Dopo la caduta delle tre precedenti accuse per molestie sessuali e altri reati affini, ieri (30 gennaio) Marilyn Manson è stato denunciato una quarta volta per una presunta aggressione sessuale e manipolazione emotiva intenzionale ai danni di una minorenne.

La vittima non ha condiviso i suoi dati personali, infatti, nel report ufficiale consegnato alla Corte Suprema della Contea di Nassau (New York) la donna ora divenuta adulta viene citata come “Jane Doe” per mantenere l’anonimato. Oltre all’imputato Brian Warner sono state citate in giudizio anche le due etichette discografiche Interscope e Nothing Records.

I fatti denunciati dall’accusa risalgono al 1995, anno in cui la sedicenne Jane Doe, dopo un concerto dell’artista a Dallas (Texas), sarebbe stata violentata sessualmente all’interno del bus proprio da quest’ultimo. Manson avrebbe quindi violato la ragazza che ai tempi era ancora vergine forzandola ad avere un rapporto completo e violento. Il cantante avrebbe anche chiesto alla ragazza i suoi dati personali, incluso il numero di telefono, invitandola brutalmente a uscire dal suo bus dopo aver consumato l’atto.

Le conseguenze delle azioni di Warner avrebbero poi condotto la ragazza ad abusare di alcool e droghe, spinta dal forte stress emotivo e psicologico causatole. La seconda parte dell’accusa risale sempre allo stesso anno, dopo che Manson avrebbe costretto Jane Doe a raggiungerlo in un concerto a New Orleans per poi abusare di nuovo di lei. Il burrascoso rapporto tra i protagonisti della vicenda sarebbe poi continuato per un prolungato lasso di tempo, all’interno del quale la ragazza pare abbia preso parte ai viaggi della band di Marilyn Manson facendo periodicamente uso di sostanze e continuando a subire violenze sempre più gravi, anche da parte dei membri dello staff e collaboratori.

Una volta raggiunta la maturità e dopo una frequentazione con Chris Vrenna, batterista dei Nine Inch Nails, gli incontri tra Jane Doe e Manson sarebbero diventati sempre più frequenti, portando la ragazza a confidarsi con l’artista diventando sempre più vulnerabile e facilmente manipolabile sia emotivamente che psicologicamente.

Interscope e Nothing Records sembrano anch’esse coinvolte nella vicenda in quanto consapevoli dei fatti accaduti e sarebbero state accusate di aver coperto le ossessioni e le pulsioni sessuali di Warner nei confronti dei minori. Le due società, pur avendo i mezzi legali per controllare il comportamento degli artisti, avrebbero manifestato grave negligenza favorendo comportamenti pericolosi quali molestie, violenze e percosse ai danni di donne e minorenni.

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