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The Mars Volta – The Mars Volta

Se i Mars Volta fossero una costellazione, sarebbero un aggregato di stelle in continua evoluzione, fra supernove che esplodono, nane bianche che nascono e buchi neri di assoluto silenzio. In principio ci fu il caos, un Big Bang che con lo scioglimento degli At The Drive-In del 2002 ha dato il via al duo tumultuoso formato da Cedric Bixler-Zavala e Omar Rodriguez-Lopez, per esprimersi al di fuori dei canoni rigidi del post-hardcore. “De-Loused in the Comatorium” (2003) ne fu il meraviglioso risultato: un prog “elettrificato”, enigmatico e passato al setaccio del post-hardcore più innovativo. Seguiranno altri 5 album che esplorano gli angoli più reconditi e occulti dell’essere, con un sound che da potente e vigoroso nei primi album, diventa via via più sofisticato. Poi, dopo “Noctourniquet” (2012), il vuoto: lo scioglimento rumoroso nel 2013 annunciato via Twitter da Cedric, voci di reunion qua e là inframmezzate da un’incursione degli At The Drive-In e, finalmente, il ritorno con il self-titled “The Mars Volta“.

Di carne al fuoco ce n’è parecchia: 14 tracce di cui solo 2 superano i 4 minuti, decretando l’evoluzione dal prog di durata in un sound più accessibile e raffinato. I tre singoli estratti dall’album si sono susseguiti a passo svelto durante questa torrida estate: “Blacklight Shine” a giugno, “Graveyard Love” a luglio e “Vigil” ad agosto. Il primo singolo e opener dell’album ci spiazza con un funk quasi caraibico in antitesi con il testo livoroso dedicato all’esperienza in Scientology di Cedric, che lo ha allontanato da Omar, fino a quando non si è finalmente liberato dalla morsa della setta, cantando vendetta. “Graveyard Love” racconta attraverso un sound più movimentato la colonizzazione di Porto Rico, terra natìa di Omar, da parte degli Stati Uniti. Il terzo e ultimo singolo “Vigil” ha un inizio molto pop che finisce per avvolgere con i suoi chorus pungenti e quasi disarmonici verso la fine.

Il mix linguistico dei testi coi suoi switch dall’inglese allo spagnolo (“Que Dios Te Maldiga Mi Corazon”, “Blacklight Shine”, “The Requisition”) accentua tutte le sfumature di significato attraverso il suono delle parole. Qualche virata nel vecchio prog-core la ritroviamo in “No Case Gain”, con le sferzate acute dei vocals di Cedric, accompagnate da un arrangiamento senza sorprese ma non per questo meno coinvolgente.

I Mars Volta sono tornati in veste pop, un pop sofisticato che quel post-hardcore rimasto chiuso in una stanza ammira dal buco della serratura con un po’ di timore. E va bene così. Ci troviamo di fronte a un progetto che si è evoluto, che è maturato in direzioni diverse e questo scontenterà molti nostalgici. Ma i Mars Volta non sono il reboot di una serie TV tirata fuori dalla scatola dei ricordi per puro fan service. I Mars Volta sono l’espressione di un sodalizio artistico di lunga data, che ha attraversato la burrasca, che si è perso per poi ritrovarsi, che muta nel tempo come fa la materia.

Tracklist

01. Blacklight Shine
02. Graveyard Love
03. Shore Story
04. Blank Condolences
05. Vigil
06. Qué Dios Te Maldiga Mí Corazón
07. Cerulea
08. Flash Burns from Flashbacks
09. Palm Full of Crux
10. No Case Gain
11. Tourmaline
12. Equus 3
13. Collapsible Shoulders
14. The Requisition

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