NUOVE USCITERECENSIONI

Porcupine Tree – Closure / Continuation

Tredici anni, progetti solisti, esperienze in altre band, decise negazioni del fatto che avremmo potuto vederli nuovamente insieme. Niente di tutto ciò è bastato: i Porcupine Tree sono tornati. Orfani del bassista Colin Edwin (con cui le divergenze paiono ormai insanabili), Steven Wilson, Gavin Harrison e Richard Barbieri, dietro alle diverse dichiarazioni di facciata fatte in questo lungo periodo non hanno mai smesso di scrivere e lavorare insieme e, nel corso di questi tredici anni hanno dato vita a sette tracce, sfruttando poi il momento di pausa forzata data dalla pandemia per finalizzare il lavoro: “Closure / Continuation” vede finalmente la luce ed è difficile rimanere freddi e lucidi davanti a questo ritorno tanto desiderato quanto insperato.

Quello che i tre presentano al pubblico assetato, è un lavoro in cui il marchio dei Porcupine Tree si percepisce chiaramente, ma che al tempo stesso risulta più fresco e non è sovrapponibile a nessuno degli album precedenti della band. Una scelta saggia, con cui Wilson e soci riescono a mettere la firma su un album riuscito e godibile, nel quale il talento cristallino dei tre emerge con forza e viene ben equilibrato alla fruibilità del singoli pezzi. Rimane difficile classificare un lavoro simile, potremmo stare ore a discutere di prog metal, art rock e chi più ne ha, più ne metta, ma la realtà dei fatti è molto più semplice: i Porcupine Tree sono sempre stati una band unica e tutte le sfumature del sound sviluppato in oltre 30 anni sono qui presenti.

È la corposa linea di basso (suonato dallo stesso Wilson in questo lavoro) di “Harridan” ad aprire il lavoro e immediatamente ci sembra di essere tornati a casa: il pezzo si sviluppa in 8 minuti di alti e bassi, con una prima metà forse più simile a quanto fatto da Wilson nei suoi primi album solisti, salvo poi sfociare in una magnifica sezione strumentale in cui Harrison sale in cattedra ed elenca quali sono i motivi per cui viene considerato tra i migliori batteristi della scena. Mentre sorridiamo e ci adagiamo nuovamente e sfumature sonore che ben conosciamo, la voce di Wilson irrompe e si erge sulla chitarra pulita di “Of The New Day”, con la quale proseguiamo la passeggiata sul viale dei ricordi: per quanto possa sembrare una ballad semplice, il pezzo propone un gusto per suoni e arrangiamenti squisiti e lo stesso discorso può essere espresso anche per la lunga “Dignity”, che racchiude perfettamente le varie anime della band.

Le maggiori sorprese arrivano da “Rats Return”, che contiene forti accuse ai totalitarismi e contrappone un riff puramente prog metal a strofe quasi “minimaliste”, e “Walk The Plank”, pezzo dall’anima dark e caratterizzato dall’elettronica. “Herd Culling” riassume e mette in mostra tutti i lati dell’album, ma è con la conclusiva “Chimera’s Wreck”, scritta da Wilson in seguito alla scomparsa del padre, che i Porcupine Tree ci danno lo scossone emotivo finale e ricordano per quale motivo ancora oggi, dopo 30 anni vengono ancora scoperti e amati dalle nuove generazioni. Ci troviamo davanti ad un brano scritto e costruito senza difetti, una progressione eccezionale che parte dal desolante arpeggio iniziale per svilupparsi in un pezzo corale, con una sezione ritmica avvolgente e riff che colpiscono a fondo.

Non siamo davanti ad un album seminale o ad un capolavoro come quelli con cui i Porcupine Tree sono diventati tra le band più influenti degli ultimi decenni, ma probabilmente “Closure / Continuation” non intende neanche essere questo. Parla invece di tre “ragazzi”, che dopo una carriera superba insieme e oltre un decennio a coltivare nuove esperienze, si sono “innamorati di nuovo di questa musica” (come affermato da Barbieri) e hanno voluto mostrare al mondo di poter di nuovo fare scintille insieme. Di questo non possiamo che essere grati e, mentre godiamo di questi nuovi pezzi e stringiamo tra le mani “Closure / Continuation” con emozione, diamo anche un occhio al calendario: non manca troppo prima di rivedere i Porcupine Tree anche dal vivo.

Tracklist

01. Harridan
02. Of The New Day
03. Rats Return
04. Dignity
05. Herd Culling
06. Walk the Plank
07. Chimera’s Wreck

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