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Lucifer – Lucifer IV

I Lucifer catturarono subito l’attenzione del pubblico e della critica grazie a un primo album, “Lucifer I”, caratterizzato da un seducente occult rock imbevuto di Black Sabbath, Blue Öyster Cult e Pentagram. L’arrivo in line-up di Nicke Andersson ha portato a una ridefinizione della scrittura musicale della band, traghettandola verso territori più Hellacopters e a uno status internazionale consolidato; l’altra faccia della medaglia è stata una progressiva standardizzazione del sound, trasformatosi, nello scorso “Lucifer III”, in un hard rock accattivante, ma canonico, con l’alone cupo che ammantava gli esordi ridotto a semplice placcatura. Il nuovo “Lucifer IV”, però, mostra un gruppo deciso al compromesso, che cerca di conservare la veste catchy degli ultimi lavori senza rinunciare alle fumose atmosfere da magia nera di un tempo. Ne viene fuori un album molto settantiano e dal forte sentore rétro, che, oltre a nutrirsi del carisma scenico e vocale di una Johanna Sadonis davvero in grande spolvero, trae discreto beneficio dalla partecipazione al processo compositivo dei due axeman Linus Björklund e Martin Nordin. Il risultato non delude, benché la tracklist non presenti delle vere canzoni da copertina.

Sinistro e beffardo, l’artwork riflette esattamente ciò che offre il disco a livello tematico. Le tonalità sulfuree, ma sobrie e nette, del rosso e del nero, costringono a soffermarsi sullo sguardo della singer, determinato e sardonico nonostante la condanna alla crocifissione: una metafora dell’atteggiamento combattivo delle donne riguardo agli affronti e ai soprusi subiti per secoli dalla cultura maschile. L’efficace “Archangel Of Death” ci introduce in questa storia femminile di dolore, resistenza e successo, con le sue chitarre flangerate, i bassi rotondi, la batteria robusta, un caldo senso melodico accentuato da una produzione volutamente vintage. Un brano di grande presa, che fa da battistrada al languore sensuale di “Wild Hearses” , al clima oscuro di “Crucifix (I Burn For You)”, alla raffinatezza e al groove di “Bring Me His Head”: il timbro della frontwoman, elegante e tentatore, caratterizza le varie tracce insinuandosi ovunque, tra le note d’organo di “Mausoleum” e quelle di pianoforte di “Nightmare” come tra le vibrazioni blues di “Cold As A Tombstone”, l’afflato sudista di “Louise” e le escursioni stoner di “Phobos”.

Certo, a tratti sembra di ascoltare i Queens Of The Stone Age più gommosi catapultati nelle colonne sonore dei film di James Bond (“Orion” docet), ma almeno questa volta i Lucifer non spingono per le soluzioni facili del recente passato, realizzando un quarto capitolo comunque godibile e liricamente intenso. Anche senza belati caprini sullo sfondo.

Tracklist:

01. Archangel Of Death
02. Wild Hearses
03. Crucifix (I Burn For You)
04. Bring Me His Head
05. Mausoleum
06. The Funeral Pyre
07. Cold As A Tombstone
08. Louise
09. Nightmare
10. Orion
11. Phobos

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