NUOVE USCITERECENSIONI

Biffy Clyro – The Myth of The Happily Ever After

Che i Biffy Clyro non scendano mai a compromessi nel loro modo di fare musica lo sapevamo già. Con questo nuovo lavoro in studio lo confermano ancora una volta.

“The Myth Of The Happily Ever After”, uscito per 14th Floor Records, è il nuovo album della band scozzese capitanata da Simon Neil. Un lavoro completo, piacevole, ricco di personalità. Forse c’è da chiedersi cos’abbia a che fare con le produzioni del 2021 che lo circondano, ma ce lo facciamo andare bene così: fuori dal suo tempo.

La scena si apre in modo evocativo, ai margini dell’epicità. “DumDum” è una cavalcata imponente che alza il sipario di un disco che la saprà sostenere nelle sue dieci tracce successive. Come spesso accaduto nella storia della band, questo disco è il gemello del precedente “A Celebration Of Endings” e lo riprende fin dall’artwork di copertina, colmando poi le simmetrie con abbondanti sezioni di synth e tastiere. Una produzione che appare il filo conduttore degli ultimi anni, che rispetta quello che non è affatto un b-side album, ma un lavoro che sta in piedi da sé. E pure molto bene.

“A Hunger In Your Haunt” e “Denier” scorrono via abbastanza facilmente, ci addentriamo quindi verso il cuore del disco che si apre con “Separate Mission”: brano molto ben congeniato e che strizza l’occhio al pop da classifica più ricercato. Struttura insolitamente semplice per i Biffy Clyro, ma la produzione vince e comunica bene.

“Witch’s Cup” segue ed ha più la funzione di un brano di transito verso quello che a primo ascolto ci fa strabuzzare gli occhi per la sorpresa, ma che poi ci accomoda serenamente nella comfort zone dell’aggressività schietta che in questi anni questi ragazzi ci hanno fatto conoscere. “Holy Water” si preannuncia come ballad acustica un po’ troppo semplice, piacevole, ma senza infamia e senza lode. Passata la metà del pezzo l’atmosfera è resa più intensa e riflessiva. Si crea una (ben riuscita) tensione di anticipazione a quello che sarà un tappetto finale di chitarre e rullanti ben posizionati in faccia. Superata la prima metà del disco e fino ad ora il cammino è stato molto piacevole, ma da ora in poi lo sarà ancora di più.

Il basso di James Johnston si prende quel che si merita in “Errors In The History Of God”, brano dal sapore velatamente post-grunge condito da ritmiche sghembe e che ben riconosciamo nel passato della band. “Haru Urara” è l’esempio perfetto di come l’intelligenza e l’esperienza nella composizione e nella produzione possano creare dei brani assolutamente singolari, difficilmente etichettabili in generi e stili. Una sezione ritmica che nelle strofe sembra essere legata a doppio fino alla wave new-soul che imperversa; un ritornello emotional a tutto spiano che spezza e ricuce con semplicità il flusso della canzone. “Cause the people we love are the people we need”, grazie del consiglio.

Fino ad ora il popolo dello streaming sembra aver stabilito quale pezzo di quest’album entrerà a far parte di un fututo best of: “Unknown Male 01” ha tutte le caratteristiche che ai fan dei Biffy Clyro fanno sudare e sgomitare. Finalmente un po’ di scream, un bel breakdown sul finale e quella pasta math-rock che ha saputo differenziarli e farli apprezzare trasversalmente nel mondo della musica. Ci siamo quasi, ultimi due brani.

“Existed” si caratterizza da un drumbeat elettronico a fare da pavimento ad una leggera, e non indimenticabile, ballata dal sapore titoli di coda di un film hollywoodiano.

Tre quarti d’ora sono volati e “Slurpy Slurpy Sleep Sleep” compare come ultimo capitolo. Qui funziona tutto: intro, progressione ed arrangiamento. Un bel riffone a tenere gli animi alti e l’intenzione di non farli scendere almeno per un altri cinque minuti. “Life is a sad sonf we only hear once. Please give it all you’ve got before the rhythm stops”, canta Neil, “Don’t wast your time, love everybody”. Testo maestoso per un brano maestoso. La conclusione migliore per un lavoro che pare essere stato pensato come un live, strutturato sulle corde di chi ha ancora voglia e pazienza da dedicare alla buona musica.

Tracklist:

01. Dum Dum
02. A Hunger in Your Haunt
03. Denier
04. Separate Missions
05. Witch’s Cup
06. Holy Water
07. Errors in the History of God
08. Haru Urara
09. Unknown Male 01
10. Existed
11. Slurpy Slurpy Sleep Sleep

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %