All'ombra della Luna: la biografia dei Blackmore's Night
Analisi e intervista con l'autore del libro che racconta la stupenda favola rinascimentale di Ritchie Blackmore e Candice Night


Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 08/09/15

Se c'è un grande mistero che accompagna la carriera di Ritchie Blackmore, è il suo essere diventato, da demiurgo del rock, un menestrello che, insieme alla moglie, ha deciso di portare in giro per il mondo musica folk e medievale, inventando il Renaissance Rock.


La stessa considerazione vale anche in senso opposto: per chi ha cominciato a conoscere la figura del capriccioso chitarrista inglese nella sua declinazione rinascimentale, difficilmente riesce a comprendere immediatamente che quella musica d'altri tempi viene dalla stessa mente e dalle stesse dita che hanno composto il leggendario e storico riff di "Smoke On The Water".


Non solo: vi è una sorta di fascino misterioso attorno ai Blackmore's Night, un magnetico carisma che rende una band che, pur abusando del meccanismo di cover, riproposizioni e riletture insito e fisiologico in un certo tipo di folk music, suona comunque fresca, vivace e vitale.

 

ombradellalunaspeciale01"All'Ombra Della Luna", volume edito da Tsunami Edizioni e scritto da Gaetano Loffredo (direttore del sito su cui state leggendo questo articolo), è opera che intende spiegare questo mistero. Senza sovrapporsi all'opera del collega Jerry Bloom: "Ritchie Blackmore, la biografia non autorizzata" (Tsunami Edizioni), Loffredo parte sì da un breve capitolo introduttivo di natura biografica sul periodo hard rock di Blackmore, ma è soprattutto col capitolo successivo, quello che dalla seconda incarnazione dei Rainbow ha portato ai Blackmore's Night, che l'opera trova pieno senso. Seguono, quindi, dettagliati capitoli in cui viene analizzata l'intera discografia sinora pubblicata (ovvero, da "Shadow Of The Moon" a "Dancer And The Moon"), prendendo in considerazione la genesi dell'opera, riquadri di approfondimento contenenti aneddoti o nozioni sugli autori originali da cui i Blackmore's Night hanno tratto profonda ispirazione per la composizione del disco in esame, ed un dettagliato track-by-track. Concludono il volume un'appendice sull'analisi della tecnica compositiva di Blackmore ed il suo modo unico di suonare la chitarra - sia acustica che elettrica - ed una disanima diametralmente opposta sulla relazione tra spiritualità wicco-pagana e la musica dei Blackmore's Night.

 

La voce con cui ci vengono narrate le informazioni è quasi sempre quella dei compagni di viaggio musicali di Ritchie Blackmore e Candice Night, membri della band assunti e poi licenziati e poi nuovamente assunti, così come ex colleghi di Rainbow e Deep Purple, nonché manager dell'industria discografia e dei liveset. Questo perché, ed è bene affermarlo con chiarezza, l'autore del testo non si è trovato ad avere nessun appoggio ufficiale da parte della band, un tratto di chiusura verso il mondo esterno che da sempre contraddistingue la vita artistica, ed in un certo qual senso quella privata, di Ritchie Blackmore. Ciononostante, stupisce il numero ed livello di approfondimento delle nozioni raccolte e trascritte da Loffredo in questo volume. Testo, peraltro, arricchito da una grafica assai minuziosa e folkloristica, con la luna (elemento da sempre centrale nella musica composta da Blackmore e consorte) sovraimpressa in ogni pagina, e poi ceselli e miniature di carattere medievale a fondo pagina ed all'inizio dei capitoli, per concludere con un inserto di 16 pagine a colori contenente un prezioso set fotografico ad opera di Annalisa Russo, immagini catturate durante l'esecuzione del concerto di Zweibrücken in Germania il 5 luglio 2015.

 

Certo, magari il track-by-track dei dischi stampato su pagine fondo nero e font bianco non patinate risulta una scelta infelice che tradisce la facilità di lettura in alcuni punti, e le fotografie a corredo dei testi, prive di didascalie, non sempre riescono ad essere ben contestualizzate dal lettore. Volendo, quindi, concludere la carrellata dei (veniali e minimali) difetti dell'opera, i toni dello scritto sono a tratti eccessivamente trionfalistici, e tradiscono la passione dell'autore nei confronti del soggetto trattato.

 

Ciò scritto, non ci si sente di condannare per davvero l'amore con cui il volume è stato confezionato, anche perché "All'Ombra Della Luna" è, a tutti gli effetti, un'opera d'amore che nutrirà - in modo inedito e con grande soddisfazione - la sete di conoscenza dei fan della band; paradossalmente, allo stesso modo il libro è consigliato anche ai detrattori del Blackmore attuale, coloro che non hanno mai perdonato al virtuoso del rock la virata verso i lidi folk, in quanto testo che è in grado di far comprendere meglio le ragioni e le circostanze che hanno portato ad una scelta tanto radicale quanto affascinante.

 

Ed è quindi con enorme soddisfazione che si giunge alla fine di questa storia narrata attorno ad un fuoco all'ombra della luna, consci di una rinnovata e rinfoltita conoscenza da parte di noi lettori dei Blackmore's Night che consente no di certo - e per fortuna - di eliminare il velo di fascinoso mistero attorno alla formazione, ma di renderlo spesso il giusto, in modo da distinguere con chiarezza le forme che producono arte al di là di esso.
Con tutti questi elementi, sconsigliare l'acquisto di questo libro ritenendolo in qualche modo superfluo è atto puramente scellerato.

 

 

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Intervista con l'autore:

 

....e se ti dicessi che, quando penso ai Blackmore's Night il primo elemento che mi viene in mente non è mai la luna, ma semmai i castelli, la compagnia ed il vino: quanto giudicheresti grave la cosa?


Certo che no: testi delle canzoni e copertine dei dischi confermano quanto hai appena detto. I castelli in particolar modo sono uno degli elementi da ritenere imprescindibili, e non solo a carattere simbolico. Una bella compagnia e del buon vino poi, magari ai piedi di un castello e all'ombra della luna, aiutano a ricreare questa dimensione di romanticismo, pace e tranquillità tanto cercata da Ritchie e Candice.

 

Puoi raccontarci esattamente il momento in cui è scattata la tua incontenibile passione per i Blackmore's Night?

 

Ricordo che da ragazzino ebbi una sorta di colpo di fulmine per la celtica, ma sentivo che in essa mancava qualcosa rispetto a ciò che andavo davvero cercando. Speravo di trovare una musica che fungesse da collante tra la mia passione per il fantasy, castelli, fiabe, Medioevo e Rinascimento. Prima dei Blackmore's Night ho ascoltato centinaia di gruppi a tema, ma in particolare un disco di Ritchie e Candice, "Fires At Midnight" è risultato essere quello più vicino alla mia personale visione di "musica fiabesca".

 

Il libro nasce privo del supporto ufficiale da parte della band. Questo indubbiamente ha reso le cose più difficili, ma credo ti abbia anche permesso una totale libertà. Sei d'accordo?


Perfettamente d'accordo. Scrivere una biografia ufficiale, benchè vantaggioso in termini economici e mediatici, non mi avrebbe in alcun modo permesso di esprimermi liberamente. L'amore che provo nei confronti della musica dei Blackmore's Night non mi ha impedito di raccontare, all'interno del libro, una serie di episodi negativi che hanno inciso radicalmente il percorso della band in quasi vent'anni di attività. Ho cercato di essere il più possibile distaccato per raccontare una storia nel modo più oggettivo possibile. E la storia dei Blackmore's Night è fatta di magia bianca ma anche di magia nera. Blackmore non è tipo da autorizzare una biografia ufficiale, nonostante abbia cercato il management per sottoporgli il progetto, quindi il problema in realtà non si è mai posto fin dal principio.


Qual è stata la più grande difficoltà incontrata durante la stesura del volume?


Nei Blackmore's Night, tolti Ritchie Blackmore Candice Night, hanno militato una trentina di musicisti in 18 anni di attività. Tantissimi, tutti americani, molti dei quali influenti per la storia stessa del gruppo. Mi sono messo in contatto con gran parte di loro e organizzato una lunga serie di interviste: una delle più grandi difficoltà che ho incontrato è legata al tempo necessario per una traduzione professionale dell'enorme mole di materiale di cui ad un certo punto disponevo. Senza l'aiuto di alcune persone debitamente ringraziate nei crediti, oggi il libro sarebbe ancora nella fase di stesura.

 

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"All'ombra della luna" è volume ricco di aneddoti sui Blackmore's Night. A questo punto, vorrei che mi raccontassi un aneddoto che riguarda la scrittura del libro.


Uno dei tanti, certo, molto volentieri. Nella fase di ricerca del materiale ho contattato telefonicamente un promoter che in passato aveva organizzato un concerto dei Blackmore's Night ma che sapevo non avrebbe mai più voluto saperne di Blackmore. In un primo momento sembrava eccitato dall'idea di potermi raccontare la sua storia e i suoi aneddoti per una divulgazione anche anonima sul libro e mi ha dato appuntamento alla sera successiva, ma non si è fatto trovare. Dopo qualche giorno mi ha inviato un sms nel quale scriveva così: "Mi dispiace Gaetano, ho cambiato idea, ho altri 2 anni di lavoro prima della pensione e vorrei arrivarci". Hanno ragione a dire che Blackmore è l'uomo nero, fa davvero paura.


Ritchie Blackmore trova il tuo volume, lo legge e decide di scriverti una mail. Cosa ti piacerebbe trovare scritto sul messaggio? (Fermo restando che, essendo l'autore Blackmore, potresti aspettarti anche in allegato un virus come simpatico scherzo).


Bella domanda. Spero che non si tratti di una mail del suo avvocato che intenta una causa nei miei e nei confronti dell'editore: cosa non così improbabile con Blackmore nei paraggi. Sarei felice se mi chiedesse una copia omaggio del libro: scriverne uno sui Deep Purple o sui Rainbow oggi è quasi scontato. Onestamente, tolto Jerry Bloom che ha scritto una fantastica biografia di Blackmore, quanti autori sono disposti a sacrificare due anni della loro vita per pubblicare una biografia sui Blackmore's Night?


Per concludere, un tuo messaggio a tutti coloro che non hanno capito, o non hanno voluto capire, l'ultima (in ordine cronologico) incarnazione/svolta artistica di Ritchie Blackmore, e quindi il progetto artistico Blackmore's Night.


La scelta artistica e di vita non si discute: Blackmore ha fatto ciò che desiderava e ha ottenuto successo in un sentiero estremamente diverso (e impervio) da quello che ha battuto per decenni. Per buona pace dei nostalgici Ritchie ha annunciato alcuni concerti Rock che si terranno a giugno 2016 prima di tornare, in estate, a girare coi suoi Blackmore's Night. Credo sia un bel modo per far contenti tutti e allo stesso tempo inserire moneta frusciante nel salvadanaio: a 70 anni bisogna tener conto anche di questo.  




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