Blackmore's Night - Secret Voyage Summer Tour
25/07/09 - Burg Creuzburg, Creuzburg


Articolo a cura di Gaetano Loffredo

Sono storie lontane, c’è chi le chiama leggende e chi con semplicità favole. Le nostre radici vanno ricercate nella notte dei tempi quando regnavano le fate e si potevano udire nei boschi i bisbigli degli gnomi.

CHAPTER 1: BACK HOME AGAIN!

Home again, nuovamente a casa. E’ la Germania, come più volte riportato nel corso degli appuntamenti annuali o semestrali relativi ai concerti dei Blackmore’s Night, la patria d’adozione della compagnia d’Albione (consentitemi l’allusione letteraria), territorio presso il quale si svolge puntualmente, ogni estate da quasi due lustri, il tour tra castelli, giardini secolari e borghi antichi.
Tra le tante opzioni a disposizione, io e consorte abbiamo optato per una data che ci aveva ampliamente soddisfatti in passato, tre anni fa per la precisione, “Burg Creuzburg” è uno sfizioso scorcio medievale incastonato nella verde Turingia, borgo vecchio più di mille anni che ha avuto nel rigoglioso passato un ruolo di importanza strategica ed economica per l’intera nazione. Dominato da un castello suggestivo, teatro del concerto dei Blackmore’s Night, “Burg Creuzburg” è tutt’ora ricordato per essere stata la dimora di Ludovico IV Conte di Turingia, della moglie St. Elisabeth di Ungheria e del famoso compositore tedesco Michael Praetorius. Piccola premessa con la quale potrete facilmente immaginare l’inattaccabilità del binomio Germania – Blackmore’s Night.

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CHAPTER 2: THE (SECRET) VOYAGE

Quest’anno ci siamo concessi un giorno in più per poterci presentare sul luogo dell’evento al meglio, evitando di rischiare l’affanno accollandoci in sole trentasei ore, come accaduto nelle tre sortite precedenti, i due mila chilometri necessari per andare e tornare dalla terra del Wurstel. Scelta che si è rivelata strategica ai fini “turistici”, concedendoci l’opportunità di visitare in modo approfondito non soltanto l’incantevole Creuzburg, ma anche la regale Wurzburg e la gemma Eisenach, storicamente rigogliosa di personaggi illustri, basti pensare a “l’architetto dei suoni” Johann Sebastian Bach e al padre spirituale della riforma protestante Martin Lutero.
Il viaggio è cominciato presto, intorno alle cinque del mattino, e una volta oltrepassati Alpi svizzere e territorio austriaco il primo pensiero è andato al termometro: la temperatura è infatti di dieci gradi in meno rispetto a quella della nostra Italia, valore abbassato ulteriormente dalla pioggia nei giorni seguenti che ha aumentato, viceversa, la sensazione di trovarci nel periodo autunnale. Se nei 35 gradi italiani l’abbigliamento medievale (perché chi si trova nelle prime file di un concerto dei Blackmore’s Night è pregato di presentarsi col costume d’epoca) poteva sembrare nella migliore delle ipotesi “forzato”, in Germania ha svolto la funzione opposta.
Seicento chilometri e il traguardo della prima tappa, la città extracircondariale di Wurzburg in bassa Franconia, sovrastata dalla Fortezza Marienberg e punto terminale della famosa Romantische Strasse (Strada Romantica). Il tempo di un pranzo nel centro città e di una visita alla splendida chiesetta rinascimentale (di cui potrete vedere un’immagine nella fotogallery a cura di Donatella Lomma) e poi la ripartenza verso Eisenach: riposino, cena a base di piatti tipici tedeschi (dunque non un lauto pasto), l’immancabile birra, sguardo rapido alla piazzetta centrale, dove spiccano la casa di Martin Lutero e la statua di Bach, e poi rientro in albergo: quella che ci attende all’indomani, è una giornata ricca di impegni.


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CHAPTER 3: WARTBURG CASTLE… AND DREAMS

Il secondo giorno del nostro consueto viaggio a ritroso nel tempo si apre con una colazione all’italiana a dire il vero un po’ arraffazzonata, comprendente latte (freddo, guai a chiederlo caldo ai tedeschi), un croissant poco edificante e della Nutella, calorie necessarie per affrontare il percorso che ci condurrà al castello di Wartburg, fortezza dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E pensare che Ritchie & Candice hanno visitato Wartburg nel pomeriggio, durante il nostro sopralluogo nella zona del concerto… uno scambio di “gite” che per puro caso non ci ha dato la possibilità di incontrare i menestrelli: sarà per la prossima, giusto?
Un giretto e qualche scatto all’interno delle mura hanno anticipato la perlustrazione vera e propria, culminata con uno sguardo sulla stanza concessa a Martin Lutero per nascondersi e sottrarsi ad un arresto, dopo l’emissione di una condanna. E inoltre, è il luogo dove si custodisce gelosamente la sua traduzione in tedesco del Nuovo Testamento. Tempo scaduto, fervono i preparativi per il concerto serale: ritorno in albergo per la vestizione e ripartenza per Creuzburg, dieci chilometri ci separano dal villaggio in festa.


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CHAPTER 4: DANCING IN THE MOONLIGHT…

L’organizzazione tedesca si è distinta, una volta ancora, per precisione, puntualità ed efficienza. Il parco verdeggiante ai piedi del castello è stato adibito a parcheggio per le centinaia e centinaia di auto presenti, appostate in loco sin dalle prime ore del pomeriggio. Alle 18.30 tutti in fila dei percorsi in salita dei due differenti accessi, uno principale che conduce all’arco d’entrata e uno secondario, nel retro del castello all’interno del bosco secolare. Abbiamo optato per il secondo.
Allo scoccare della diciannovesima ora sono stati spalancati i cancelli, le migliaia di persone in coda hanno atteso pazientemente il loro momento, e noi, ritirato un foto pass e scambiate due chiacchiere con l’onniscente Richard (il capo della security del gruppo), ci siamo avviati nella zona concerto per prendere posto proprio a due passi dal palco che trasudava Rinascimento da ovunque lo si guardasse.
Abbiamo già avuto modo di conoscere i Gothien nelle passate edizioni del tour tedesco ma anche in Italia. I quattro di Pilsen (Repubblica Ceca), hanno aperto splendidamente il concerto dei Blackmore’s Night, introducendo i suoni medievali e abbinandoli all’intenso profumo del succulento banchetto proveniente dalle retrovie. Il quartetto si è esibito estraendo le migliori canzoni dal disco d’esordio “Pisne A Tance Stredoveke” e ha concesso un bis dopo l’insistente richiesta del pubblico tedesco, che ha dimostrato di saper apprezzare il repertorio che abbraccia un periodo che va dall’undicesimo al sedicesimo secolo. Menzione d’onore per i brani “In Taberna” e “Platerspiel”,  i più vivaci e i più acclamati.


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CHAPTER 5: …SINGING IN THE RAIN

Una leggerissima pioggerella ha distolto l’attenzione; ma solo per qualche attimo poco prima dell’intro sinfonica “God Save The Keg”. A proposito, mai visto tanto pubblico al cospetto dei Blackmore’s Night, cosa che ha sorpreso la stessa Candice tanto da farle esclamare un “siete così tanti che non riesco a vedere sino a dove arrivate”… e le sedie non sono bastate neanche per la metà dei presenti. Meglio così, perché Man In Black è parso subito ispirato da una venue magica e dalla smisurata partecipazione.
Ma entriamo nel vivo dello show, “God Save The Keg” è il preludio, ormai lo sapete meglio di me, a “Locked Within The Crystal Ball”, apertura in grande stile col gruppo che sale sul palco quasi in fila indiana, Squire Malcolm per primo, poi Bard David, Gypsy Rose, Earl Grey e solo dopo qualche secondo Ritchie Blackmore e Candice Night.
Come nelle tre date italiane invernali, il pezzo è stato suonato nella versione soft, che prevede l’ausilio della chitarra acustica al posto dell’elettrica, per un’atmosfera già gravida d’emozioni. Situazione che si fa più intima quando “Queen For a Day”, anch’essa intessuta su chitarra acustica, riappare in tutto il suo fascino: prima parte spoglia, raccolta, seconda parte arzilla, briosa, che va a legarsi strettamente alla successiva “Under A Violet Moon”, ballata e cantata da ogni gruppo generazionale intervenuto a Creuzburg.
Le delicate sospensioni di note acustiche hanno il loro culmine nella famosa “Soldier Of Fortune”, brano che ha generato una certa malinconia, spazzata via immediatamente da un classico strumentale suonato sovente nel mondo e quasi sempre in Germania: “Durch Den Wald Zum Bachaus”.
E’ il momento di rievocare la storia con “World Of Stone”, ottenebrata dal fantasma di Giovanna D’Arco, appena prima di passare in rassegna con tre pezzi tratti dall’ultimo Secret Voyage, il medioevo di “Peasant Promise”, la fiaba di “Far Far Away” e la polka russa “Toast To Tomorrow”. L’obbligatoria considerazione, qui risiede la sostanziale novità espressa dai Blackmore’s Night, è rivolta al violino di Gypsy Rose: è vero che l’assenza di Lady Nancy e Lady Madeline ha tolto un po’ di vigore, ma è altrettanto vero che la presenza fissa di un violino garantisce la totalità del suono, quello che ci ammalia quando ascoltiamo un disco, aggiungendo, tra l’altro, quel pizzico di romanticismo che non guasta mai.
Breve pausa per Ritchie & Candice che assistono agli assoli di batteria (Sir Malcolm in gran forma) e di tastiere (Bard David il solito guascone), e poi via in successione con “All For One”, “The Circle” e “Diamond And Rust”, nella quale Candice tiene a precisare (ridendo) che si tratta di una cover di Joan Baez e non quella dei Judas Priest dall’attitudine “leggermente” discordante. Immancabile “Home Again”, troncata a metà dalle goliardiche “Drink Drink” e “Falderì Falderà” e finalmente il pubblico (caloroso dal primo all’ultimo secondo) si scompone prodigandosi, nello spazio tra le prime file e il palco, in balletti spensierati anche se un tantino scomposti. Ci si diverte come si può.
Le cadenze rallentate dei prossimi brani, “Ghost Of A Rose” e “Fires At Midnight”, alimentano i sogni dei migliaia di cuori della notte di Creuzburg, la prima ha fatto scendere più di una lacrima, la seconda ha impressionato per il lunghissimo assolo acustico, in gran parte improvvisato, targato Ritchie Blackmore. A proposito… “Black Night” cancella tutti i dubbi su chi si chiede, ancora oggi, chi sia il miglior chitarrista elettrico vivente, e avrei voluto farvi vedere e sentire cos’è stato in grado di combinare il Jimi Hendrix contemporaneo, nel mirabolante assolo poco prima della strofa conclusiva. Senza parole.
E’ la volta dei bis e dell’hurdy gurdy, strumento che presagisce a “The Clock Ticks On” e all’entrata dei quattro Gothien, per un palco che si trasforma in un vero e proprio “party in costume”. Il momento più toccante si intitola “Village Lanterne”, carezza che anticipa il binomio poetico “Midwinter’s Night/Dandelion Wine” e a chiudere i soli Ritchie e Candice sul palco per regalare l’ultima perla dello show, “1st of May”, che anticipa i saluti convinti. Quattro bis, tre ore piene di concerto (21.30 – 00.30), gente in assoluto visibilio.


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CHAPTER 6: UNDER ANOTHER MOON…
Il ritorno in Italia è un po’ come il “the end” posto a fine fiaba, un viaggio in totale relax col pensiero rivolto a quei magici momenti trascorsi in un luogo sperduto di una delle più ancestrali foreste teutoniche. La band è stata perfetta, senza nessuna sbavatura le prestazioni dei singoli, da risaltare la prova eccezionale di Candice Night che migliora a vista d’occhio, sia tecnicamente che in fase interpretativa. Merito, forse, anche delle recenti nozze con Ritchie?
Vi lascio alla fotogallery del viaggio e del concerto, i complimenti vanno a Donatella Lomma per le bellissime foto, e concludo ringraziando a mia volta la stessa Donatella, Elisa e Richard per il sostegno e per l’organizzazione di questo viaggio diventato, una volta ancora, racconto.

In quel luogo la luce è sempre ombra e l’ombra la luce, dove la musica nasce dalle corde dell’anima in un caleidoscopio di emozioni. I Blackmore’s Night sono quel luogo.


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BLACKMORES NIGHT (Creuzburg setlist: 25/07/09)

Intro (God save the keg)
Locked within the crystal ball
Queen for a day pt.1
Queen for a day pt.2
Under a violet moon
Soldiers of fortune
Durch den Wald zum Bachhaus
World of stone
Peasants promise
Far far Away
Toast to tomorrow
Keyboard e Drum Solo
All For One
The circle
Diamonds and rust
Home again
Ghost Of a Rose
Fires at midnight (assolo chitarra acustica)
Black Night (assolo chitarra elettrica)

The Clock Ticks On
Village lanterne
Midwinters Night/Dandelion Wine
1st of May

Durata: 3 ore




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