Blackmore's Night
The Village Lanterne

2006, SPV
Renaissance Rock

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 14/08/10

...mastro Ritchie era scivolato nel tepore di un sonno rigenerante quando udì un rumore di passi provenire dall’esterno dei sui alloggi. Di primo acchito pensò ad un sogno, dopo tutto quel tempo trascorso udendo il suono della voce della sua Candice quando, la pesante porta di legno si aprì cigolando e mostrando a poco a poco, nel contrasto di un bagliore accecante ed impalpabile oscurità, il viso incorniciato di riccioli d’oro dell’incantevole donzella che intonava le leggiadre note di "The Village Lanterne", l’ennesima poesia in rima baciata dei Blackmore’s Night

Giunti al quinto capitolo di un libro cominciato da qualche parte in un rinascimento del tutto idealizzato e non così semplice da collocare tra spazio e tempo, i cantastorie britannici ci porgono su un vassoio d’argento nuove emozioni con un disco sì dedicato agli affezionati della band ma a stretto contatto col cuore della vecchia guardia sedotta e conquistata dalla Fender Stratocaster del Man in Black, Mr. Ritchie Blackmore. Correva l’anno 1997 quando genio e sregolatezza, segni caratteristici dell’artista unico al mondo, forgiarono una band dal suono che lui stesso ama definire “Renaissance Rock”, Rock Rinascimentale, in grado di amalgamare armoniose melodie vocali ad una strumentazione prettamente antica e, a loro volta, avvinghiate agli eccelsi virtuosismi di una chitarra che sgorgava note magiche come l’epoca rievocata.Nacque così, un po’ per amore e un po’ per gioco, "Shadow of The Moon" bissato due anni dopo dal ben più maturo "Under a Violet Moon", entrambi promossi mediante concerti eseguiti a volte ai piedi di una romantica roccaforte, nei pressi di un borgo medievale, con lo sfondo di una chiesa pittoresca, nel cuore di un teatro d’opera…

La melodia si traduce in essenza poetica con "Fires at Midnight" e la maturità di un gruppo ormai consolidato è espressa appieno da "Ghost of a Rose", penultima maraviglia folcloristica.
Riusciranno i nostri eroi a prenderci ancora una volta per mano e a ricondurci in un tempo dove dame e cavalieri si scambiavano effusioni amorose nella torre più alta del castello più ambito?
La luce della lanterna aveva cominciato a brillare nella notte, rendendo visibili le case del villaggio medievale. L’aria serale immota, con il lieve aroma del fumo di legna dei focolari, attraversava le ossa sino a ritemprarle delicatamente quand’ecco il suono di una cornamusa Bulgara provenire distintamente dalla Taverna dei Menestrelli, "25 Years" era appena cominciata, in alto i calici: che la festa abbia finalmente inizio.
Viaggiando in tour per l’Ucraina, un affezionato fan della band, ha regalato a madama Night un disco di antica musica folk dei Balcani. Affascinati da un pezzo che seguiva la tipica struttura armonica dell’est Europeo, Ritchie e Candice hanno provato a riadattarlo trasformandolo in uno dei migliori brani della discografia; danza in esso l’orientaleggiante motivetto che prende il sopravvento sia sull’andamento ritmico che sulle suadenti vocals della reginetta scozzese.
Drammatica e avvincente l’atmosfera di "Village Lanterne", perla “immortale” del disco, aperta dalla melanconica chitarra acustica ed addolcita dagli orgogliosi lineamenti fiabeschi che ricreano un mondo che non c’è attraverso una filigrana di note auree ed argentate capaci di risplendere alla luce di quella lanterna. In un crescendo teatrale inaspettato, la title track accarezza delicatamente coi suoi accordi e incorpora il coro squisito e commovente di chi vuole raccontare una favola d’altri tempi.
L’alone mistico sopisce con la chitarra elettrica di "I Guess It Doesn’t Matter Anymore" dove il rock prende il sopravvento sul rinascimento e per mezzo del quale Mr Blackmore si slancia su corti ma entusiasmanti assoli: pennata precisissima, velocità di crociera raddoppiata, tono della nostra paladina irrigidito.
"The Messenger" è l’inevitabile strumentale acustico che affiora dalle mani del mago inglese, anteposto alla traccia più misteriosa, "World of Stone", ottenebrata dal fantasma di Giovanna D’Arco. Avanza imperterrito il coro “clericale” aiutato da una base di tamburi battenti e da un triangolo di voci (Candice e le Sisters of the Moon; Lady Nancy e Lady Madeline) che conferiscono soluzioni armoniche per un ulteriore sottile strato di misticismo che oserei definire stilnovista.

Ed ora, udite il canto della regina fatata, "Faerie Queen", che si appresta a tergere la polvere degli anni attraverso le lacrime di un brano che fu padrone in epoche remote. Concedetevi un momento di malinconia sui deliziosi ricami della prima metà e danzate spensieratamente sulla seconda, vi sentirete accompagnati oltre la memoria e la favella per poi ridestarvi di soprassalto con la cover di "St. Teresa" estratta dal primo album di Joan Osborne, utilizzata più e più volte on-stage e finalmente registrata e pubblicata. Elettrizzante il guitar-solo centrale proposto con l’inseparabile Fylde e con l’immancabile Alverez.
Altra strumentale, "Village Dance", e altro centro. Immaginare le grandi vallate scozzesi e i luoghi riposanti di quelle terre non è mai stato così facile, basta chiudere gli occhi e farsi trascinare no?
Let’s Rock. Parliamo delle cover: "Child in Time" (Deep Purple) e "Street of Dreams" (Rainbow), entrambe alleggerite da arrangiamenti soffici ma sopraffini; colpisce soprattutto la seconda nel disco della limited edition con il duetto tra Candice ed il sempre verde Joe Lynn Turner, che eccelle nelle sue parti.
La voce della bionda è morbida come un bacio sulla pacifica "Streets of London", emozionante il flauto che l’accompagna durante il tragitto sonoro disegnato da Ralph Mc Tell.
Stiamo per giungere, ancora una volta, al termine della traversata ancestrale non prima di tuffarci nella doppietta da singolo; l’indiavolata "Just Call My Name" e l’inno festoso "Olde Mill Inn" che precedono l’ennesima prodezza balistica rappresentata da una "Windmills" paragonabile a quella gemma che ricordiamo col nome di Diamonds and Rust.
Chiude la pop song dell’edizione limitata, "Call It Love" che esalta le qualità di compositrice di Candice Night, artefice di un gran pezzo, finalmente tutto suo.
 
I TESTI


25 Years: Il brano che hanno chiamato 25 years racconta di un incubo vecchio 25 anni, della psiche e del suo incredibile potere. Essa ha l’abilità di percepire, di recepire di farci spaventare e di farci sognare. I sogni e gli incubi sono così intensi che ognuno di noi può ricordarseli per anni e anni… Poi, quando sembrano essere svaniti del tutto, arriviamo a capire che la loro influenza su di noi è indelebile. Non c’è difesa da un incubo, in quanto tu stesso lo crei e soltanto tu puoi capire quanto sia introspettivo. Chi può salvarci da essi?
 
Village Lanterne: Ispirato dalla leggenda di Sigfrido… questo è un racconto di vero amore. Seguiamo molti sentieri nella nostra vita, ognuno di noi sceglie quello che più ci rappresenta, quello al quale siamo destinati probabilmente. Alcuni di questi pensieri sono difficili da seguire ma la tua coscienza prevarrà, trasportandoti verso quello che più ti appartiene. Sempre se scegli di ascoltarla. E con essa seguirai il tuo cuore, la tua verità… è la tua luce nell’oscurità. La tua personale vecchia lanterna in un villaggio, quella che rappresenta la speranza, la famiglia e l’amore.
 
I Guess It Doesn’t Matter Anymore: qui si parla della storia di Mary e della sua resurrezione e di molti altri spiriti che risiedono nel nostro regno: tutti provano disperatamente a farsi ricordare. A Chicago, Illinois, si narra di una donna vestita di bianco che attende di essere rapita per strada da uno straniero. Quando qualcuno si ferma con la macchina e le offre un passaggio, lei sale ma non dice nulla, fino a quando non arriva alla inquietante dimora: il cimitero della resurrezione. La donna chiede al conducente di lasciarla lì e poi sparisce nel nulla. Molte persone dicono di averla vista, e il suo racconto è documentato. La storia che c’è dietro questa “leggenda metropolitana” racconta di Mary che, in vita, stava camminando tranquillamente quando uno sconosciuto la investì e la uccise. La sua anima da allora non ha pace. Il pezzo è dedicato a lei e al suo ricordo.
 
World of Stone: Giovanna D’Arco è la protagonista di questa melodia tradizionale tedesca originariamente intitolata All Voll. Combattere per ciò in cui credi, in una società dove i cuori, le menti e le anime corrotte da un mondo corrotto sono diventati pietra e hanno preso il sopravvento sui valori è un elemento imperante nella società odierna. Il messaggio è semplice: bisogna combattere per un mondo migliore. Sebbene possa sentirti solo a lottare contro tutto e tutti sappi che ci sono altre anime, altre menti ed altri cuori che, impavidi, combattono per il medesimo obiettivo… Non sei solo…
 
Faerie Queen: si dice che le fate facciano danzare le farfalle, irraggiare la luna e sbocciare i fiori. Esse incorporano la naturale bellezza di questo mondo. Le conosci anche sotto altri nomi: ninfee, elfi, spiriti elementali… Sono portatrici di una magia che ci rende felici e ci fanno guardare il mondo tramite gli occhi di un bimbo. Faerie Queen racconta di predetto reame magico abitato solo dalle fate.
 
Streets of London: la canzone originale è stata scritta da Ralph Mc Tell. Il testo racconta del tuo cuore infranto che, giorno dopo giorno prova a superare gli ostacoli della vita, gli stessi che i nostri occhi non riescono a vedere ma che puoi soltanto sentire attraverso esso. E’ molto facile rattristarsi per una realtà che pare averti girato le spalle ma, quando ti guardi intorno e ti accorgi che ci sono anime che soffrono molto di più, devi ergerti, provare a guardare dall’alto e raccogliere le forze necessarie per aiutare chi ne ha davvero bisogno. Solo così aiuterai te stesso.
 
Just Call My Name: classica love-song dedicata alla persona che da sempre vive con te e per te… e che comunque sia, sarà presente per tutta la vita…
 
Olde Mill Inn: la taverna alla fine di quella strada, dove tutti i buoni amici si incontrano per raccontare le loro memorie, le canzoni e i sogni per l’imminente futuro. La lanterna risplende all’esterno del portone di ingresso e ti intima ad entrare per immergerti nel caldo abbraccio della compagnia.
 
Windmills: è un vecchio racconto che ha come protagonista colui che combatte dalla parte della ragione preservando l’incolumità del suo cuore. Egli prova a riscaldare col suo calore questo freddo mondo e cerca di insegnare a guardare tutto sotto un'altra luce. Questo messaggio è travasato da leggenda in leggenda e potrete trovarlo, per esempio, nel testo del Don Chischotte De La Mancha qui citato in alcuni versetti chiave. Non bisogna mai smettere di provare a cambiare il mondo.
 
Call It Love: questo è l’unico pezzo scritto e composto interamente da Candice Night. Il testo romantico racconta delle sensazioni e dei sentimenti che emergono inarrestabili quando si è felicemente innamorati.

The Village Lanterne è un poema in prosa sottoforma musicale, dove il gruppo supera i limiti costitutivi nei quali si trova e si è trovato ad operare. La riflessione poetica innalza i Blackmore’s Night sollevandoli da terra quel tanto che basta per poter spiccare il fatidico volo verso mete soltanto immaginate e finalmente, oggi, visibili anche ad occhi chiusi.

…quando la sua mano ebbe carezzato l’ultimo accordo, un silenzio pesante calò sulla Taverna e Candice restituì l’artefatto strumento alla custodia costruita col magico legno della quercia secolare abbellita con l’intarsio delle orchidee sugli angoli smussati dal tempo. Ritchie alzò lo sguardo appagato; il tempo di accorgersi di una compagnia scossa da un brivido reverenziale, lieve come un vento primaverile, ed ecco gli occhi della gente riempirsi improvvisamente di lacrime, emozionata al cospetto della stupenda luminosità di quella Musica celestiale…

La favola degli innamorati continua…

Ndr: la recensione è stata scritta nei tempi promozionali del disco, estate 2006.





Disc 1

01. 25 Years
02. Village Lanterne
03. I Guess It doesn’t Matter Anymore
04. The Messenger (Instrumental)
05. World of Stone
06. Faerie Queen – Faerie Dance
07. St. Teresa
08. Village Dance (Instrumental)
09. Mond Tanz / Child in Time (Instrumental Deep Purple cover)
10. Streets of London
11. Just Call My Name (I’ll Be There)
12. Olde Mill Inn
13. Windmills
14. Street of Dreams (Rainbow cover)


Disc 2

01. Call It Love
02. Street Of Dreams (feat. Joe Lynn Turner)
+
Cd-Extra Video Part (Village Lanterne Interview & Castle and Dreams DVD Trail

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