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Era una tarda serata di inizio giugno, la piacevole e frizzantina aria di fine primavera sul volto, gli occhi chiusi, cercando di elaborare quanto appena provato e chiedendoci quando avremmo potuto vivere di nuovo la stessa esperienza. Perché, no, quando si tratta di certe band non è mai abbastanza.

Non è passato nemmeno un anno da quel magnifico Dissonance Festival, ma i padri del metal moderno hanno accolto le nostre preghiere e sono tornati per una data indoor. Pare evidente che a moltissimi l’esperienza dell’anno scorso – pur nella sua perfezione – non sia sembrata abbastanza, visto il sonoro sold out che si vede all’Alcatraz di Milano per questa occasione. In un momento in cui molte band metal stanno raccogliendo grandi numeri in occasione delle performance in Italia, è bello vedere come non ci si dimentichi dei Meshuggah, della loro imponenza e della loro importanza nello sviluppo di un certo tipo di musica che ultimamente – dopo 30 anni – continua a influenzare e a conquistare, riuscendo ad emergere sempre maggiormente dalla nicchia.

TheHaloEffect
The Halo Effect

Entriamo quindi in un Alcatraz ancora una volta pienissimo e prima che il rito abbia inizio abbiamo anche il tempo di farci deliziare dalle ottime performance di Mantar e The Halo Effect, con quest’ultimi che, ovviamente molto attesi dai fan degli In Flames, finiscono per impressionare anche il resto della platea. Niente di meglio quindi per riscaldare l’aria prima che una band notoriamente perfetta sul palco mostri ancora una volta a tutti il motivo di tale reputazione. Mentre rimuginiamo su quello che sta per investirci, i nostri pensieri vengono improvvisamente interrotti da “Careless Whisper” di George Michael, prima che le luci si spengano e che il monolite svedese ci mandi in ipnosi collettiva per 80 minuti.

Le prime rasoiate sono lente, chirurgiche e pesano una tonnellata: i cinque emergono dagli abissi con “Broken Cog”, che crea un build up clamoroso, sul quale tutti i presenti trattengono il fiato, prima di poter iniziare a scatenarsi con l’iconico riff di “Rational Gaze”.

MeshuggahMilano1
Meshuggah

Non sono usciti nuovi album negli ultimi mesi e, come si capisce immediatamente, se consideriamo scenografia e setlist, lo show potrebbe essere considerato quasi una replica – un po’ più sostanziosa – dell’esibizione dello scorso giugno. Ma il punto è che ai presenti questo non importa minimamente. Per quanto sia difficile da spiegare, e forse anche da comprendere, vedere i Meshuggah dal vivo è un’esperienza che va ben oltre le elucubrazioni sulla setlist o sulla scenografia in sé. Gli svedesi suonano come un mostruoso alieno a cinque teste, l’uno perfettamente integrato con gli altri e i mastodontici suoni che vengono scagliati dal palco prendono possesso delle nostre menti e dei nostri corpi inermi, che si muovono da soli sotto quei ritmi così intricati e allo stesso tempo così rilassanti nella loro oscurità.

“Immutable” viene ancora celebrato a dovere, ma la setlist attraversa buona parte della discografia della band: veniamo schiacciati sotto la valanga prodotta da “Born In Dissonance”, viaggiamo tra le galassie nei colori di “Kaleidoscope”, non opponiamo alcuna resistenza quando veniamo investiti dalla violenza di “Future Breed Machine” e dai suoi riff epilettici. In tutti ciò i Meshuggah si stagliano sul palco come cinque dèi nordici, sempre quasi immobili, tolti i movimenti del capo e delle barbe, ormai imbianchite dall’implacabile avanzare del tempo. Ma sia chiaro, il passaggio dei decenni è manifestato solo dalla lanugine canuta, visto la perfezione che gli svedesi riescono ancora a manifestare sul palco.

MeshuggahMilano2
Meshuggah

Un paio di minuti di pausa e si chiude con due classiconi del calibro di “Bleed” e “Demiurge”. Il cervello è ancora annebbiato, ma una certezza si fa strada attraverso questa cortina di fumo ogni singola volta che abbiamo la fortuna di poter ammirare i Meshuggah: le band metal in grado offrire uno spettacolo del genere sono veramente poche.

Setlist

Broken Cog
Rational Gaze
Perpetual Black Second
Kaleidoscope
God He Sees in Mirrors
Born in Dissonance
In Death – Is Life
In Death – Is Death
Humiliative
Future Breed Machine
Bleed
Demiurge

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