Una commissione giudiziaria dello Stato di New York ha rifiutato la richiesta per la libertà condizionale presentata dai legali di Mark Chapman, conosciuto per aver assassinato John Lennon l’8 dicembre del 1980 a New York.

Nato in Texas nel 1955, Chapman venne condannato a vent’anni l’anno seguente al delitto Lennon. Secondo la legge americana, dopo aver scontato la pena minima è possibile per il condannato richiedere la libertà vigilata ogni due anni: Chapman ha fatto ricorso a questo diritto per ben 12 volte, il quale è stato negato per altrettante volte. Il giudice ha infatti dichiarato che il rilascio di Mark Chapman non è compatibile con la sicurezza della società.

John Lennon (a sinistra) che firma un autografo per Mark Chapman (a destra)

Il delitto era avvenuto all’esterno del Dakota Building, dove John Lennon viveva con la moglie Yoko Ono (la quale continua a lottare affinché Chapman non venga rilasciato) e il figlio Sean. Chapman raggiunse l’artista e gli sparò quattro colpi alle spalle con una pistola 38 Special, ferendo a morte Lennon. L’assassino venne arrestato poco dopo sui gradini del Dakota Bulding, luogo in cui leggeva una copia de “Il Giovane Holden” di J. D. Salinger: il libro infatti ricoprì una grande importanza per l’omicida dell’ex-Beatle, in quanto si identificava con il protagonista del libro, Holden Caufield, un adolescente anticonformista e afflitto da una rabbia profonda.

In una delle precedenti udienze per la libertà vigilata, Chapman dichiarò:

Ho ucciso [John Lennon] perché era molto, molto, molto famoso e questa è l’unica ragione e volevo essere molto, molto, molto, molto famoso anch’io […] È stato un atto estremamente egoistico.

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