Essere ancora a Milano ad agosto non è mai così piacevole. Ok, la città si svuota, non bisogna passare un’eternità imbottigliati nel traffico urlando insulti di ogni genere ad altri automobilisti e si evita di stare pressati sui mezzi pubblici tra i 35 gradi e gli odori di dubbio gusto già di prima mattina. C’è anche una certa calma, considerato tutto. Ma la verità è che è impossibile arrivare ai primi giorni di agosto senza desiderare ardentemente le vacanze. Per fortuna, in certe giornate, arrivano serate come quelle di giovedì al Barrio’s Live a placare questo desiderio.

Protagonisti della serata allo storico locale milanese sono i The Callous Daoboys, che nell’ultimo periodo, anche grazie alla pubblicazione di “Celebrity Therapist”, si stanno facendo un nome all’interno di un panorama, quello mathcore, che sfortunatamente continua a rimanere molto di nicchia, soprattutto alle nostre latitudini. Oltre al sestetto stanunitense, ad allietare la nostra serata troviamo tre band nostrane, che seppur proponendo sottogeneri e sfumature diverse, partono da uno stesso nucleo comune, che comprende anche gli headliner. Quelli a cui assistiamo sono quindi show ben diversificati e ognuno con la propria identità, ma con la stessa ideologia di fondo.

InfallBand

Si parte con gli Empty Stomach e con il loro “punk-stoner made in Brianza”. La giovanissima band della provincia di Monza, nonostante la poca esperienza, si muove molto bene sul palco e propone un sound che, anche se ha ampiamente superato il suo picco di popolarità, fa fatica a invecchiare e rimane sempre molto piacevole da ascoltare, soprattutto in questi contesti. Il quintetto sa variare bene i pezzi in scaletta e alterna mine più veloci dalla spiccata componente punk a brani lenti e pesanti, suonando senza sbavature. Lo stesso si può dire anche per i Mr Hygh, trio di Busto Arsizio che propone un genere più orientato verso il metal, tra hardcore e sludge. Anche per loro, non molti anni di esperienza alle spalle, ma comunque tanta grinta e precisione da vendere. E dopo il primo singolo “Disillusion”, pubblicato a luglio, la curiosità di ascoltare le prime pubblicazioni della band è sicuramente alta. Ci spostiamo su sonorità decisamente più veloci e aggressive con gli Infall, quartetto che vanta già una certa esperienza sia in termini di pubblicazioni, che di tour ed esibizioni. Esperienza che viene imbottigliata e fatta esplodere come una molotov in 30 minuti colmi di caos, tra accelerazioni micidiali e pura violenza sonora. Il palco sta quasi stretto alla band, con ogni membro che si contorce indiavolato, mentre spara tutte le proprie cartucce su un pubblico ben contento di ricevere questi colpi mortali.

TheCallousDaoboysBand

Intorno alle 23 è ora dei protagonisti della serata. I Callous Daoboys salgono sul palco per 40 minuti di fuoco e fiamme, nei quali riescono a suonare bene e coinvolgere un pubblico che inizia a ballare e dimenarsi fin dai primi pezzi. Nonostante i sei propongano un genere molto particolare e a tratti stridente, i pezzi si lasciano ascoltare che è un piacere, soprattutto in una componente live da club come questa. La band inaugura lo show con “Star Baby” e la devastante “Violent Astrology”, dando spazio sia a “Celebrity Therapist”, che all’esordio “Die On Mars”, pubblicato nel 2019. Se al frontman Carson Pace riescono molto bene diverse cose dietro al microfono, oltre ad un invidiabile contatto con il pubblico, il resto della band non fa certo solo da cornice. Tutti i musicisti sono preparatissimi e suonano pezzi notevoli dal punto di vista tecnico (e non solo), muovendosi continuamente su tutto lo spazio disponibile – e anche facendosi qualche capatina tra il pubblico quando il palco non riesce a contenere tutta l’energia e l’entusiasmo. La serata si conclude in trionfo per il sestetto, quando, dopo i saluti, il pubblico chiede a gran voce un altro pezzo. I Callous Daoboys accontentano i fan – ammettiamolo, non farlo sarebbe stata una cosa molto poco hardcore –, che possono scatenarsi un’ultima volta, in attesa del ritorno della band a gennaio.

Usciamo dal Barrio’s con un’aria frizzantina e le orecchie che ci fischiano. Alle ferie manca sempre meno (se chi sta leggendo non ci andrà a breve, ci perdonerà…) e abbiamo passato la serata in compagnia di quattro band che hanno dato tutto sul palco. Fossero tutte così le giornate di agosto a Milano…

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