se non servissero più a nessuno, mentre per me erano le cose più importanti nella mia vita. Quindi tutti gli oggetti che si vedono sulla copertina rappresentano qualcosa che per noi è stato molto importante quando eravamo più giovani.

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In verità io l’iPod lo ho ancora e lo uso tantissimo! Comunque mi piace questo senso nostalgico che avete voluto dare alla copertina, questa voglia di raccontare una generazione attraverso delle immagini. Rende davvero l’idea! Venendo alle canzoni… Ci spiegheresti un po’ come sono nate?

Molto normalmente, quando abbiamo deciso che volevamo realizzare un altro album siamo andati in uno studio di registrazione a nord della Scozia, tra le montagne ed i laghi. Era un posto davvero meraviglioso, dove non c’erano altre persone oltre noi. Ogni mattina ci svegliavamo e camminavamo in questa natura sconfinata ed eravamo come isolati dal resto del mondo. È qui che abbiamo scritto, realizzato tutti le demo delle canzoni e registrato l’album. Sono nate tutte nello stesso posto. Abbiamo lavorato due settimane ai primi tape e poi altre due settimane per gli altri tape, il resto del tempo siamo andati in giro per le strade ad esplorare.

E nei giorni in cui avete lavorato all’album avete ascoltato qualche artista in particolare che vi ha influenzato?

In realtà ascoltiamo tutti musica abbastanza differente, quindi non credo ci sia stato un artista nello specifico che ci abbia influenzato direttamente. Nel mio caso credo roba non troppo rock’n’roll in verità, tipo Sufjan Stevens. Non so se lo conosci, ma l’ho ascoltato parecchio e credo mi abbia influenzato in questo disco.

Questa è una mia curiosità… Ci sono alcuni dei vostri primissimi demo che personalmente adoro, uno su tutti “Proper”, ma non li avete mai aggiunti agli album. Come mai questa scelta?

Mi dispiace un sacco! È difficile da spiegare. Le canzoni sono esattamente un’istantanea delle persone che siamo in quel momento. Quando abbiamo scritto “Proper” eravamo delle persone diverse in un posto diverso. Credo che sia stata scritta addirittura quando avevamo diciassette anni o forse ancora più piccoli e quindi davvero tanto ma tanto tempo fa. Quindi credo fosse difficile l’idea di riregistrarle. Inoltre, per fornirti un’altra scusa, credo che quando registri un demo e le persone se ne innamorano e crescono con quella versione della canzone, poi quando provi a riregistrarla è come se perdesse un po’ della sua magia. È un po’ come se non fossero più la stessa cosa. Se avessimo riregistrato “Proper” e l’avessimo messa nell’album non c’era nessuna garanzia circa il fatto che la nuova versione sarebbe piaciuta così come piace la sua versione originale. Quando abbiamo dovuto registrare il primo album e dovevamo scegliere se riregistrare quelle demo abbiamo pensato “No, queste sono canzoni già finite! Sono già ok così!”.

Mi viene tuttavia da pensare a “Glasgow” o “Sing For Your Supper” del primo album, anche loro erano tra i vostri primissimi demo. Come mai queste avete deciso di riregistrarle invece?

È vero! [ride, ndr] Sinceramente non so darti una vera risposta. Credo ci siano alcune canzoni di cui semplicemente fatichi a liberarti, tipo “Glasgow”! Vado un po’ a fasi con quella lì. Ci sono momenti in cui potrei suonarla cento volte di seguito e altre volte in cui sono sul palco e penso “Oh no, Glasgow di nuovo!” Ma c’è sempre così tanta energia da parte del pubblico quando suoniamo quella canzone e quindi di brani come questo non ti puoi liberare, non puoi farne a meno.

C’è una possibilità di riascoltare le vostre primissime canzoni live?

Personalmente mi piacerebbe. La chitarra suonava molto potente lì e io sono il chitarrista quindi non vedo perché evitare, anche se non so se accadrà davvero. Però mai dire mai!

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C’è una canzone tra quelle che avete registrato a cui sei particolarmente legato e perché?

Una del nuovo album? Fammi pensare un po’… C’è una canzone che però è solo nella versione deluxe del disco. Non ti saprei dire perché proprio quella, forse perché solitamente mi piacciono le cose abbastanza soft e tristi e quella lì è abbastanza soft. Le altre suonano tutte parecchio allegre. Credo che quando registri le canzoni con alcune si venga a creare un legame speciale, capisci quello che dico no?

Certo, è una bellissima cosa. A breve inizierete anche il vostro tour per promuovere l’album ma, per il momento, non prevede l’Europa. C’è la possibilità di vedervi anche in Italia in futuro?

Sì, a breve andremo in tour e sì, per il momento niente Europa, anche se stiamo cercando di organizzare. Queste cose hanno sempre un sacco di complicazioni noiose, ad esempio trovare i luoghi giusti dove suonare. Aggiungere date del tour anche in Europa è qualcosa che vorremmo tutti nella band e vorremo tornare anche in Italia, ci stiamo disperatamente provando! Quando abbiamo iniziato a mettere la nostra musica su Spotify è stato fantastico notare come stavamo diventando popolari anche in altri Paesi come l’Italia, guardavamo e pensavamo “Oh mio Dio, ci sono persone a Milano che sanno chi siamo!”. Abbiamo sempre ricevuto un grande supporto dai fan italiani, sono molto energici e speriamo di poter tornare in Italia presto. Per noi suonare live è sempre la parte migliore e più divertente del nostro lavoro. Fare musica è fantastico ma è ancora più fantastico vedere le persone che conoscono e cantano le tue canzoni, è qualcosa di davvero speciale.

Un’ultima domanda e ti lascio andare. In una parola, cosa pensi dovranno aspettarsi quindi i nostri lettori dal nuovo album?

Che diventerà il top in tutti i Paesi! [ride, ndr] No, scherzo! Semplicemente potranno aspettarsi vibes positive, canzoni che mettono allegria. Volevamo davvero fare un nuovo album e credo che questo rispecchi il fatto che la nostra band è un posto felice, siamo tutti molto amici tra di noi. Quindi le persone troveranno tanta gioia, tanto amore, insomma questo!

Grazie davvero per il tempo che ci hai dedicato, è stato un vero piacere averti con noi! Speriamo di vederci presto in Italia!

È stato un grande piacere anche per me, grazie per avermi avuto con voi e grazie a te. È veramente bello poter fare delle interviste con persone che amano la musica e nel tuo caso si vede che la ami. Non parlo solo della mia band, ma ti parlo di persone che amano la musica in generale. Non è una cosa così scontata. Speriamo di vederci presto in Italia!

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